Caritas Diocesana Avezzano: anziani sempre più poveri, soli e vulnerabili

di Lidia Di Pietro, vicedirettore Caritas Avezzano

AVEZZANO – Nel rapporto statistico sulla povertà in Italia, presentato da Caritas Italiana appena tre giorni fa, a partire dai dati Centri d’ascolto diocesani e parrocchiali, un focus è stato dedicato agli anziani, stretti tra povertà e solitudine.

A soffrire maggiormente sono donne e uomini di terza età di cittadinanza italiana, oltre il 70% degli assistiti anziani, il 35% dei quali in condizione di povertà cronica.

Gli anziani domandano ai servizi Caritas beni alimentari, accessi alla Mensa o all’Emporio Solidale e aiuti nel pagamento di bollette o affitti.

Ma se tra le motivazioni che spingono gli anziani a rivolgersi alle Caritas certamente ci sono le problematiche economiche, è fondamentale notare che per oltre un anziano su quattro alle difficoltà economiche si aggiungono problemi di salute.

Nel nostro Centro Ascolto diocesano, ormai da qualche anno, siamo alle prese con le storie personali complesse di anziani soli, spesso non sposati o vedovi, molti senza figli, per i quali le difficoltà reddituali si intrecciano ad una profonda solitudine.

Ed è la mancanza di una buona rete sociale a renderli ancora più vulnerabili, incapaci di reagire alle richieste semplici della routine quotidiana: aumenta l’incapacità di adempiere autonomamente all’alimentazione, si amplifica la necessità di essere accompagnati per le cure mediche e l’assunzione dei farmaci e diventa quasi paralizzante la fine di una locazione.

Congiunti non stretti, quando esistenti, fanno difficoltà ad entrare in relazione e ancora di più ad avviare un rapporto di accudimento e di cura. Avere o non avere una rete familiare in grado di sostenere e dare risposte alle necessità quotidiane assume un rilievo cruciale, specialmente nella terza età.

Per questo gli anziani soli, privi di un sostegno familiare e al contempo in uno stato di deprivazione materiale, possono dirsi i più poveri dei poveri.

E, come Caritas che opera in stretta collaborazione con i servizi socio-sanitari del territorio, constatiamo il moltiplicarsi di accessi al Pronto Soccorso e una difficoltà nella presa in carico integrale da parte degli altri servizi socio-assistenziali.