Delitto di Pescara. Omicidio efferato e brutale per motivi futili. Il quasi 17enne ucciso con 25 coltellate per un debito di circa 200 euro

PESCARA – Non è più una semplice lite finita tragicamente alla base de delitto costato la vita a Tomas Cristopher Luciani, 17 anni da compiere, residente a Rosciano, grosso comune in provincia id Pescara.

Il giovane, infatti, stando alle ultime ricostruzioni e accertamenti effettuati dalla Polizia di Pescara, coordinata dal Procuratore Capo Giuseppe Bellelli, sarebbe stato ucciso con 25 coltellate inferte, probabilmente, con un coltello da sub che i sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Pescara stanno cercando nel mare antistante la città adriatica.

Ad agire, secondo gli inquirenti, sarebbe stato un gruppo di sette o otto persone, due delle quali entrate in azione per commettere il delitto.

I due avrebbero continuato a colpirlo anche quando il giovane era già esanime a terra. All’origine dei fatti, un debito di droga di poche centinaia di euro: forse 200 o 250.

La situazione investigativa è estremamente delicata e sono in corsi accertamenti per stabilire l’esatta dinamica dei fatti. Non è più certo, infatti, si tratti di una lite finita male, e non si esclude la possibilità che, al contrario, tutto sia stato fatto proprio per uccidere il ragazzino.

I due presunti assassini, come noto, sarebbero i figli, minori anche loro, di un noto avvocato di Pescara e del comandante della stazione die carabinieri di un centro del pescarese.

Una vicenda raccapricciante e sconvolgente, sulla quale la Questura di Pescara ha diramato una nota ufficiale che vi proponiamo in originale.

Il Comunicato della Questura di Pescara

«Ieri sera, verso le ore 21.00, la Polizia di Stato è intervenuta presso il parco pubblico “Robert Baden Powell”, sito in via Raffaello, a ridosso del centro cittadino di Pescara, dove era stato segnalato l’accoltellamento di un ragazzo.

Sul posto, gli equipaggi della Squadra Volante hanno rinvenuto, nella parte retrostante del parco, in mezzo a dei cespugli dietro il campetto di calcio, il corpo privo di vita di un ragazzo, un minore italiano, di 16 anni, con evidenti segni di ferite da taglio.

Immediatamente è stata avviata l’attività investigativa ed è stato informato il Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica di Pescara, dott. Gennaro Varone, che si è recato sul posto insieme al Procuratore Capo della Repubblica di Pescara, dott. Giuseppe Bellelli. Appena si sono palesate le possibili responsabilità di minorenni, sul luogo del delitto sono intervenuti il Procuratore Capo presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila, dott. David Mancini e il Pubblico Ministero Minorile di turno, dr.ssa Angela D’Egidio, unitamente alla polizia giudiziaria della Questura di Pescara ed al medico legale, dott. Cristian D’Ovidio.

Le indagini avviate subito dopo il ritrovamento del corpo della giovane vittima, sono state condotte da personale altamente specializzato della Squadra Mobile pescarese, dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e dalla Polizia Scientifica.  È stato così possibile identificare la vittima e ricostruire la dinamica di quanto accorso, in particolare le cause che hanno determinato l’efferato evento omicidiario da ricondurre ad un diverbio connesso alla gestione di sostanze stupefacenti. La vittima sarebbe stata attirata in una zona non sorvegliata retrostante il parco e poi colpita ripetutamente con un’arma da taglio nelle parti vitali del corpo.

Tali accertamenti maturavano nell’ambito del raccordo operativo tra la Procura ordinaria di Pescara e la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila. Infatti, il Pubblico Ministero di turno della Procura Minorile ed il suo Procuratore Capo, dopo il sopralluogo sul luogo del delitto,  si recavano presso gli uffici della Questura di Pescara – Squadra Mobile, procedendo a sentire i testimoni per tutta la notte fino alla mattinata di oggi ed a analizzare tutti gli elementi utili.  

Le sinergie operative hanno consentito di imprimere una svolta significativa alle indagini con l’acquisizione delle immagini di sorveglianza presenti nella zona antistante del parco e in prossimità di uno stabilimento balneare dove tutti i componenti del gruppo si sono recati dopo l’efferato crimine.

E’ utile segnalare anche la cooperazione dei reparti investigativi della Questura di Pescara (Squadra Mobile, le Volanti e la Polizia Scientifica) che hanno fornito ai magistrati inquirenti elementi investigativi utili a determinare il provvedimento di fermo di due ragazzi minorenni gravemente indiziati del delitto.

La drammatica vicenda, fin dalle prime battute, ha evidenziato un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva ed una palese incapacità di comprendere l’estremo disvalore delle azioni commesse.

Questi atteggiamenti disfunzionali meritano ampio approfondimento, al pari della necessaria ricostruzione delle dinamiche e responsabilità. A tal fine sono dirette le attività investigative in corso, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila».