Il “Festival delle Città del Medioevo” a L’Aquila dal 4 al 7 luglio. “Le città e l’acqua” è il titolo della seconda edizione

L’AQUILA – Risorsa, prospettiva, sogno di un aldilà da percorrere, luogo di scambi e di guerra: “Le città e l’acqua” sarà il tema della seconda edizione del Festival delle Città del Medioevo, in programma a L’Aquila da giovedì 4 a domenica 7 luglio 2024.

All’interno del lungo percorso che culminerà con la celebrazione de L’Aquila come capitale europea della cultura 2026, il Festival delle città del Medioevo si propone per il secondo anno consecutivo come una manifestazione che mette al centro il valore incommensurabile della divulgazione storica verso il grande pubblico.

Il tema di quest’anno: l’acqua. Il Festival sarà una lunga riflessione sull’importanza dell’acqua come elemento fondativo, storico, commerciale e identitario per le città nell’Età di mezzo, attraverso una serie di incontri di alta divulgazione con storici, archeologi, artisti, scrittori e giornalisti. Le giornate saranno scandite da grandi macro-temi: I mari del Mediterraneo e L’acqua nella vita quotidiana (venerdì 5 luglio); Storie intorno all’acqua (sabato 6 luglio), Fiumi d’Europa e Le repubbliche marinare (domenica 7 luglio).

«Il Festival delle città del Medioevo diventa, con questa seconda edizione, un appuntamento radicato e di grande pregio per il nostro ateneo, al pari di altre attività culturali attraverso cui mettiamo in atto la Terza Missione, ovvero la diffusione della cultura e della conoscenza al di fuori dell’ambito accademico, per la crescita culturale e sociale del territorio», afferma il rettore dell’Università dell’Aquila Edoardo Alesse. «Ringrazio il Comune dell’Aquila nella persona del Sindaco Pierluigi Biondi per la grande collaborazione in questa come in molte altre iniziative e faccio sentiti complimenti ai colleghi Amedeo Feniello e Alfonso Forgione, per l’altissimo profilo scientifico del programma e la scelta di un tema chiave particolarmente appropriato per la nostra città, il cui toponimo, com’è noto, rimanda proprio all’acqua».

«Dopo il successo della prima edizione, il Festival delle città del Medioevo si configura tra le rassegne storico-culturali di maggior interesse in tutto il panorama nazionale», dichiara  il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi. «Un impegno che, alla luce della proclamazione dell’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026, rafforza la collaborazione con l’ateneo aquilano e le associazioni coinvolte con la finalità di approfondire un periodo di grande valenza storica per le città d’Europa e per L’Aquila nata proprio in epoca medievale. Una iniziativa – che l’amministrazione ha sostenuto in maniera significativa – per riscoprire le radici della nostra terra attraverso le testimonianze e i contributi di studiosi e accademici con lo scopo di potenziare ulteriormente il sistema culturale aquilano e avvicinare il più vasto pubblico possibile al mondo della ricerca e della  divulgazione scientifica, dai bambini ai cultori della materia, dai turisti ai semplici appassionati di storia con un cartellone inclusivo e variegato di eventi».

«L’Università e il Comune dell’Aquila hanno deciso di rinnovare questa manifestazione dal forte valore culturale, per raccontare, parlare, ragionare, riflettere, ma anche divertirsi, su uno dei temi chiave di ogni epoca della storia umana, non solo del medioevo: l’acqua come risorsa vitale, come bene comune, come fonte di energia, come elemento di scambio e di commerci, come sogno e prospettiva per chi, attraverso l’acqua, si poneva l‘obiettivo di raggiungere mete lontane e ignote» dichiarano i responsabili scientifici del festival, Amedeo Feniello e Alfonso Forgione «Una bella occasione per parlare anche, attraverso uno sguardo approfondito sul passato, del nostro presente, con, al centro, lezioni e conferenze di alta divulgazione, con l’ambizione di unire al rigore scientifico la chiarezza espositiva, nella consapevolezza che manifestazioni di questo tipo contribuiscono in maniera determinante  a  rafforzare la competitività del sistema culturale locale per superare quel “divario culturale” ancora molto forte in alcuni territori interni e marginali del territorio. Protagonisti del Festival saranno dunque storici, saggisti, docenti di letteratura medievale, scrittori, storici dell’arte, attori, musicisti, giornalisti, archeologi e professionisti dei beni culturali ma esso prevederà anche numerosi eventi collaterali in grado di avvicinare il grande pubblico alla storia e all’archeologia medievale, con lo scopo di trasformare la ricerca storica in un valido esempio di welfare culturale».

Il programma. Il Festival sarà inaugurato giovedì 4 luglio alle 21.15 con un reading teatrale dell’attrice e regista Laura Morante, vincitrice di un David di Donatello e due Nastri d’Argento. Morante interpreterà un testo scritto da Amedeo Feniello sulla straordinaria impresa che portò l’acqua all’Aquila (E acqua fu. La mirabile storia di Buccio e dell’acqua che scese a L’Aquila dal castello di Santanza).

La giornata di venerdì 5 lugliosarà inaugurata dall’archeologo Andrea Augenti, con la lezione Un grande lago salato. Archeologie dell’Adriatico, in cui attraverso un’analisi dettagliata dei reperti archeologici illustrerà come il Mar Adriatico, abbia giocato un ruolo cruciale come via di comunicazione e scambio culturale e commerciali tra le popolazioni che si affacciavano su di esso. Nella lezione Le acque della Palermo arabo normanna, Francesco Paolo Tocco farà capire al pubblico quanto il Mediterraneo medievale sia debitore della civiltà islamica approfondendo le tante parole di origine araba che dimostrano il legame ambiguo ma costante con il mondo cristiano: dogana, fondaco, ammiraglio, darsena, arsenale, facchino, sensale. L’ambivalenza di scambi commerciali e pirateria vive ancora oggi sotto forma mitica in molte delle città marinare dell’Occidente, da Pisa a Messina, fino a Genova e a Barcellona.

Letteratura, musica e acqua andranno di pari passo nell’intervento della professoressa Magdalena León Gómez che, accompagnata dalla voce di Elena D’Ascenzo e dalle percussioni di Davide Zanini, presenterà una panoramica della presenza del tema dell’acqua nella lirica spagnola medievale, dalle forme goliardiche latine alle coblas pre-rinascimentali di Jorge Manrique

Per la sezione “Orizzonti” Luca Molà parlerà de Il ritorno a Venezia di Marco Polo, approfondendoil viaggio di ritorno dalla Cina attraverso l’Oceano Indiano del celebre mercante e viaggiatore; un’impresa che coinvolse diverse tappe lungo le coste dell’Asia meridionale e dell’Africa orientale.

Le lezioni del pomeriggio si svilupperanno attorno al tema L’acqua nella vita quotidiana. Si inizierà conDuccio Balestracci che con la lezione Talpe d’acqua. Lo scavo dell’acquedotto sotterraneo di Siena illustrerà l’impresa messa in atto dai senesi che scavarono sotto terra per 25 chilometri al fine di portare acqua nella città più terragnola della Toscana. Pierluigi Terenzi tratterà il tema de Le acque contese all’Aquila. Sin dalla sua prima localizzazione come città nuova, l’Aquila ebbe una relazione strettissima con l’acqua: fontane e acquedotti nacquero insieme alla città e molta attenzione fu riservata all’acqua pubblica nelle norme di convivenza e nelle decisioni politiche.

A seguire Francesca Romana Stasolla (Terme in città) parlerà delle strutture termali come luogo di sviluppo di nuove forme di relazioni sociali e interculturali: dall’apporto di usi e costumi preromani, così come l’incidenza delle popolazioni germaniche e l’influsso del mondo orientale.

A chiudere torna la sezione “Orizzonti” con Il sogno di Ulisse: una storia umana del Mediterraneo. Il libro diJosé Enrique Ruiz-Domènec, pubblicato in italiano da UTET (2023, traduzione di Francesca Pe’) sarà oggetto di una conversazione tra tre grandi storici: Franco Cardini, Luigi Mascilli Migliorini e l’autore José Enrique Ruiz-Domènec. Dalla guerra di Troia all’assedio di Sarajevo, una storia globale di un Mediterraneo multiculturale con un focus particolare sui dieci fervidi secoli dell’età medievale, dalle crociate agli sbarchi dei migranti di oggi, illuminando territori nascosti dietro le spiagge e le città.

La serata d’autore di venerdì 5 luglio avrà come protagonista Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore della rivista “Domino” che con la lezione-spettacolo Geopolitica dell’acqua spiegherà le implicazioni politiche, economiche e sociali legate alla distribuzione e gestione delle risorse idriche a livello globale. Un racconto che spazierà tra geografia, politica ed economia per comprendere come l’accesso all’acqua influenzi le relazioni internazionali e le dinamiche di potere tra stati.

La giornata di sabato 6 luglio sarà dedicata alle Storie intorno all’acqua. A raccontarle saranno i professori dell’Università dell’Aquila Marcello Di Risio (Gli antichi segreti di un acquedotto romano), Andrea Bernardoni (Le macchine di Leonardo Da Vinci e la forza dell’acqua) e la docente di Storia della musica presso il Conservatorio Alfredo Casella – L’Aquila Daniela Macchione,(Il mare e la musica nel Medioevo). La mattinata sarà chiusa da un intervento di Federica Zalabra, direttore del Museo Nazionale d’Abruzzo – L’Aquila dal titolo “Da acqua e da Spirito”. Significati e simbologie nelle opere del Museo Nazionale d’Abruzzo.

Nel pomeriggio di sabato Franco Franceschi racconterà le Storie di lana e di seta:lo spettacolo dei mulini perennemente in moto con le loro grandi ruote connotava in modo peculiare il paesaggio delle città fluviali suscitando la meraviglia dei cronisti. Ma le macchine idrauliche non esaurivano la loro funzione nella macinazione dei cereali (e anche delle olive, dello zucchero o dei pigmenti per la tintura): l’acqua muoveva le mole per la molatura e l’affilatura dei manufatti metallici, le seghe per il legname, le gualchiere per la follatura dei panni di lana, i torcitoi da seta, i magli per modellare il ferro incandescente, disfare gli stracci nelle cartiere, pestare la canapa, battere la corteccia di quercia o la mortella necessarie alla concia delle pelli. Francesca Sogliani parlerà dell’acqua a Matera (L’acqua in un sito rupestre: il caso Matera), illustrando i metodi particolari della raccolta, conservazione e distribuzione delle risorse idriche meteoriche in ecosistemi urbani particolari come quelli di ambito rupestre. Antonio Musarra approfondirà il tema de La rivoluzione nautica del Medioevo spiegando il ruolo delle città medievali del Mediterraneo come laboratori perenni di scoperte e innovazioni, dai nuovi strumenti della navigazione alla nascita di una rete diffusa di porti e attracchi. A concludere, Fulvio delle Donne, con la lezioneFederico II di Svevia: la rotta della pace, condurrà il pubblico in viaggio dall’Adriatico alle rive del Giordano, parlando della crociata pacifica e controcorrente dello “scomunicato” Federico II di Svevia (1228-29) che – al contrario di quanto era sempre accaduto fino ad allora – permise alla cristianità di conquistare la Terra Santa senza alcuno spargimento di sangue, grazie ad accordi diplomatici siglati con il sultano al-Kāmil.

Dopo le parole, la musica. A conclusione della giornata l’Auditorium ospiterà il concerto di musica medievale in costume d’epoca per coro e voce Chiare fresche et dolci acque, eseguito da Concentus Serafino Aquilano, diretto da Manlio Fabrizi.

La serata d’autore di sabato vedrà come protagonisti gli storici Amedeo Feniello e Alessandro Vanoli con la lezione spettacolo Confinamenti. Un viaggio lungo il Mediterraneo alla ricerca di uomini, vita, sogno e approdi. Accompagnati alla chitarra da Carlo Mascilli Migliorini, Vanoli e Feniello ci porteranno in un particolare viaggio lungo il Mediterraneo alla ricerca di uomini, vite, sogni ed approdi.

La giornata di domenica 7 luglio si aprirà con la sessione dedicata ai Fiumi d’Europa. Aldo Ferrari parlerà de La Volga fra Ebraismo, Cristianesimo e Islam, raccontando la storia plurisecolare del più lungo e imponente fiume d’Europa, al centro di un sistema di chiuse e bacini in grado di collegare il Mar Nero, il Mar Caspio, il Mar Bianco e il Mar Baltico, teatro degli incontri e degli scontri tra Russi, cristiani e popolazioni musulmane come i Bulgari e i Tatari, sottomessi da Ivan il Terribile, ma ancora oggi presenti nella regione. Amedeo Feniello racconterà le tante sfumature del Tamigi nella lezione Dal fiume alla città: il racconto del Tamigi. Dalla Torre di Londra al London Bridge, la geografia urbana della capitale londinese si è adeguata al suo tortuoso fiume collegando con ingegno le due sponde della città e facilitando così il movimento delle persone e delle merci. Le aree lungo il fiume divennero centri di commercio e attività economiche, come la zona di Southwark e Lombard Street, la strada dove vivevano i banchieri italiani. Umberto Longo, presidente dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, terrà una lezione su uno dei più importanti fiumi italiani: Il Tevere, vena della Storia. Infine, l’archeologo Alfonso Forgione chiuderà la sessione mattutina con una lezione dedicata al fiume più importante dell’Abruzzo: L’Aterno (L’Aterno tra i due Abruzzi).

Il pomeriggio del 7 luglio sarà dedicato alle cosiddette “Repubbliche marinare”, termine tanto abusato quanto insufficiente per descrivere correttamente il complesso fenomeno delle città-stato italiane che, durante il Medioevo, hanno raggiunto un notevole sviluppo economico, politico e militare grazie alla loro potenza marittima: Venezia(Venezia, sposa del mare,Luciano Pezzolo), Genova(Genova, una storia di libertà, Gabriella Airaldi),Amalfi(Amalfi, un enigma storico e un mito storiografico, Bruno Figliuolo), Pisa(Pisa il sogno imperiale di una città mediterranea, Lorenzo Tanzini).

Alle 18.30 l’Auditorium ospiterà il concerto delle Cantatrici di Euterpe e Aquila Altera Ensemble Tromme e altri suono co’ multi giullari. L’Aquila 1308: festa per l’inaugurazione dell’acquedotto di Santanza, tratto dall’opera Suoni e immagini di una città. Musica all’Aquila tra Medioevo e prima Età moderna di Maria Antonietta Cignitti, Valentina Panzanaro.

Alle 21.15 la serata conclusiva del Festival avrà come protagonista Elisabeth Crouzet-Pavan con la lectio magistralis dedicata a  La Senna nella storia medievale. La storica francese di fama internazionale condurrà il pubblico in un viaggio lungo il celebre fiume parigino e delle sue molteplici anime: via di comunicazione, confine, naturale alleato difensivo, simbolo identitario.

La fiera del libro e i rievocatori. Le lezioni di storia saranno arricchite dalla fiera del libro e da rievocazioni, esibizioni, spettacoli, laboratori e visite guidate. Cuore del Festival, per tutti i cinque giorni della manifestazione, sarà il Parco del Castello che ospiterà il “Villaggio dei Rievocatori”, una vera e propria cittadella medievale che si svilupperà attorno all’Auditorium progettato da Renzo Piano. Saranno presenti gli accampamenti dei rievocatori aquilani e di un qualificato gruppo di associazioni di ricostruzione storica provenienti da altre regioni italiane. Templari, armigeri, arcieri, amanuensi e calligrafi, speziali, falconieri, sarte, sbandieratori, musici, artisti di strada saranno impegnati quotidianamente in attività didattiche, mostre ed esibizioni.

La celebre battaglia dell’Aquila, nella quale gli aquilani sconfissero Braccio da Montone, il capitano di ventura che per tredici mesi aveva tenuto sotto assedio la città, verrà ricordata nel contesto dell’anniversario (1424-2024) con la Disfida di Braccio, esibizione spettacolo in cui gli arcieri aquilani della Compagnia di Arcieri Storici Medievali Virtus Sagittae sfideranno il gruppo Arcieri Malatesta di Montone.

Nel Parco sarà allestito anche uno spazio dedicato alla Fiera del Libro, con tutte le novità delle maggiori case editrici e i grandi classici sul tema.

Il Festival si dimostra anche quest’anno un’occasione per instaurare un proficuo dialogo tra Università e associazioni cittadine, che organizzeranno in questo contesto attività, momenti di divulgazione e visite guidate.

Nei giorni del Festival è prevista anche l’apertura straordinaria del Bastione Est del Castello, sala espositiva del Museo Nazionale d’Abruzzo dedicata allo scheletro di Mammuthus meridionalis scoperto 70 anni fa in località Madonna della Strada di Scoppito. La sala, rinnovata dopo il terremoto con nuovi pannelli, un filmato, ospita oggi anche due documenti storici del 1954 (anno del ritrovamento) e una piccola mostra documentaria per ripercorrere le fasi di ritrovamento di uno dei più grandi e completi fossili di Mammut. Il Bastione sarà accessibile dal 4 al 7 luglio dalle 19.00 alle 23.00 (chiusura biglietteria alle 22.30). Domenica 7 luglio l’ingresso sarà gratuito grazie all’iniziativa “domenica al Museo”.