L‘Ape e l’Orso nella Valle del Giovenco per valorizzarne l’habitat. Ecco la proposta di PercOrsi Perduti, Salviamo l’Orso e Quelli di Amarena

BISEGNA – Valorizzare l’habitat naturale che ospita tra gli altri, Api e Orsi, due specie che con la loro sensibilità alla qualità dell’ambiente, fungono anche da indicatori della salute dell’ecosistema circostante.

L’idea progettuale nasce dalla volontà di alcuni soggetti portatori di interesse (apicoltori, naturalisti, enti, associazioni, agricoltori e privati) di aderire ad un progetto per la valorizzazione dell’Habitat, con particolare attenzione ad Api ed Orsi.

Queste specie sono sensibili ai cambiamenti climatici ed alla riduzione delle tradizionali attività di agricoltura nell’alta Valle del Giovenco, che stanno portando ad una desertificazione di risorse alimentari tradizionali, per la fauna locale.

Un’idea che ora è diventata una proposta, elaborata e presentata dalle associazioni PercOrsi Perduti, Queli di Amarena e Salviamo l’Orso.

Gli impollinatori sono fondamentali per le produzioni agricole e sono ritenuti indispensabili per ottenere oltre un terzo del cibo che consumiamo.

Fino a pochi decenni fa, la Valle del Giovenco era luogo un ricco di acque, Api, Orsi e tante altre specie animali che arricchivano la valle di Biodiversità. Oggi le Api e gli Orsi sono in notevole difficoltà proprio per la trasformazione dell’habitat.

“Noi vogliamo aiutarli a restare in questi territori. Le api allo stato selvatico impollinano piante, fiori ed erbe, questi di conseguenza fruttificano e creano alimenti per gli animali e per l’uomo stesso. Il loro è un ruolo fondamentale per la regolazione dell’ecosistema – scrivono i promotori dell’iniziativa -,e per garantire la produttività a scopi alimentari.

L’azione che si vuole portare avanti, seppur consapevole di non ricreare le condizioni degli anni passati, consiste in un piccolissimo sforzo per creare delle condizioni di supporto alle attività agricole in abbandono, all’habitat della Valle e ad un possibile ruolo educativo.

“Realizzare apiari a perdere, riportare alla fruttificazione frutteti abbandonati, seminare piccoli terreni con grano e mais a perdere, ripristinare vecchie sorgenti e sensibilizzare le popolazioni locali e turisti occasionali, è l’obbiettivo che si vuole raggiungere.

Siamo già partiti con la posa dei nidi artificiali per api mellifere ideato da WBA e cioè le Domus mellifera – scrivono le tre associazioni – , nell’ambito di una azione di rewilding . Gestiamo un apiario a perdere/dare.

Importante poi la semina di alcuni terreni per animali selvatici. Da anni piantiamo alberi da frutto e curiamo quelli abbandonati. La nostra proposta – concludono – rientra dunque tra le azioni concrete a tutela dell’ambiente e della flora e fauna selvatica e nello specifico è volta a:

  1. Sostenere e a studiare la popolazione selvaggia di Apis mellifera nella Valle del Giovenco, offrendo idonei siti di nidificazione per verificarne il popolamento e, successivamente, la sopravvivenza e riproduzione. Creare un giardino dell’Ape ed un percorso didattico lungo il quale, posizionare cartelli illustrativi, domus mellifere ed arnie di diverso genere, a scopo riproduttivo e didattico. Installazione di nuove cassette di nidificazione. Manutenere l’apiario a perdere che, oltre ad impollinare i vecchi e nuovi frutteti, potrà ricolonizzare l’intera area dando risorse alimentari (miele) agli orsi in prossimità del letargo Uno degli scopi principali del progetto è lo studio di queste api mellifere selvagge che, da quanto sta emergenl progetto è quindi mirato a facilitare il ripopolamento di questa specie nella valle ma ha anche l’obbiettivo di avviare uno studio volto a definire un profilo genetico di queste colonie. Il gruppo api della FEM è infatti interessato ad esaminare (con le più moderne tecniche di biologia molecolare) campioni di api mellifere provenienti, sia dalle colonie che in futuro potranno insediarsi nelle Domus mellifera che si intende collocare, sia da altre colonie selvagge come pure da colonie gestite in loco, per avere un più ampio quadro della composizione genetica delle api mellifere della Valle del Giovenco. I ricercatori coinvolti potranno studiarne il comportamento in assenza del contributo umano, quindi senza effettuare nutrizioni, disinfezioni o prelievi di favi o miele;
  2. Seminare piccoli terreni nelle vicinanze del bosco, per consentire agli orsi non tanto di nutrirsi con questo, viste le piccolissime quantità che si riusciranno a far fruttificare), ma ricreare almeno la presenza di alimenti primordiali, quali grano, mais, carote e bietole da zucchero, limitando lo spostamento in zone lontano dalla loro Core area;
  3. Riportare a fruttificazione i numerosi alberi da frutto abbandonati con potatura secca e rivitalizzazione della pianta Continuare con la semina di alberi da frutto per risorse trofiche negli anni a venire;
  4. Realizzare percorso dell’Ape. Breve sentiero nella valle, con segnaletica e cartellonistica che riporti la vita delle Api e degli Orsi in questi ambienti. Organizzare convegno con esperti del settore (P. Fontana- L. Sammarone), per proporre azioni divulgative su: o Rapporto Ape Orso o Tutelare l’integrità genetica delle popolazioni di api selvatiche locali o diffondere la cultura del ruolo ecologico e del benessere delle api o Diffondere la conoscenza sulle caratteristiche biologiche e comportamentali delle api e degli orsi allo stato naturale”.