17 Febbraio 1992/17 Febbraio 2022. Trent’anni di Tangentopoli. L’eutanasia della Democrazia
Sono passati trent’anni dall’arresto di Paolo Chiesa nel “Pio Albergo Trivulzio” di Milano, e la Democrazia italiana mostra di risentirli tutti e trenta.
Avezzano, poi, seguì di lì a poco, con la presunta Tangentopoli al Comune di Avezzano, che poi si estese ad altri enti e istituzioni, con la solita teoria, per quei tempi, di arresti eccellenti.
Un vero tornado che la giustizia portò nella politica italiana che, d’un colpo, eliminò, anzi, azzerò una intera classe dirigente.
Quel che dobbiamo chiederci a distanza di trent’anni è cosa ha portato e cosa è rimasto di quel “cambiamento?
Partiamo dalla seconda domanda. La risposta è breve.
La corruzione, stando a quel che abbiamo letto e visto in questi cent’anni almeno, è lungi dall’essere stata estirpata dalla politica italiana. E se ai tempi della Prima Repubblica si parlava di “illecito finanziamento ai partiti”, ora parliamo di corruzione al “dettaglio”, ovvero regalie a persone che ricoprono ruoli decisivi e decisionali.
Insomma, una sorta di “corruzione porta a porta”, come la raccolta differenziata…
Questo potrebbe essere un fatto endemico, umano. Alla fine già ai tempi dell’Impero romano i Senatori, non si colga alcun riferimento alla categoria o a persone specifiche ma solo una citazione storica, i “clientes” erano una categoria nota e per certi versi riconosciuta.
Ma il vero problema è il cosa ha determinato quell’azzeramento.
Il primo dato è che siamo passati dalla politica dei partiti, riconoscibili per ideologia e formazione filosofico-culturale, e per certi versi acne etico-morale, quasi sempre tradite, alla politica dei leader, del personaggio, del singolo.
Una politica che, man mano, ha permesso l’accesso solo a chi aveva anche mezzi e possibilità per sostenerla.
In fondo, lo possiamo dire, anche il Movimento Cinquestelle, nati sulla base della pari rappresentanza, nasce da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, con una struttura economica ben delineata basata sul web.
Ma la politica del Leader, del personaggio chiave, ha eliminato proprio la rappresentanza, la base come filtro decisionale nei partiti e, soprattutto, l’estrema fluidità dei singoli e delle alleanze. Tutto è uguale a tutto. E l’ultimo governo ne è la dimostrazione plastica.
Un tecnico delle banche alla Presidenza e una compagine che va da una presunta destra ad una presunta sinistra, passando per forze moderate, presuntivamente centriste.
E poiché è tutto “presunto”, nulla è delineato, questo quadro di politica “cellulare”, nel senso di “cellula”, è pronto a dividersi, scomporsi e ricomporsi in forme e colori diversi ed imprevedibili. Ma tutto, come nella migliore tradizione gattopardesca, per far finta di cambiare per non cambiare mai nulla
L’elezione del Presidente della Repubblica è un esempio lampante e la dimostrazione della incapacità politica dell’attuale classe dirigente di questo paese.
I partiti, quindi, non sono più tali. Li hanno chiamati “liquidi”, “leggeri”, “Fluidi”, “di Plastica”; ma la verità è che sono solo macchine elettorali a servizio di un leader e del suo gruppo dirigente.
Questo ha determinato una sorta di “Eutanasia della Democrazia”. In sostanza il popolo viene chiamato a votare, ma non a decidere, e chi ha la macchina pubblicitaria e del consenso più forte vince.
Vince ma, come dimostrano i risultati elettorali di questi trent’anni, non riesce ad avere un consenso tale per garantire una politica ed una direzione, e quindi scelte strategiche, chiare e durature dovendo per forza intermediarsi con altre forze.
La differenza con le alleanze della Prima Repubblica è fondamentale. Quelle erano alleanze politiche che si basavano su accordi di programma. Queste sono alleanze di potere, fra leader appunto, basate solo sulla volontà di detenere il potere e di impedire allo schieramento opposto di averlo.
Un problema, peraltro, che si è manifestato in modo drammatico nel centrosinistra (basti ricordare le tristi sorti dei Governi Prodi), con vittorie al fotofinish e alleanze super allargate.
Ma anche il centrodestra, dopo il passo di lato imposto a Berlusconi, ha avuto ed ha i suoi problemi, e i fatti di queste ultime tre settimane ne sono la controprova.
La Democrazia, quindi, è stata aggirata e sostituita dalle organizzazioni del consenso basato sulla comunicazione strategica e sul marketing politico. Nessun contenuto, solo forma e pubblicità.
La Democrazia della Seconda Repubblica, quindi, è una democrazia svuotata, alla quale è stata fatta l’eutanasia per sottrarla alla volontà popolare. Insomma, una Democrazia Virtuale ed Elitaria.
Concludiamo con una citazione: «Ciò di cui l’Italia ha ed avrà bisogno nei prossimi anni è e sarà una politica di rinnovamento, per sottrarre il sistema democratico alla sua decadenza ed alla sua continua involuzione, nel discredito e nell’inefficienza che allarga il fossato tra lo Stato e la società».
Volete sapere di chi è? Ve lo diciamo subito. Si tratta di Bettino Craxi, Segretario del Partito Socialista Italiano ed ex Presidente del Consiglio, forse vero obiettivo di Tangentopoli, uomo, prima che politico, al quale i dirigenti della Seconda Repubblica negarono la possibilità di tornare in Italia, senza manette e catene, per curarsi, lasciandolo morire in Tunisia, dove si era rifugiato per sottrarsi ad una serie di sentenze probabilmente già decise.
La Democrazia Virtuale è anche questo, l’annientamento e non il rispetto dell’avversario…