Spaccio di stupefacenti. Troppe le zone di Pescara a rischio
Pettinari (M5S): «Inutile spostare il problema da una parte all’altra. Servono decisioni coraggiose»
PESCARA – Resta un punto dolente, un nervo scoperto, un problema la cui soluzione sembra non riuscirsi a trovare mai, quello della sicurezza e della legalità nella zona di “Rancitelli” a Pescara e di altre zone “calde” della città adriatica abruzzese. Nei giorni scorsi, come sarà stato possibile leggere, sono state numerose le operazioni delle forze dell’ordine, incentrate soprattutto sull’arginare lo spaccio di stupefacenti che sta diventando a vera piaga di quel quartiere.
Ma la stretta fatta registrare nell’area del cosiddetto “Ferro di Cavallo” di Rancitelli, nota piazza dello spaccio di droga pescarese, sembra aver innescato una bomba pronta ad esplodere nelle altre zone a rischio della città, prima fra tutte Fontanelle e in particolare Via Caduti per servizio che, proprio nei giorni in cui si sono intensificati i controlli al Ferro di Cavallo, ha visto un aumento esponenziale di presenza di tossicodipendenti e fruitori di sostanze illegali davanti alle case degli spacciatori. A rendere pubblica questa situazione è il Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che, questa mattina, è sceso in strada con i cittadini dell’”Associazione Insieme per Fontanelle”, guidati dal presidente Nello Raspa.
«Queste sono le controindicazioni di una visione miope e lontana dalla realtà – spiega Pettinari – Pescara è una città relativamente piccola che però presenta grandi piazze di spaccio: Rancitelli, Ferro di Cavallo, Fontanelle Via Caduti per servizio e zona ospedale Via Rigpopiano/Passo della Portella. Continuare a pensare a queste realtà come indipendenti l’una dall’altra è un errore grossolano che solo chi non conosce “la strada” può commettere. È ovvio che intensificando i controlli in una sola parte e lasciando all’abbandono altri quartieri il problema dello spaccio si è solamente spostato di qualche chilometro. In questi giorni a Fontanelle stiamo assistendo a scene raccapriccianti: tossici, di ogni età ed estrazione sociale, in fila davanti alle case dei noti spacciatori della zona. Balordi che urinano negli androni dei palazzi e spaventano i residenti che rincasano dal lavoro o dalle attività quotidiane. Insomma un vero e proprio incubo in un quartiere che sembrava iniziasse a vedere la luce dopo anni di battaglie dei cittadini onesti che lo abitano. Le zone dello spaccio di Pescara vanno pensate come vasi comunicanti – continua il 5 stelle – se l’intervento di controllo non avviene massicciamente in tutti i quartieri interessati il problema si sposta, ma non si risolve. Sono anni che chiedo, insieme a tanti cittadini, l’istituzione di posti fissi di Polizia, ma le nostre richieste rimangono inascoltate da chi dovrebbe intervenire. Si continua con blitz a orologeria (sicuramente meglio di niente) che mettono a tacere per qualche mese un quartiere, mentre chi delinque fa i suoi porci comodi altrove, e poi torna tutto come prima. Le nostre proposte sulla sicurezza sono chiare a tutti, tranne, forse, a chi dovrebbe ascoltarci: posti fissi di polizia; dove necessario l’ausilio dell’esercito attuando l’operazione strade sicure, telecamere di videosorveglianza continue e sfratto nelle case popolari degli occupanti abusivi e di chi non ha più i requisiti di assegnazione perché ha utilizzato, o utilizza, l’alloggio popolare, e i locali pertinenti, per delinquere. Sono proposte attuabili, per alcune di queste basterebbe applicare la legge regionale 96/96 che però non viene sempre applicata da chi è al governo della regione e alla guida del comune. Rivolgiamo un accorato appello al Prefetto di Pescara, che ringraziamo per la sensibilità mostrata, affinché vigili sull’osservanza della normativa regionale di settore e sia di sprono verso il Comune e la Regione. A Fontanelle, per esempio, stanno aumentando le occupazioni abusive e, inoltre, chi non ha più i requisiti per mantenere le case continua indisturbato a vivere nei beni pubblici. Sfrattare chi non ha diritto o occupa, in violazione della legge penale, è consentito anche dalla legge dello Stato, quindi chi ha potere di agire non ha scuse. Perché non si procede? Sfrattare i delinquenti e riassegnare immediatamente alle persone oneste che sono in graduatoria per le case aiuterebbe anche a riqualificare il tessuto sociale delle periferie e renderebbe molto più agevoli le operazione di controllo sulla sicurezza. Non ci stancheremo mai di ripetere queste cose perché sono i cittadini che ce lo chiedono ed è assurdo che il centro destra continui a non sentire e a limitare in spettacolari azioni spot la politica sulla sicurezza nelle periferie. Servono fatti, non propaganda!
A queste zone molto calde si aggiungono altre a rischio come Zanni, San Donato, Borgo Marino. Quartieri che vivono costantemente con i problemi legati alla sicurezza e non solo. Alcune di queste zone sono invivibili anche per la scarsa manutenzione delle case, delle strade e delle barriere architettoniche, ad esempio le case Gescal dove se il problema della sicurezza non è sentito si vive in un disagio costante proprio per la mancanza di strutture adeguate. Uscire da questo stallo si può, le periferie di Pescara possono e devono tornare a essere quartieri in cui le famiglie vivono serenamente, ma ci vuole la volontà politica di capire gli errori commessi e correggerli. Noi ci siamo, attendiamo che anche gli altri facciano la loro parte con responsabilità e fermezza», conclude Pettinari.
Insomma, se i controlli si intensificano in una zona, esplode il problema da un’altra parte e così facendo il giro di tutta la città adriatica. Il problema, ci permettiamo di contribuire alla discussione, non è solo di controlli e di repressione, ma soprattutto di rendere vivibili e sicure a prescindere le aree di Pescara, soprattutto quelle periferiche, con quegli interventi di valorizzazione e riqualificazione che naturalmente portano fuori i fenomeni della criminalità. Fare poi delle politicihe del lavoro e dell’occupazione, serie e concrete, sarebbe il massimo, praticamente l’eccellenza. E Pescara, con le sue infinite possibilità legate al turismo e alla cultura, soprattutto, ma anche all’ambiente e alla via del mare, ha tutte le carte in regola per poter promuovere uno sviluppo interno considerevole.