Sanità delle aree interne. Pietrucci: «Aquilano penalizzato anche nelle risorse per la riabilitazione»
L’AQUILA – La provincia dell’Aquila cenerentola sanitaria anche nelle risorse che la Regione Abruzzo ha attribuito per le attività di riabilitazione. A sostenerlo è il consigliere regionale di opposizione del Pd, Pierpaolo Pietrucci che, atti alla mano, dimostra come, in sostanza, anche in questo settore, la Asl1 ha ricevuto meno della metà dei fondi, in termini di valore annuo per singolo abitante, rispetto alle altre province abruzzesi.
Una analisi che, se confermata, e non abbiamo dubbi che sia così perché Pietrucci porta in evidenza i dati della stessa Regione Abruzzo, dimostra come, in buona sostanza, la sanità dell’aquilano soffra pesantemente di una sottovalutazione generale di investimenti e soprattutto di interesse della politica.
Questa la nota esplicativa del consigliere regione Pierpaolo Pietrucci: «Il 18 dicembre scorso ho depositato una interpellanza per denunciare l’assurda sperequazione esistente nell’attribuzione di risorse regionali alle attività di Riabilitazione nella provincia dell’Aquila. Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010 aveva stabilito il fabbisogno dei posti letto extraospedalieri, le prestazioni erogabili per ambito territoriale i conseguenti volumi di spesa. E i successivi Decreti del Commissario ad Acta (52/2012 e 49/2016) per razionalizzare la rete di assistenza territoriale, hanno fissato il fabbisogno delle attività di riabilitazione per ASL. Ma invece di riequilibrare la spesa, si è finito per sbilanciarla con una assurda disparità di trattamento che la pandemia ha evidenziato, una volta di più. La Regione infatti (come riportato dalla stampa il 6 dicembre scorso) attribuisce alle singole Asl i seguenti budget:
E’ clamorosa la mancata corrispondenza tra il fabbisogno e il budget attribuito: la stessa Asl1 segnala un considerevole saldo negativo per mobilità passiva (per prestazioni riabilitative in strutture fuori provincia o fuori regione) e l’UOC di Medicina Riabilitativa dell’ospedale San Salvatore denuncia che per molti pazienti è costretta a chiedere il trasferimento presso le strutture riabilitative private, con grave disagio per chi deve fruire di assistenza e cure in luoghi distanti dalla propria residenza. Col pretesto della riorganizzazione della rete territoriale e della auspicata e attesa ripartizione delle risorse per quota capitaria, la Regione viola i principi di riequilibrio del DCA 52/2012, genera privilegi e discriminazioni finendo per mortificare le esigenze riabilitative dei cittadini della provincia dell’Aquila. E’ indispensabile rivedere il criterio di ripartizione delle risorse a disposizione nel contesto provinciale e delle singole strutture private accreditate. Si convochi subito un Tavolo di confronto con gli Uffici, le strutture interessate, le forze sindacali per avviare un processo di riequilibrio delle risorse e assicurare le attività riabilitative indispensabili».
Insomma, che si parli di ospedali, d tamponi, di vaccini, di ospedali o di strumentazioni, la morale è sempre la stessa con la Regione Abruzzo: l’aquilano può attendere, abbiamo altro a fare. E, allora, non è questione di cambiare un Direttore generale, sanitario o amministrativo di una Asl, si stratta d mettere su una vertenza sanità della provincia aquilana e fare in modo che alla Regione Abruzzo qualcuno inizi a capire che in questa zona nessuno è più disposto a sopportare questo trattamento da terzo mondo.