Commissario Gran Sasso. Incontro pubblico con cittadinanza e associazioni a Teramo venerdì 14 Febbraio
TERAMO – “Il tema della sicurezza del patrimonio idrico del Gran Sasso è un tema prioritario della mia azione da parlamentare della Repubblica in quanto interessa la salute di quasi 700.000 cittadini della provincia di Teramo e de L’Aquila. In questo momento ritengo indispensabile coinvolgere ed informare tutta cittadinanza su quanto è stato fatto fino ad oggi” dichiara il deputato del Movimento 5 Stelle Fabio Berardini. ..“Per questo motivo venerdì 14 febbraio alle ore 18 presso l’hotel Abruzzi a Teramo è stato organizzato un incontro pubblico in cui il Commissario, il Prof. Corrado Gisonni, si metterà a disposizione del territorio per informare i cittadini e per raccoglierne le istanze. Il Commissario, che ha già avviato tavoli tecnici con gli enti interessati, ha accolto con entusiasmo il mio invito dimostrando grande spirito di condivisione e trasparenza.” continua il Deputato.
L’incontro è pubblico ed aperto a tutti coloro che sono interessati al tema: cittadini, associazioni, rappresentanti di categoria, enti pubblici. I partecipanti potranno confrontarsi con il prof. Gisonni sullo stato dell’arte e su tutte le problematiche collegate alla messa in sicurezza della nostra acqua.” conclude Fabio Berardini.
E24: Chiediamo ragguagli al vicepresidente del Wwf Dante Caserta , sul fenomeno contaminazione che varie volte ha interessato la sorgente del Traforo , principale fonte di approvvigionamento della rete che distribuisce acqua potabile a settecentomila persone , mezza popolazione d’Abruzzo praticamente. La manipolazione di sostanze pericolose presso i laboratori dell’INFN desta preoccupazione ….
Caserta: “La vicenda dell’interferenza tra l’acquifero del Gran Sasso e le gallerie autostradali e i Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è nota da circa 20 anni. Come WWF fummo i primi a denunciare la problematica delle sostanze pericolose stoccate nei Laboratori. Fummo minacciati di essere denunciati per “procurato allarme”, poi i fatti ci hanno dato ragione e oggi, dopo i vari incidenti registrati che in un caso – nel maggio del 2017 – hanno comportato anche il divieto di consumo di acqua per quasi tutta la provincia di Teramo, tutti lo riconoscono. Siamo molto interessati ad ascoltare come intende procedere il Commissario Gisonni. Ricordiamo che in passato è già stato nominato un commissario straordinario che ha avuto a disposizione e speso più di 80 milioni di euro per la messa in sicurezza. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un dato importante su cui come Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso formato dal WWF e da altre associazioni ambientaliste e di consumatori pretendiamo che il Commissario Gisonni fornica garanzie è quello di assicurare informazioni chiare e tempestive su quello che si andrà a fare. Non vogliamo assolutamente ripetere l’esperienza del precedente commissariamento quando sui lavori sotto il Gran Sasso scese un vero e proprio silenzio, nonostante erano state proprie associazioni come il WWF ad aver sollevato e individuato per prime il problema”.
E24: All’interno delle gallerie del Gran Sasso una delle varie ispezioni effettuate dal Noe (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri) ha rilevato la presenza di una intercapedine sconosciuta ed il posizionamento di dreni (tubi sotterranei che offrono all’acqua percorsi alternativi) a decine di metri di profondità nel cuore della roccia da cui sgorga acqua che alimenta gli sbarramenti e viene distribuita da Ruzzo Reti. Ricordiamo anche che è in piedi una inchiesta aperta dalla Procura di Teramo sull’inquinamento delle falde acquifere del Gran Sasso, mentre una precedente inchiesta seguita ad uno sversamento di materiali tossici verificatosi nel 2002, si chiuse con il patteggiamento.
Sul punto continua Dante Caserta: “Il quadro è noto. Laboratori e gallerie non sono sufficientemente impermeabili verso l’esterno e sono immersi in un acquifero fondamentale per l’approvvigionamento idrico di centinaia di migliaia di persone, che peraltro si trova all’interno di un parco nazionale e di siti di protezione ambientale di livello europeo. Qui la natura e la salute dei cittadini dovrebbero essere salvaguardati al massimo livello. Non è stato così e non è così neppure ora. Dopo due decenni il problema non è stato affrontato con sufficiente determinazione. L’inchiesta della magistratura deve portare ad accertare le responsabilità di questa situazione, ma sarà anche utile a conoscere il problema in maniera approfondita per poterlo risolvere una volta per tutte. Da questo punto di vista bene ha fatto la Procura di Teramo a inviare a tutte le amministrazioni locali, regionali e nazionali la perizia fatta durante le indagini: tutti sono chiamati a fare qualcosa!”
E24: Parliamone anche con il geologo, dottor Luca di Carlantonio. Lei sarà presente all’incontro nella doppia veste Delegato Ambiente e Paesaggio della Delegazione FAI di Teramo e presidente dell’Aitap (Associazione Italiana Tecnico – scientifica per l’Ambiente e Paesaggio. Nel Traforo più grande d’Europa, Strada dei Parchi avanzò un anno fa, l’ipotesi di realizzare un nuovo tunnel di sette chilometri nel cuore della montagna. La cosa non è andata in porto anche grazie ad una vigile azione di giornalismo di inchiesta, e all’attivismo ambientalista che vede partecipi molte associazioni sul territorio. Insomma fra tuti gli interventi da fare, fra la messa in sicurezza dei laboratori dell’INFN, la situazione dell’autostrada, che per stessa ammissione del concessionario è preoccupante, «Guardi che quest’autostrada se ne cade a pezzi, col terremoto i ponti sono tutti infragiliti come fuscelli al vento, il cemento è farina, il ferro è ruggine. Lo sa il governo, lo sa il ministro Delrio. Carlo Toto», andare a prospettare un nuovo tunnel appare abbastanza sconsiderato. Ma la paventata ipotesi, fortunatamente, non si è concretizzata. La situazione è complessa perché si tratta di conciliare esigenze di tutela e salvaguardia dell’ambiente, ma , al tempo stesso rendere fruibili e sicure infrastrutture strategiche quali sono appunto INFN ed una importante arteria autostradale , quale è l’A24….
Luca Di Carlantonio: “Si, sarò a rappresentare le due associazioni al fine di perseguire lo stesso fine: quello di salvaguardare la nostra acqua. È un tema molto sentito dalla cittadinanza e la giornata di venerdì sarà molto importante, in quanto ci sarà l’incontro pubblico con il commissario delegato. Già circa 10 anni fa mi ero reso conto di volere cambiare qualcosa nel sistema, qualcosa che riguardasse la salvaguardia del nostro ambiente. Poi ho deciso di costituire l’AITAP, un’associazione cha ha come finalità la ricerca e la sostenibilità ambientale, passando per l’educazione ambientale, la divulgazione e la salvaguardia di aree protette e non. Vantiamo già dei rapporti diretti con alcune università italiane, con cui siamo e saremo a diretto contatto nell’organizzare convegni, incontri con la cittadinanza aventi tematiche geologiche, ambientali, disaster management, sicurezza e molte altre. È un’associazione attiva su tutto il territorio nazionale, pertanto gli obiettivi sono molteplici. Ma vorrei partire dalla Val Vibrata, per un suo risanamento sia dal punto di vista ambientale sia nella costruzione di sistemi di sicurezza adatti ad ogni comune. Sono già partite alcune idee con università e tecnici per avviare questo importante progetto. Ultimamente AITAP ha lavorato anche alla presentazione agli enti di sofisticati sistemi che utilizziamo in protezione civile e che probabilmente potrebbero risultare utili anche in questa situazione complessa del Gran Sasso. Sicuramente sarà un bell’incontro, dal quale spero vivamente usciranno ottime soluzioni e risoluzioni dei problemi delineati. Venendo al problema Gran Sasso, l’acquifero è il più importante acquifero carbonatico dell’Appennino; era considerato, fino a poco tempo fa, una grande banca dell’acqua. Ma oggi presenta numerose criticità, ahimè molte delle quali generate proprio dall’uomo. Ed è proprio a causa di tutte queste criticità che risultano a dir poco irrisolvibili fino ad oggi, che è stato nominato il commissario. I temi di cui si parlerà saranno svariati: la mancata impermeabilizzazione di alcune aree dei laboratori, ma anche quella dei tratti autostradali (che tanto clamore mediatico crearono nella cittadinanza qualche anno fa), la pericolosità sismica dell’area molto elevata, la perdita di carico generata tra gli anni 70 e 80 durante la realizzazione delle gallerie, la presenza di alcuni pozzi profondi che risultano non sigillati, la presenza del laboratorio dell’INFN al di sopra dell’acquifero, la limitazione della carreggiata stradale da due corsie ad una sola, creando disagi alla viabilità. Essi sono tutti elementi che potrebbero creare problematiche serie al sistema di equilibrio idrico. Escludo la possibilità di realizzare il terzo tunnel per una serie di motivazioni, ma vedo molto vicina la messa in sicurezza definitiva dell’acquifero con impermeabilizzazioni del tratto autostradale e dei laboratori. Da non sottovalutare gli aspetti che ho considerato sopra, come la pericolosità sismica e gli scenari di rischio connessi, il piano di emergenza esterno del sistema e il piano provinciale di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili. Per evitare scarichi di responsabilità su altri enti, direi che ormai è tardi per guardare al passato. Pertanto, quello che farò sarà sicuramente proporre soluzioni innovative, al netto degli eventi passati e degli sbagli fatti.”
Vogliamo chiudere con una frase di Kofi Annan premio Nobel per la Pace nel 2001 “La nostra sfida più grande in questo nuovo secolo è di adottare un’idea che sembra astratta – sviluppo sostenibile.”