Un Cioccolatino Storico. “Laudato sie mi’ Signore”, quando San Francesco d’Assisi passò per la Marsica

AVEZZANO – Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al consueto appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. In occasione della festa di San Francesco d’Assisi, santo patrono d’Italia, ci piacerebbe raccontarvi la storia di quando il Poverello di Assisi passò per le strade della Marsica.

In foto: La prima immagine di San Francesco d’Assisi (Subiaco)

E nel raccontarvi questa affascinante vicenda storica chiederemo aiuto ad un grande marsicano del passato, Tommaso da Celano (biografo di Francesco d’Assisi) che nella “Vita Seconda” ci da delle preziose informazioni.Ma facciamo prima il classico passo all’indietro nel tempo…Sappiamo che Francesco d’Assisi passò per due volte nella Marsica:

  • La Prima Volta: nell’inverno tra il 1215 e il 1216 soggiornando a Marruvio (attuale San Benedetto dei Marsi) nella località denominata “Luogo” ove passò la notte con i poveri del luogo nei pressi dell’antico anfiteatro. In questo primo viaggio, Francesco convinse un giovanotto marsicano nel seguirlo, tale Tommaso da Celano;
  • La Seconda volta: molto probabilmente tra il 1219 e il 1222 successivamente alla fondazione del convento di Poggio Cinolfo (frazione di Carsoli) passando per i centri importanti della Marsica come Celano, Pescina e nuovamente San Benedetto dei Marsi.

Ovviamente in questi due “passaggi” nella Marsica, il Santo compì gesti di carità e di insegnamento nei confronti dei suoi frati.

In Foto: La mappa della Diocesi dei Marsi redatta da Muzio Febonio

Ad esempio, nel III capitolo della “Vita Seconda” (673 86) troviamo il racconto di quando Francesco regalò il suo mantello (a modi di San Martino di Tours) ad una vecchiarella nei pressi di Celano. Qui Tommaso da Celano parla di inverno, quindi si ricollega (sicuramente) alla prima visita.

In Foto: Giotto, San Francesco dona il manto ad un povero (Assisi, Basilica Superiore)

Così leggiamo:

“Un inverno a Celano Francesco portava addosso avvolto come un mantello, un panno che gli aveva prestato un amico dei frati, di Tivoli. Mentre alloggiava nel palazzo del vescovo dei Marsi, s’imbatté in una vecchierella, che chiedeva l’elemosina. Slacciò subito il pezzo di stoffa dal collo e, quantunque appartenesse ad altri, lo donò alla povera vecchierella, dicendo: «Va’, fatti un vestito, ché ne hai veramente bisogno». La vecchietta, piena di stupore,–non so se per timore o per la grande gioia–prende dalle sue mani il panno e si allontana il più velocemente che può, lo taglia subito con le forbici per evitare, che ritardando, abbia a doverlo restituire. Ma, visto che il pezzo di stoffa, una volta tagliato, non basta a confezionare un vestito, fatta coraggiosa dalla benevolenza sperimentata poco prima, ritorna dal Santo e gli espone come la stoffa è insufficiente. Questi allora si rivolge al compagno, che ne ha indosso altrettanto, e gli dice: «Senti, fratello, quello che dice questa vecchierella? Sopportiamo il freddo per amore di Dio e dona a questa poveretta il tuo panno perché possa terminare il suo vestito». Come l’aveva dato lui, lo donò anche il compagno ed ambedue rimasero spogli, per rivestire la vecchietta”.

In foto: Giotto, Morte del Cavaliere di Celano (Assisi, Basilica Superiore)

Viceversa, nel XIII capitolo (sempre della “Vita Seconda “, VV. 627 42) Tommaso ci racconta di come lo stesso Francesco aiuta un suo frate nel superare gravi tentazioni.

Così leggiamo:

“Durante la permanenza del Santo nello stesso luogo, un frate della custodia della Marsica–uomo di spirito–, era provato da gravi tentazioni. «Oh–pensò in cuor suo–se avessi con me qualcosa di Francesco, anche solo un pezzettino delle sue unghie, credo che di certo svanirebbe tutta questa burrasca di tentazioni e ritornerebbe, con l’aiuto di Dio, il sereno». Ottenuto il permesso, si reca al luogo ove era Francesco ed espone il motivo ad uno dei compagni del Padre. «Non credo–gli risponde–che mi sarà possibile darti un ritaglio delle sue unghie, perché quando gliele tagliamo, comanda di buttarle via e di non conservare nulla». Proprio in quel momento chiamano il frate e gli dicono di recarsi dal Santo, che lo desiderava: «Figlio mio, –gli dice — cerca le forbici per tagliarmi subito le unghie ». Quello presentò lo strumento che teneva già in mano a questo scopo e, raccogliendo i ritagli avanzati, li consegnò al frate, che li aveva chiesti. Questi li prese con devozione, li conservò ancor più devotamente, e subito fu liberato da ogni tentazione”.

In Foto: San Francesco d’Assisi e i suoi frati

E che San Francesco d’Assisi protegga sempre tutti noi e la nostra cara Italia.

Un Abbraccio Storico

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