Oggi 16 ottobre è la Giornata Mondiale del Pane, alimento centrale in tutte le culture e patrimonio da tutelare

Dal 1981 ogni anno il 16 ottobre si festeggia la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, organizzata dalla FAO.

Dal 2006, è stato istituito nello stesso giorno il World Bread Day, ovvero la Giornata Mondiale del Pane.

Nonostante la crisi che rischia di mettere in ginocchio la filiera dell’arte bianca, la Giornata mondiale del pane è l’occasione per celebrare la centralità di un cibo che ha sempre unito, attraverso i secoli, popoli, culture e religioni.

Perché il pane, oltre alla sua valenza simbolica, soprattutto nel nostro Paese, costituisce “anche un inestimabile patrimonio culturale da tutelare e da promuovere con circa 250 le tipologie di pane che raccontano la storia dell’Italia, delle sue Regioni, delle sue collettività”, sottolinea Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia (Federalimentare/Confindustria).

Quella del pane è una storia antichissima, lunga più o meno quanto quella dell’umanità: nelle caverne degli uomini primitivi gli archeologi hanno ritrovato chicchi di cereali che venivano utilizzati come alimento integrante della carne.

I chicchi di cereali venivano frantumati fra due pietre e poi mescolati con acqua per preparare una pappa cruda molto nutriente.

Ricostruzione museale di donna preistorica che macina cereali

Ma sono stati gli Egizi i primi veri panettieri che hanno posto le basi affinché il pane potesse conoscere un successo senza fine e senza frontiere: eccellenti agricoltori, fra tante piante scelsero il frumento come base della loro alimentazione.

Nelle famiglie più ricche erano le serve che avevano il compito di frantumare nel mortaio i chicchi e di separare con il setaccio la parte nutritiva del chicco dall’involucro che lo racchiude per poi macinarli tra due pietre. La farina così ottenuta veniva mescolata con l’acqua, impastata a lungo e cotta su pietre.

I Greci, successivamente, raggiunsero una grande abilità nella preparazione di pane e focacce che condivano con olio, ammorbidivano con latte, aromatizzavano con pepe e altre erbe, impastavano con il vino e il miele.

All’inizio erano le donne che si occupavano della panificazione poi furono gli uomini. I fornai greci furono i primi a lavorare il pane di notte, in modo che la gente al mattino, lo trovasse cotto, fresco e croccante.

A Roma, invece, il pane entrò nell’uso quotidiano soltanto verso la fine del periodo della Repubblica: stando a quanto racconta Plinio, la sua cottura fu introdotta nel 168 a. C., ad opera di alcuni schiavi catturati in Macedonia dopo la sconfitta del re Perseo.

Gli antichi popoli Italici vivevano in un territorio fertile che coltivavano a cereali, tra cui il farro, allora molto diffuso e da cui deriva la parola farina.

A Roma sorsero le prime botteghe per lo smercio di pane e, per la prima volta, comparve la categoria dei mugnai e successivamente quella dei fornai panettieri.

L’ invenzione dei mulini, infine, è dovuta alla Francia, dove Quinto Candido Benigno fece costruire otto mulini mossi contemporaneamente da un forte getto d’acqua che producevano una grande quantità di farina.

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