Paesi fantasma in Abruzzo: Borgo Buonanotte e la leggenda di una battaglia e di un re che ne cambiarono il nome e le sorti
Buonanotte Vecchio è un borgo medievale, in provincia di Chieti, adagiato sul Monte Vecchio con una fantastica vista sulla valle e sul fiume Sangro, risalente al XII secolo.
Pare che il suo nome originario non fosse Buonanotte, ma Malanotte.
L’origine dei due toponimi discende, secondo una leggenda, ad un episodio di guerra locale dove gli abitanti subirono una sonora sconfitta.
Il prezzo da pagare per la disfatta fu quello di concedere, per una notte, le mogli ai vincitori.
Da questa vicenda, per gli abitanti “traditi” fu Malanotte, mentre per i vincitori “Buonanotte”.
Per altri invece questo nome ha ben altra origine.
Sempre secondo una leggenda, in una notte di bufera capitò un reale che si fermò al castello per ripararsi.
A causa dello stop forzato e dell’infuriare della tempesta, il nobiluomo decise di chiamarlo Castello di Malanotte.
Il re, successivamente, decise di farvi ritorno in un bellissimo giorno estivo, dove poté invece constatare la bellezza e la serenità del luogo e scelse di “ribattezzarlo” in Castello di Buonanotte.
Lasciando le leggende e tornando alla storia, sappiamo che il borgo fu un feudo che, dal XV secolo in poi, passò di mano in mano da Antonio Caldora fino alla famiglia Annecchino. Poi fu dei Ricci di Lanciano e successivamente di Marino Caracciolo sino ad arrivare al 1757, quando il borgo divenne di proprietà, anche se alla lontana, degli eredi dei Medici di Firenze.
Grazie ad alcuni documenti ritrovati, è stato possibile ricostruire l’evoluzione demografica del borgo:
1447 – 7 famiglie
1532 – 21 famiglie
1535 – 25 famiglie
1561 – 34 famiglie
1595 – 17 famiglie
1671 -17 famiglie
1732 – 17 famiglie
Nel 1969 gli abitanti, stanchi di essere canzonati per il nome del loro borgo, decisero di sostituirlo con Montebello sul Sangro.
Abbandonato a seguito di una frana agli inizi degli anni 70, Montebello venne ricostruito più a valle, mentre il vecchio paese è ormai completamente abbandonato e diroccato.
La particolarità risiede nel fatto che, seppure non sia facile passare tra le piante incolte e le macerie dei vari crolli, nelle vecchie abitazioni sono rimasti i mobili, i caminetti, i letti come avessero fermato il tempo tra natura e silenzio.