Il castello più antico d’Abruzzo affascina la Valle Peligna tra leggende e realtà
PACENTRO – Il fascino dei castelli è da sempre interprete di maestosa imponenza descrittiva e a Pacentro, paese di particolare entità poiché definito tra i borghi più belli d’Italia, erge sul monte Morrone il castello di Caldora o dei Cantelmo, una spettacolare struttura, in matrice rinascimentale che, situata a settecentodiciotto metri di altitudine con basamento trapezoidale, affascina di storia e cultura la nostra regione.
La costruzione, risalente tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400, presenta una doppia cinta muraria di cui la più antica è posta all’interno, mentre quella esterna è riconducibile all’epoca dei Cantelmo.
Molteplici sono gli stemmi che ornano l’ingresso e le torri, ma il più leggibile è quello degli Orsini.
Inoltre, vi sono tre bastioni circolari che ornano morbidamente la struttura infondendone un apparato artistico che movimenta l’operato strutturale di efficacia completezza difensiva.
Storia e leggende ci conducono nelle costruzioni delle tre torri
Le torri, che rendono la paesaggistica della Valle Peligna particolarmente suggestiva, sono nominate con criterio identificativo.
Attenzionando “la torre del Re”, realizzata a cinque facciate, alta venticinque metri e posta a nord-ovest dietro il ponte levatoio, ne incentreremo la figura del feudatario che, dopo aver preso possesso del castello, in rito cerimoniale si affacciava sopra di essa.
“La torre fantasma” invece, situata a nord-est, a causa di una leggenda legata al barone Roberto di Licinardo, è divenuta la più curiosa delle tre, generando opinioni singolari da parte degli osservatori che, con molta attrazione, ne profilano delle analisi personali.
Ebbene, proprio nella leggenda, si narra che il barone venne falsamente annunciato morto a sua moglie Margherita di Braj e che la stessa, apprendendo la dolorosissima ma finta notizia sul decesso del suo amato, per dar pace al suo inconsolabile dolore si gettò dalla torre.
Pertanto, a seguito di quest’atto decisamente drammatico, il barone decise di omaggiare sua moglie facendone scolpire il volto proprio sulla torre che la condusse a miglior vita.
Tuttavia, nelle svariate ipotesi, non è da escludere un’altra versione rappresentativa, ovvero che il viso ritratto sulla torre possa figurare Rita Cantelmo, madre del condottiero Jacopo Cantelmo.
In ultimo, focalizzando l’attenzione sulla “torre d’assedio”, collocata a sud-est e alta dodici metri, ci impregneremo fascinosamente della struttura più antica che vi è nella fortezza.
Purtroppo però, la stessa, non beneficia più della parte superiore, poiché venne danneggiata nel 1230 dall’attacco dell’esercito imperiale di Federico II di Svevia.
Lo scenario suggestivo è narrante sul significato storico
Nella foto in basso, il piazzale interno merletta lo scenario con la complicità del tramonto, scaldandone le mura con il riflesso dei raggi solari e vestendone liricamente l’immagine storica che vi è intessuta al presente.
D’altro canto, il castello di Pacentro essendo il più antico d’Abruzzo è manifesto di un tempo che permane fra storie, misteri e leggende, creando una sorta di favola visiva che, incastonata nelle molteplici realtà, genera ancora ad oggi delle interessanti analisi al fine di approfondirne sempre più la nostra conoscenza.