Maielletta, via l’ecomostro tra Rifugio Pomilio e Blockhaus: demolito il traliccio 40 metri costruito nella zona di protezione speciale
CHIETI – Sparito sulla Maielletta l’ecomostro tra Rifugio Pomilio e Blockhaus, traliccio porta-antenne di 40 metri innalzato nel 2005 perché ritenuto opera necessaria alla difesa nazionale e poi finito al centro di un contenzioso fra Parco Nazionale della Maiella e Guardia di Finanza.
Dopo un accurato intervento di demolizione, nell’area, a 1995 metri di quota, sono state messe a dimora piantine di pino mugo provenienti dal Vivaio delle Piante Autoctone del Parco ed è stata ultimata la semina di fiorume raccolto in loco.
La postazione ripetitrice in ponte radio – il traliccio metallico e una struttura in cemento armato alta 7,5 metri con superficie di 49,6 mq, era stata realizzata nel territorio di Pennapiedimonte (Chieti) nonostante il diniego dell’Ente Parco in quanto l’area è in zona A di Riserva integrale del Piano del Parco, all’interno di zona di protezione speciale e del Sic “Maiella”.
A commissionarla era stata la Guardia di Finanza-Reparto Tecnico Logistico Amministrativo Abruzzo con sede all’Aquila. I lavori per realizzare l’opera sono stati oggetto nel 2004 di ordinanza di sospensione emessa dal Parco, ritenuta legittima dal Consiglio di Stato, sentenza cui hanno fatto seguito una circolare del ministero dell’Ambiente nel 2006, che ribadisce la necessaria sottoposizione al potere autorizzativo degli Enti parco, e una sentenza del Tar Abruzzo del 2007 che nega la revoca dell’ordinanza di sospensione lavori.
Nel 2015 il Parco fornì indicazioni operative per la demolizione. A inizio 2019 il Reparto Tecnico Logistico Amministrativo Abruzzo della Finanza presentò un’ipotesi di riqualificazione; il Parco promosse incontri con le amministrazioni locali, ma non si arrivò a un accordo.
Con provvedimento dell’Ente del luglio scorso sono stati rilasciati nulla osta e parere sulla Valutazione di incidenza al progetto per la demolizione.
“Purtroppo nell’area – osservano il presidente e il direttore del Parco, Lucio Zazzara e Luciano Di Martino – rimane il groviglio e la selva di antenne a cui l’Ente da anni tenta di trovare una proposta di razionalizzazione con le amministrazioni locali su cui ricadono gli affitti delle installazioni tecnologiche”.