L’Ultimo saluto ad un Amico anche campione sportivo…Ciao Peppe!
AVEZZANO – La grande Cattedrale si riempie progressivamente, in volti son corrucciati, sgomenti.
Arriva lentamente il feretro scortato dagli addetti. Passa nel centro della navata centrale. C’è silenzio commosso per questa persona che la morte ha colto ancora giovane.
Uno dei figli porta il lungo giavellotto rosso con il quale Giuseppe Rodorigo aveva gareggiato a lungo.
Si ascoltano, per caso, alcuni commenti bisbigliati. Sono commenti spauriti, soffocanti dal pianto, dalla commozione spontanea e sincera, dicono: “Non ci si può credere…L’avevo incontrato qualche settimana fa che saliva sul monte della Pietraquaria…Era una persona speciale! Mite e sempre sorridente…Che grande dispiacere, una persona a modo, sguardo bonario, mite ma sempre comunicativo del suo stato d’animo...”
Si stringe il cuore perché la persona nel feretro era un amico da non si sa neppure più quanto tempo: giorni lieti e meno lieti, vacanze e rimpatriate…
Ma ecco entrare il sacerdote, anzi i sacerdoti concelebranti: sono Don Antonio Allegritti e don Ennio Tarola.
“Mi son tornate in mente, – dice Don Antonio – le parole di un filosofo, Benedetto Croce: che vivere per sempre sulla terra deve essere terribile…Cerchiamo conforto nella Scrittura, nel Libro della Sapienza e nel Vangelo…Sappiamo che lo ritroveremo un giorno, ma oggi e domani e ancora domani dopo… ci mancherà!“
Sono parole di speranza e di conforto al dolore grande, ma il dolore è per l’appunto grande!
Dopo la benedizione della salma, lentamente si crea il corteo e scoppia un applauso che è ben più di un saluto.
Giuseppe Rodorigo è accompagnato via da tanti che l’hanno conosciuto e che si stringono intorno alla famiglia.
Alla fine il carro funebre scivola via e si resta lì a guardarlo: forti i battiti del cuore, ripensando a giorni passati insieme e torna in mente un pensiero scritto ieri di getto, appena avuta la notizia: “Ciao Peppe! Non trovo le parole… Posso solo dire: Caro Peppe hai lanciato il tuo giavellotto ben lontano, ma ora lo hai superato e voli Tu verso l’Infinito Eterno! Una preghiera dal mio cuore a Chi Ti accoglierà presso di Sè nella Luce del Tuo Battesimo!“.
Le parole di quel pensiero restano sospese nell’aria, forse come il giavellotto che vola nell’infinito…