Un Cioccolatino Storico. “Sta mano po esse fero e po esse piuma”, storia di San Nicola di Bari (o di Myra): tra carità e difesa della fede

AVEZZANO- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al consueto appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. Oggi celebriamo una delle figure di santità più venerate al Mondo, ovvero San Nicola di Bari (o di Myra) e per ricordare l’importanza di tale santo, abbiamo deciso di raccontarvi alcune “cose” della sua vita.

In foto: Icona russa di San Nicola di Myra difensore della fede
(Foto web)

Sta mano po esse feroe po esse piuma”, queste parole pronunciate dal Principe (interpretato dal grandissimo attore Mario Brega) in “Bianco, Rosso e Verdone” in qualche modo possono descrivere il carattere e lo stesso comportamento del vescovo Nicola, capace di utilizzare le sue mani sia per aiutare il prossimo e sia per combattere i nemici della chiesa. Ma facciamo un passo alla volta.

In foto: Patara (Licia, attuale Turchia) luogo di nascita di San Nicola
(Foto Web)

Nicola nacque a Patara in Licia (nell’attuale Turchia) intorno al 270 d.C. da una famiglia molto facoltosa del posto: una famiglia che insegnò al piccolo Nicola la bellezza della fede in Cristo. Rimasto orfano, Nicola divenne erede di un grande patrimonio economico che distribuì ai poveri e ai bisognosi della sua città. E tra questi bisognosi vi fu un suo caro vicino di casa che, caduto in disgrazia, fu costretto nel far prostituire le sue tre figlie. Il giovane Nicola, saputa la notizia, decise di aiutarlo ma in maniera assai particolare: ogni giorno lanciava verso la finestra della stanza del padre delle ragazze delle sacchette piene d’oro. Il padre delle ragazze, curioso di chi fosse il misterioso benefattore, decise di nascondersi e aspettare: quando vide che era il giovane Nicola manca poco moriva per la felicità. E proprio da questo episodio che nacque la figura di Babbo Natale: una figura “esistente” e soprattutto “cristiana”, bella da raccontare ai nostri piccolini.

In foto: San Nicola che distribuisce l’oro al vicino

Ma il nostro Nicola non si fermò qui; decise di consacrare la sua vita al Signore diventato sacerdote. Qualche anno dopo lasciò la sua città natale e si diresse verso Myra: una città che era rimasta senza vescovo in preda ai dissidi tra sacerdoti. Quest’ultimi decisero di trovare un accordo un po’ particolare. “Il primo sacerdote che sarebbe entrato nella cattedrale di Myra sarebbe diventato vescovo”: secondo voi chi fu quel sacerdote? Beh il nostro Nicola.

In foto: San Nicola dinanzi all’imperatore Costantino durante il Concilio di Nicea del 325 d.C.
(foto web)

Il vescovo di Myra partecipò, nel maggio del 325 d.C. al Concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico della storia della chiesa: il famosissimo Concilio di Nicea (oppure Concilio di Nicea I). In questo concilio non solo parteciparono oltre trecento vescovi giunti da tutto l’impero per discutere sulla natura della Santissima Trinità, ma anche Ario, che sosteneva che la natura del Figlio non fosse uguale a quella del Padre.

In foto: Raffigurazione pittorica di quando San Nicola schiaffeggiò Ario durante il Concilio di Nicea
(Foto Web)

L’egiziano Ario difese con vigore la sua posizione, e i vescovi lo ascoltarono eccetto un vescovo turco, Nicola. Sapendo che Ario stava dicendo quello che oggi definiremo “un mucchio di stronzate” Nicola perse la pazienza e nel bel mezzo del Concilio tirò uno schiaffo ad Ario.

In foto: Affresco occidentale inerente al racconto del dono dell’oro
(foto web)

Il vescovo Nicola fu portato da Costantino, che dichiarò che avrebbero dovuto essere i vescovi a decidere quale pena applicare a Nicola. Gli furono tolte le vesti vescovili e lui fu messo in carcere: ma un miracolo gli ridette la dignità vescovile (si disse che furono proprio Maria e Gesù nel “rivestirlo” da vescovo) e quando, il giorno successivo, il carceriere gli portò del cibo, vide Nicola vestito da vescovo che leggeva le Scritture. Prontamente Costantino chiese il suo rilascio. Ovviamente poi il Concilio terminò dando ragione a Nicola mettendo un forte argine all’eresia Ariana: ah, nel suddetto concilio venne redatto il Credo Niceno-Costantinopolitano.

In foto: La Basilica di San Nicola (Bari)
(foto web)

Nicola morirà il 6 dicembre del 343 d.C. a Myra e lì fu sepolto nella cattedrale della città. Quando Myra cadde sotto il dominio mussulmano, Venezia e Bari si contesero le reliquie del santo: ma furono settantadue marinai di Bari nel riuscire a prendere le reliquie del Santo Vescovo.

In foto: Ricostruzione del volto di San Nicola di Bari
(foto web)

Infine nel 2004, un gruppo di studiosi dell’Università di Liverpool, prendendo in esame alcune reliquie di San Nicola, ricrearono – con la tecnologia 3D del Face Lab della medesima università utilizzando anche fotografie a raggi X e misurazioni del cranio- il volto del vescovo: aveva il naso rotto, la pelle olivastra e l’aspetto di un vero e proprio babbo Natale.

Un Abbraccio Storico

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