Un Cioccolatino Storico. “Ineffabilis Deus” storia della festa dell’Immacolata Concezione
AVEZZANO- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al consueto appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. “Buona Festa dell’Immacolata Concezione” ci verrebbe da augurarvi prima di iniziare questo nostro raccontare insieme prima di farvi la consueta e canonica domanda: “ma la conoscete la storia di questa importante festa?”
Per capire l’origine di tale celebrazione bisogna tornare un pochino indietro nel tempo fino al tempo della Chiesa Nascente. Nel Protovangelo di Giacomo (un vangelo apocrifo, ergo non vi spaventate e non tirante in ballo “il Codice Da Vinci”) dal capitolo 1 al capitolo 5 troviamo il concepimento e la nascita particolare di Maria.
Ecco due frammenti, il primo tratto dal capitolo 4, versetto 1 in cui dice:
“Ecco, un angelo del Signore le apparve, dicendole: “Anna, Anna! Il Signore ha esaudito la tua preghiera; tu concepirai e partorirai. Si parlerà in tutta la terra della tua discendenza”. Anna rispose: “(Com’è vero che) il Signore, mio Dio, vive, se io partorirò, si tratti di maschio o di femmina, l’offrirò in voto al Signore mio Dio, e lo servirà per tutti i giorni della sua vita”.
E il secondo tratto dal capitolo 5, versetto 2:
“Si compirono intanto i mesi di lei. Nel nono mese Anna partorì e domandò alla levatrice: “Che cosa ho partorito?”. Questa rispose: “Una bambina”. “In questo giorno”, disse Anna, “è stata magnificata l’anima mia”, e pose la bambina a giacere. Quando furono compiuti i giorni, Anna si purificò, diede poi la poppa alla bambina e le impose il nome Maria”.
Sant’Agostino d’Ippona, viceversa, fu il primo teologo cristiano che parlò apertamente della natura perfetta e speciale di Maria e lo fa in un’ottica di contrasto con alcuni eretici come Pelagio. Nel De Natura et Gratia, 42 troviamo scritto così: “a pietà impone di riconoscere Maria senza peccato […]. Per l’onore del Signore […] Maria non entra assolutamente in questione quando si parla di peccati”.
Nel Medioevo fu il teologo francescano scozzese Duns Scoto (che verrà poi chiamato il “Dottore dell’Immacolata”) che il dogma dell’Immacolata prende forma: Scoto sostiene la “redenzione preventiva” o “preservativa” Maria scrivendo che: “Cristo esercitò il più perfetto grado possibile di mediazione relativamente a una persona per la quale era mediatore. Ora, per nessuna persona esercitò un grado più eccellente che per Maria […]. Ma ciò non sarebbe avvenuto se non avesse meritato di preservarla dal peccato originale (Ordinatio 3)”.
Facciamo un salto in avanti, altrimenti vi annoiamo!
Per aspettare il vero e proprio dogma (per il cristianesimo sono le verità rivelate) bisogna aspettare (scusateci il gioco di parole) Papa Pio IX che, nel 1854 – poco dopo la fine del suo esilio a Gaeta e della fine della seconda repubblica romana- promulgò la bolla Ineffabilis Deus.
Così leggiamo nella Ineffabilis Deus:
“[…]la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certa ed immutabile per tutti i fedeli […]”.
Ovviamente, nella devozione cattolico-popolare l’Immacolata è collegata con le apparizioni di Lourdes (1858) e iconograficamente con le precedenti apparizioni di Rue du Bac a Parigi (1830).
Nell’augurarvi Buona festa dell’Immacolata, vi salutiamo e vi diamo appuntamento al prossimo racconto del Cioccolatino Storico