L’immortalità: riflessioni semiserie di Alan Davìd Baumann, il fondatore e direttore della testata giornalistica online “L’ideale”
ROMA – L’11 novembre 2022, ho pubblicato sul mio profilo facebook, un pensiero scherzoso: “Quando lo psicanalista disse di riscontrare in me una doppia personalità … iniziai subito una terapia di coppia”. Vi seguirono alcuni bei ragionamenti e ricordo allegramente quello dove mi si chiese quali delle due personalità avrebbe pagato le sedute dallo strizzacervelli.
A seguito di un’annata nefasta per la vita di molti e di tanti volti noti e personalità di vari ambiti venuti a mancare spesso improvvisamente, in molti siamo arrivati a pensare che possa trattarsi di una sorta di ricambio generazionale, come se la nostra era dovesse mutare aspetto e ci si avvicinasse sempre più velocemente verso un futuro incerto per l’umanità.
Alcuni sostengono che il covid ha accresciuto il deterioramento di una società malata, altri invece pensano che tutto sia dovuto allo scarso attivismo ambientale perpetrato nel corso dei decenni … resta fatto che molti di noi sono letteralmente impazziti e non soltanto quando si specchiano nel cellulare, quasi auspicando una guida automatizzata non solo della loro autovettura, ma dell’intera vita. Basti analizzare una o più guerre in corso, mentre le bombe d’acqua mietono quasi altrettante vittime assieme a cicloni improvvisi, a conteggi saltati, inesatti, incalcolabili. L’Uomo sembra non aver più difese contro quel che lui stesso ha provocato.
Abbiamo seppellito una Regina che ha attraversato diverse generazioni di sudditi, un Papa che si è dimesso, oggi il terzo campione di calcio nell’arco di poche settimane, e tanti altri.
A seguito di quanto sopra, ho deciso che il giorno che verrà non andrò al mio funerale. In parte perché viene celebrato per i vivi, ma soprattutto perché non vorrò dare a qualcuno la possibilità di credere che il mio sia solo un gesto benevolo per non continuare a rompere i coglioni agli altri, potrebbe esserlo semmai verso chi suppongo si rattristerebbe sinceramente.
Molti vanno alle esequie per immortalarsi e dire “c’ero anche io”, altri per educazione tout court, ma dopo poco si dimenticano anche di coloro che rimangono vivi. Eppure abbiamo il nostro bel cellulare e ciò nonostante non lo utilizziamo per fare una chiamata e chiedere “come stai”, e basterebbe veramente poco.
Io comunque ho oramai deciso: non ci sarò. Per la grande educazione che mi hanno impartito i miei amati genitori, cedrò volentieri il posto a qualcun altro. È una decisione che prendo senza ripensamento alcuno e non insistete per favore: non morirò. La mia potrebbe sembrare una punta di orgoglio e tutto sommato potrebbe esserlo veramente, ma vorrei astrarmi dalla mediocrità del mio lutto ed assieme a me, come scritto prima, essere costretto ad invitare persone anche se tutto sommato non gliene fotte nulla.
Alcune persone mi hanno chiesto se oggi la befana mi ha portato qualcosa. Certo, se avessi preparato la mia calza avrei ricevuto tantissimo perché il mio piedino calza 47, ma ho ricevuto di più senza preparare nulla: ho dormito a lungo e mi sono svegliato, per di più allegro. Già questo avrebbe potuto bastarmi, ma oltretutto il primo pensiero è andato verso chi amo ed è cresciuta la felicità. Solo per costoro darei la vita.
Oltretutto anche oggi posso usufruire della libertà: dolce parola riconquistata da persone come noi, di cui alcune sono morte per farcela avere. Presupposto che viene insegnato poco oggi nelle scuole.
Quest’ultimo pensiero mi ha spinto ad esprimere il pensiero di cui sopra e non si tratta del semplice desiderio di un post-adolescente intimorito per la propria sorte, bensì di una decisione presa nel pieno della maturità e delle facoltà mentali.
Non andrò al mio funerale. Mi dispiace, avrò altri impegni. Non mi credo certo così in auge dal poter decidere, io, sulla sorte della mia persona, ma la libertà sopra menzionata mi offre la possibilità di decidere il mio futuro anche da deceduto. Oltretutto visto che la morte fa parte della vita, perché non poter deciderne il destino? Giustissimo chi vuole concludere subito il proprio tragitto terreno e lo dico augurandomi che un malato terminale possa finalmente determinarlo da uomo libero anche in questo paese; deve essere altrettanto corretto se qualcuno come me, intende rimandare di qualche epoca l’avvenimento.
Visto che è da una vita che – per gioco e per professione – organizzo eventi per gli altri, ritengo giusto ed imprescindibile poter optare per crearne uno solo per me e lo possa autogestire comodamente dal mio pc. Magari avere quella possibilità per svanire nel nulla in modo subitaneo, senza obbligare qualcuno a porre in una cassa un corpo eroso dal tempo, oppure in un razzo da spedire verso il nulla od in altre soluzioni “umane”.
Insomma questo il mio almanacco per i giorni dopo e quelli successivi. Che nessuno si preoccupi: godo di piena salute e faccio i dovuti scongiuri, prego chi ho nel cuore e mi auguro che ognuno possa continuare a desiderare quello che già possiede. Scriverò nel mio testamento che non ho intenzione di morire. Ovviamente il documento non verrà mai letto e riguardo alla domanda posta all’inizio, sul “… chi pagherà?”, non ci sarà motivo per dover pagare qualcosa.
Patti chiari amicizia lunga, anzi eterna.
Alan Davìd Baumann