Ferrovia Roma-Pescara e collegamento L’Aquila-Marsica. Giovagnorio le canta e le suona a Biondi che replica: «Quella del sindaco di Tagliacozzo è una forzatura»
TAGLIACOZZO – Come suol dirsi: a brigante, brigante e mezzo. Con un comunicato particolareggiato e più chiaro dell’acqua cristallina, il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, demolisce punto per punto le… “aspirazioni” del sindaco di L’Aquila, Pierluigi Biondi, e di quanti gli fanno spalla.
Egli propone e pretende con insistenza di inserire sulla velocizzazione della linea Roma-Pescara anche un raccordo che colleghi la Marsica al capoluogo di regione.
Un diversivo molto utile per far saltare ogni tipo di progettualità e penalizzare, ancora una volta, le popolazioni marsicane e non solo esse.
«Intendo fare alcune considerazioni semplici semplici – esordisce Vincenzo Giovagnorio – per diradare la nuvola di fumo alzata in questi giorni sulla vicenda inerente alla velocizzazione della linea ferroviaria Roma-Pescara.
All’amico sindaco Pierluigi Biondi che ha evocato campanilismi e fronde contro la rinascita de L’Aquila, mi permetto di eccepire che il progetto di una tratta ferroviaria che congiunga L’Aquila alla Marsica, allo stato dei fatti, è un sogno irrealizzabile.
Sarebbe quindi opportuno che non stanchi più di tanto il fido Marsilio, sguinzagliato per ben due volte al Ministero per le Infrastrutture a perorare a Salvini in persona, la causa della nuova bretella ferroviaria».
Come noto, in un recente incontro con l’ing. Macello, i sindaci marsicani hanno rappresentato l’esigenza di concentrare sforzi, energie e risorse, soprattutto da parte della Regione, affinché venga realizzato il progetto già esistente per la velocizzazione della linea Roma-Pescara.
«Con l’arrivo del Pnrr, il quale impone che le opere candidate al finanziamento debbono prevedere il completamento entro il 2027 – prosegue Giovagnorio – si è potuto destinare all’opera appena 700 milioni a fronte di una spesa stimata pari a 6,4 miliardi di euro.
Si è deciso, quindi, di intervenire su un paio di lotti (Interporto d’Abruzzo-Manoppello e la tratta Manoppello-Scafa) la cui realizzazione rientrerebbe nei tempi previsti.
Per essere chiari – sottolinea Giovagnorio – per la tratta che prevede il raddoppio di circa 17 Km. tra Avezzano e Tagliacozzo, non si hanno e non si avranno finanziamenti. E pensare che inizialmente si era detto che questa sarebbe stata la tratta ad essere immediatamente cantierizzata.
Tra queste oggettive problematiche – rincara il sindaco di Tagliacozzo – si inserisce ora l’idea di un collegamento ferroviario, totalmente ex novo tra L’Aquila e Tagliacozzo funzionale, come s’è detto, al ricongiungimento del Capoluogo regionale alla linea Roma-Pescara.
Attualmente il costo per la costruzione di un chilometro di ferrovia è stimato a circa un miliardo di euro. La distanza in linea d’aria tra Tagliacozzo e L’Aquila è di 35 Km e, approssimando per difetto a causa dell’orografia il tracciato, si arriverebbe a 45 Km.
Per un costo complessivo di 45 miliardi, escluse opere accessorie come stazioni o gallerie che innalzerebbero l’impegno economico intorno ai 50 miliardi.
Si capirà – conclude Giovagnorio – che se allo stato dei fatti non si ha la copertura economica neanche per la velocizzazione della Roma-Pescara, viene da ridere pensando a Marsilio e Biondi che vanno al Ministero a perorare la causa per la costruzione di una nuova tratta ferroviaria il cui costo stimato, al di là delle tempistiche ultradecennali, si aggirerebbe intorno ai cinquanta miliardi di euro».
La replica a Giovagnorio del Sindaco dell’Aquila Biondi
«È curioso come dopo oltre un anno il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, abbia finalmente compreso l’importanza di un progetto strategico come quello del collegamento ferroviario delle aree interne abruzzesi con la Capitale attraverso una connessione rapida su ferro tra il territorio aquilano e quello marsicano». Lo dichiara il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
«Il 20 gennaio 2022, infatti, congiuntamente al presidente della Regione, Marco Marsilio, ho inviato una nota a tutti i primi cittadini dell’area marsicana, compreso – evidentemente – anche il primo cittadino di Tagliacozzo, per informarli della trasmissione alle Commissioni competenti in Parlamento da parte dell’allora Mims, oggi ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), del Documento strategico della mobilità ferroviaria passeggeri e merci all’interno del quale è segnalato, tra gli studi di fattibilità ritenuti prioritari, quello sul collegamento tra L’Aquila e Tagliacozzo.
Una missiva, a cui non ha ritenuto necessario fornire alcun riscontro, in cui insieme al presidente veniva espressa la speranza di unità d’intenti per cogliere l’opportunità di unificare, sotto il profilo infrastrutturale, una provincia estesa come la nostra e renderla competitiva con il resto della regione e del Paese.
Non mi dilungo nel ribadire, come è stato fatto già da altri rappresentanti istituzionali e sindaci prima di me, che tale iniziativa non preclude in alcun modo il progetto di velocizzazione della linea Pescara-Roma ma è, anzi, ad essa funzionale e complementare.
Ricordo solamente, però, che grazie al tavolo di lavoro richiesto dal Comune dell’Aquila e istituito alla presenza di tecnici ed esperti di Regione, Mit, Rfi e lo stesso ente comunale, verrà predisposto il documento di fattibilità delle alternative progettuali (Docfap) di collegamento ferroviario tra L’Aquila e la Marsica, che permetterà di allacciarsi alla prevista tratta tra la città adriatica e Roma.
Sarà quello lo strumento a cui fare riferimento per valutare percorsi, costi e modalità di realizzazione di un’opera che le comunità locali attendono da anni.
Altre valutazioni sono rimesse a previsioni e valutazioni non supportate da elementi oggettivi di discussione.
Solo su quelli sono abituato a confrontarmi. Il sindaco Giovagnorio delinea cifre iperboliche per la realizzazione di un tracciato che, secondo lui, avrebbe un costo da 1 miliardo di euro per chilometro quando, secondo tecnici ed esperti accreditati, sarebbe di circa due miliardi la spesa per l’intera operazione di collegamento tra l’area aquilana e quella marsicana.
Una forzatura che, oltre a denotare una scarsa conoscenza della materia, ricorda molto da vicino una certa sinistra che all’epoca si schierò contro la nascita dell’autostrada A24 perché i costi di realizzazione erano (o sarebbero stati) troppo alti».
Concludiamo noi con un appello: basta con le provocazioni, basta con i guastafeste.