Omessa custodia di animale protetto e diffamazione. Il conducente dell’auto che ha investito Juan Carrito non esclude denunce
AVEZZANO – Dalla strada si passa alle carte legali e alle aule di tribunale. Ad accorciare i tempi ci starebbe pensando seriamente il giovane conducente dell’automobile che, lunedì sera, ha investito mortalmente l’orso Juan Carrito, il simbolo del Parco e dell’Abruzzo.
L’uomo e il suo legale, avvocato Gaetana Di Ianni, come riferito da Il Messaggero, stanno «aspettando la relazione del sopralluogo dei Carabinieri, per procedere anche con la diffamazione – afferma il legale-. Al mio assistito sono state attribuite responsabilità che non ha, e i commenti negativi sui social, hanno avuto un’eco ampio.
In merito all’omessa custodia, stiamo studiando il nodo dell’animale selvatico, in stato di protezione, l’omessa custodia, sanziona chi non ha prestato le cautele necessarie, affinché ci fosse un evento.
Stiamo valutando se la giurisprudenza ce lo riconosce anche per la specie protetta. E chi doveva custodire l’animale, verrà individuato dalla Procura».
Il conducente della vettura sarebbe risultato negativo all’alcoltest e a quello sugli stupefacenti e parrebbe che la velocità stimata darebbe stata meno di 50 km all’ora. L’auto, peraltro, non è stata sequestrata.
Se dovesse arrivarsi alle denunce, quindi, l’indagine sulla morte del prezioso orso marsicano, diverrebbe corposa e andrebbe ad analizzare a 360 gradi tutti gli elementi in campo.
Una speranza, al di là delle eventuali responsabilità del conducente dell’auto che ha investito mortalmente Juan Carrito, o di altri soggetti, persone o enti che siano, per arrivare a stabilire se si sia fatto e si stia facendo tutto il possibile, e con le tecnologie e metodologie più moderne e avanzate, per tutelare la fauna selvatica del Parco, una delle bellezze e uno dei tesori più importanti delle aree interne, dell’Appennino e dell’Abruzzo intero.