Stessa strada stesso destino. Dopo Juan Carrito investito e ucciso sulla SS17 a Castel di Sangro un esemplare maschio di lupo appenninico

AVEZZANO – Non è passata nemmeno una settimana dal mortale investimento di Juan Carrito, l’orso emblema del Parco Nazionale d’Abruzzo e dell’Abruzzo stesso, che questa notte, sulla stessa strada e poco lontano, è stato investito un lupo.

Si tratta di un esemplare maschio di lupo appenninico, evidentemente investito, lungo la Statale 17, sempre in territorio di Castel di Sangro.

Non si conoscono i dettagli di questo nuovo episodio, e nemmeno se l’investitore si sia fermato o meno, ma onestamente, a questo punto poco importa.

Questi due episodi, al di là e, soprattutto, al di sopra delle tante chiacchiere inutili ascoltate in questi sei giorni, dopo la morte di Juan Carrito, pongono un problema serio che diventa urgente e prioritario: bisogna scegliere se proteggere o meno la fauna selvatica della nostra regione, e del Pnalm in particolare, e rendere sicuri per uomini e animali quei territori.

Se si decide di farlo, a questo punto diventa prioritario aggiornarsi su metodologie, strutture e sistemi di protezione, nonché adeguare strade e centri urbani alla presenza di lupi, orsi, cervi, caprioli e delle tante meravigliose specie che popolano le aree interne d’Abruzzo.

Una scelta che diventa prioritaria anche in tema di sicurezza per gli automobilisti. Non sarebbe infatti sopportabile dover contare tragedie che riguardano le persone, e tutto perché non si riesce a trovare il modo di far convivere, negli stessi territori, uomini e fauna selvatica protetta.

Altrove, all’estero sopratutto, ci stanno riuscendo. Tutte le altre considerazioni, per quanto ci riguarda, sono solo “chiacchiere e distintivo”.