La chiesa di San Gabriele dell’Addolorata di Atri presenta una particolare accoglienza

ATRI – Se volete beneficiare di una particolare e profonda accoglienza data da delle intime mura sacre, la chiesa di San Gabriele dell’Addolorata sita ad Atri, può divenire una dimensione perfetta per colmare le vostre esigenze. 

Compita nel 1964, con la sua struttura moderna a pianta quadrangolare e realizzata in laterizio, presenta sulla facciata tre archi a sesto acuto. 

Nell’arco centrale troviamo l’ingresso e l’immagine di San Gabriele sulla lunetta, mentre negli altri due, posti ai lati della facciata, vi sono figurate sulle rispettive lunette la Madonna e l’Arcangelo Gabriele.

Tuttavia la cupola ottagonale, con torrino sulla cuspide, é collocata come un diadema al centro della chiesa, donando alla vista un armonioso concetto di architettura contemporanea dacché, nella sua morbida linea ramata brunita, infonde un’atmosfera insolita che si incastra perfettamente con il contesto strutturale.

Entrando nell’edificio religioso, saremo accolti da tre navate circolari e da molteplici arcate che custodiscono nei colonnati delle produzioni scultoree in legno di Mussner G. Vincenzo – Ortisei, figuranti la via Crucis. 

Inoltre, ai lati della chiesa, delle vetrate colorate di scuola atriana folgoreranno la nostra attenzione poiché, con equilibrio cromatico e accesa rappresentazione, interpretano i Santi con evocativo splendore artistico.

Tuttavia anche le statue di San Gabriele, della Madonna dei palafrenieri e di San Pio collocate vicino l’ingresso a sinistra, donano delle forti presenze emotive, accogliendo i fedeli in una profonda dimensione spirituale. 

Altresì interessante vi è l’altare che, presentandosi fortemente modesto, sembrerebbe voler motivare ai credenti un equilibrio umano che riflette sui sentimenti di ognuno in segno paritario.

In buona sostanza, il piccolo altare, apparentemente insignificante e spoglio da ogni rivestimento artistico, può condurci nella morale di Papa Benedetto XVI quando nell’udienza generale del primo giugno 2005 volle esprimere questo profondo concetto: “Non considerare il potere, la ricchezza e il prestigio come i valori superiori della nostra vita, perché in fondo essi non rispondono alle attese del nostro cuore”. 

Pertanto, coltivandone il buon segno dell’educazione emotiva e morale, diamo forma a questo scenario con altrettanto rispetto e, poiché tutto appare perfettamente al suo posto, con bilanciata valenza visiva e spirituale possiamo cospargere le nostre profondità di analisi sui veri bisogni terreni che, con pregio e modestia, avanzano d’amore per l’umanità.