Autonomia differenziata. Il segretario regionale Uil Michele Lombardo: «No a disuguaglianze tra le regioni, sì alla crescita armonica del sistema economico e sociale»
PESCARA – Si è tenuto questa mattina all’Aurum di Pescara il seminario di approfondimento sulla riforma delle autonomie differenziate tra le regioni, organizzato da Uil Abruzzo, con la partecipazione della segretaria confederale nazionale Ivana Veronese.
Tante le preoccupazioni espresse durante l’incontro, organizzato nell’ambito dell’esecutivo regionale, relative alla possibile discrepanza tra le regioni e alle conseguenze irreversibili che l’approvazione della riforma potrebbe determinare. Un tema, quello dell’autonomia differenziata, che Uil Abruzzo guarda con attenzione.
«La Uil non ha una posizione ideologica contro l’autonomia, ma esprime la propria contrarietà alla bozza proposta dal ministro Calderoli – ha spiegato il segretario regionale Michele Lombardo – perché così com’è scritta pone in essere una condizione per la quale soprattutto le regioni del Centro Sud Italia, che sono già in una condizione di ritardo di sviluppo, rischiano di subire notevoli peggioramenti sui servizi essenziali, quali scuola e sanità, con effetti devastanti sotto l’aspetto sociale.
Chiediamo invece – ha aggiunto – livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. Questo sì che potrebbe portare ad un’autonomia che eviti di lasciare indietro alcune regioni, che permetta di avere una solidarietà costruttiva tra i vari territori e che garantisca la crescita armonica del nostro sistema economico, produttivo e sociale».
La discussione ha ripercorso le criticità del disegno di legge attraverso gli interventi dell’esecutivo confederale regionale e dei segretari e coordinatori regionali e territoriali e delle singole categorie. Puntuale e condiviso l’intervento di Ivana Veronese, segretaria confederale Uil nazionale, che ha sottolineato l’impegno del sindacato a sollevare i punti critici della riforma e a far comprendere a tutte le regioni, da Nord a Sud, quali sono le conseguenze, in caso di attuazione, per le regioni del Mezzogiorno. Territorio già in difficoltà rispetto all’erogazione di servizi essenziali, soprattutto in ambito sanitario, scolastico e del trasporto pubblico.
«Di questa riforma si sta discutendo al Consiglio dei ministri in maniera molto frettolosa – ha spiegato Ivana Veronese – perché quando si parla di autonomia differenziata si deve pensare a garantire livelli di prestazioni essenziali a tutti i cittadini e come garantirli, ovvero con quali finanziamenti e rispetto a quale materia. La scuola ad esempio non è uno di quei temi da poter dare alle regioni come materia differenziata.
La nostra preoccupazione – ha aggiunto – è che con questa fretta che c’è, si facciano solo danni e che si crei una crepa ancora maggiore per quelle regioni che già oggi fanno fatica a riconoscere i diritti delle prestazioni e i diritti sociali alle persone. C’è molta miopia e poca competenza. Basta pensare alle persone che operano e lavorano nel Mezzogiorno che di fatto sono costrette a pagare per avere prestazioni sanitarie e altri servizi».
«Dobbiamo alzare la voce – ha ribadito poi il segretario generale Uil Abruzzo Michele Lombardo – è una riforma che ci riguarda molto da vicino.
Tre quarti della popolazione abruzzese vive in aree interne e subisce da tempo la dicotomia economico sociale tra aree interne e costiere. La riforma accentuerebbe le disuguaglianze che la nostra regione già vive.
Come Uil Abruzzo – ha concluso Lombardo – abbiamo pianificato una serie di assemblee e incontri territoriali che si terranno a febbraio e marzo e che si concluderanno, ad aprile, con una giornata in cui ospiteremo il segretario nazionale Pierpaolo Bombardieri».