Terzapagina – Fotografia – Marina Tommasi: una ottima esperienza e ricerca
La fotografia è un’arte del tutto particolare: disegnare con la luce vuol dire molte cose, nel caso di Marina Tommasi significa anche realizzare composizioni fotografiche caratterizzate da un notevole simbolismo grafico.
Grafica e fotografia, al di là degli aspetti tecnici, hanno in comune la composizione come elemento che può generare l’armonia dell’immagine e Marina Tommasi, nella serie di immagini che commentiamo, muove esattamente su questa linea, nella quale “phi” e la sezione aurea son presenti, ma dove il soggetto, sembra talora uscire da un’asola praticata nella carta, quasi affiorasse nella nostra realtà da un qualche nascosto altro universo multidimensionale.
Alcune parti delle composizioni fotografiche che compaiono nella galleria di fotografie, sembrano riprendere alcuni segni grafici stilistici che sono stati tipici del lavoro illustrativo compiuto da Grazia Nidasio, ad esempio con le tavole del Dottor Oss che compaiono nella prossima immagine.
Ovviamente, parliamo di similitudine del segno grafico ed è importante l’accostamento poiché mostra che la composizione fotografica può usare, più o meno consapevolmente, i connotati e le caratteristiche stilistiche proprie di alcuni modi di disegnare e illustrare.
Anche i segni tipici di certe geometrie cachemire suggeriscono analogie nelle composizioni di Marina Tommasi: composizioni che stimolano la fantasia e che hanno un pregio notevole sul piano stilistico, figurativo e creativo. Una ottima sperimentazione dunque!
Un altro elemento di contatto si ritrova nei grafemi Paisley.
Ci si potrebbe chiedere quale possa essere l’importanza di questa analisi comparativa e la risposta è semplice: l’analisi di una fotografia, della sua significanza, passa attraverso l’analisi della composizione, del soggetto ed in ultima analisi, composizione e geometria di una immagine sono elementi del linguaggio fotografico che Marina Tommasi dimostra di conoscere assai bene.
Il segno grafico sembra essere la maniera per far emergere, come da una dimensione intermedia, i volti di personaggi che sembrano venire davvero da realtà metadimensionali, quelle stesse realtà che il mitico Dottor Oss seppe esplorare…
A vedere l’immagine di una mostra: come non pensare che Marina stia viaggiando in altre dimensioni?