Ricostruzione, Liris: “Approvazione nuova legge stabilizza un modello a cui ispirarsi”
ROMA – “Oggi, (ieri ndr) se a quattordici anni di distanza è ancora necessario legiferare per la ricostruzione, è perché tutto l’impegno che lo Stato ha profuso per L’Aquila che ha permesso ai cittadini di godere di quello che può essere considerato un privilegio non affatto scontato – che è quello di non essersi sentiti mai abbandonati – necessita di una stabilizzazione affinché non si disperda un patrimonio fatto di buone pratiche, di professionalità costruite, di meccanismi collaudati: in buona sostanza, un autentico modello che, come tale, non può e non deve rischiare di andare perduto”.
Lo afferma il senatore Guido Liris, eletto in Abruzzo, cui oggi è toccata la dichiarazione di voto in aula per il gruppo di Fratelli d’Italia alla conversione in legge del decreto n.3 dell’11 gennaio recante interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile.
Il provvedimento, che porta la prima firma della presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che come ha ricordato Liris è stata eletta proprio nel collegio L’Aquila-Teramo dove ricade il cratere sismico – è stato approvato poco fa dall’aula di Palazzo Madama.
La legge, tra le altre cose, contiene misure di accelerazione e semplificazione della ricostruzione pubblica, regola i poteri sostitutivi statali esercitabili in relazione agli interventi nell’ambito del fondo complementare al Pnrr, assicura il mantenimento in servizio del personale tecnico ed amministrativo assunto presso gli Uffici speciali e le amministrazioni comunali per il disbrigo delle pratiche di ricostruzione che abbia superato il limite di durata di 36 mesi di lavoro a tempo determinato e del personale in servizio in virtù di una convenzione tra Invitalia e struttura commissariale.
Prevede, inoltre, la semplificazione delle procedure di commissariamento dei consorzi costituiti da aggregati edilizi nei casi di inadempienze.
“Un processo lungo che si appresta a compiere l’ultimo miglio, che ha coinvolto e coinvolge diversi attori e ha visto e vede in prima linea tutti coloro che sul territorio, con diversi ruoli, non si sono mai risparmiati: dagli amministratori agli imprenditori, da chiunque ricopra o abbia ricoperto incarichi in pubblici uffici passando per i cittadini, che con la loro forza e determinazione, la loro veemenza, spesso non sottraendosi alla mobilitazione nei confronti dello Stato ma sempre in modo civile e pacifico e solo ed esclusivamente nell’interesse collettivo, tutti ma proprio tutti, in questi lunghi, faticosi quattordici anni hanno profuso il proprio impegno, ciascuno per ciò che gli competeva, per far sì che le pietre tornassero ai loro posti e che una comunità non si disgregasse”, rileva Liris. “Quattordici anni dopo, gli effetti di quell’evento devastante che solo a chi nella vita ha avuto la sventura di subire possono risultare di facile comprensione, si rendono necessari, ancora, interventi normativi.
È stato modello, L’Aquila, sì, lo è stato nella gestione dell’emergenza, innanzitutto, quando in pochi mesi un governo di centrodestra ha dato un tetto a decine di migliaia di persone, ma lo è stato anche nella ricostruzione, avviata già nei primi tre anni successivi al terremoto: difficile, oggi, indicare casi, anche successivi, in cui questo sia avvenuto”.
“Si è costruita un’architettura amministrativa solida ed efficace, si sono svolti concorsi pubblici per selezionare personale qualificato, si sono reclutati giovani da ogni parte d’Italia, si sono costituiti uffici speciali; si è pianificato, si è normato, si è progettato; si sono messe in cantiere opere innovative mai viste che hanno reso e stanno rendendo L’Aquila, con uno dei centri storici più importanti ed estesi d’Italia, un autentico modello in termini di sicurezza.
Tutto, senza trascurare la storia e la bellezza che essa ci ha lasciato, un patrimonio degli aquilani e degli abruzzesi, certo, ma dell’Italia intera, di tutti noi”, conclude il senatore.