«NON ANDRÀ TUTTO BENE SE…»
di Aldo Antonelli*
AVEZZANO – Faccio mie e propongo alla vostra riflessione queste considerazioni fatte con un amico.
So che questa mia riflessione potrà sembrare inopportuna e fuori luogo, ma chi mi conosce sa che sono abituato a cercare luoghi altri per poter raccontare e vivere la fede. Dostoevskij nei Fratelli Karamazov scrive che “nella sofferenza la verità si fa più chiara ed evidente” e credo che questo tempo di deserto che stiamo vivendo in realtà non stia facendo altro se non rivelarci quello che abita nel nostro cuore e nella nostra umanità, perché se anche, e spero e prego il prima possibile, avremo sconfitto il Covid – 19 ci sarà un virus ancora più invisibile e serpeggiante da eliminare: lo sfrenato individualismo.
*#nonandràtuttobene* se dopo il Coronavirus non avremo imparato che casa non è luogo ma è uno stile di vita, è uno spazio da abitare, è relazioni da curare, non è il fast food, ma è la tavola della condivisione.
*#nonandràtuttobene* se continueremo a pensare che l’importante è che mi salvi io e i miei parenti, se continueremo a nutrirci di narcisistiche relazioni che ci ridonano solo quello che ci piace di noi stessi. Non andrà tutto bene se questo tempo non ci avrà insegnato che la vita degli altri dipende anche da me, che le scelte di ognuno di noi ricadono anche sugli altri, se in fondo non avremo imparato che ci si salva solo e sempre insieme.
*#nonandràtuttobene* se questi momenti non ci avranno insegnato che ciò di cui non si sa va taciuto. C’è una caccia alle streghe, al paziente 0, che porta gente a mettere su pubblica piazza nomi e cognomi di persone che non conosce, ma che hanno una storia, una dignità, che va tutelata e difesa e non va messa alla berlina di chiunque. Vedo più oscurantismo e ignoranza in questi tempi che nella caccia alle streghe del Medioevo. Se l’altro è solo occasione di gossip e chiacchiere, se l’altro è solo un nome e non un volto, se l’altro è solo un problema e non un dono, in fondo il Covid19 è soltanto l’occasione esterna per scoprire quello che ci abita dentro.
*#nonandràtuttobene* se passati questi tempi non sapremo gioire dei nostri risultati, non sapremo ringraziare chi si sarà preso cura di noi, non sapremo imparare l’arte del fermarci dentro noi stessi, se non sapremo frenare la nostra mania di produrre e di possedere sempre di più.
*#nonandràtuttobene* se questi tempi non ci avranno insegnato che accettare di essere fragili non è sinonimo di debolezza, ma di autenticità, perché la vita da un momento all’altro si sbriciola davanti ai nostri occhi senza che possiamo fare nulla.
*#nonandràtuttobene* se distingueremo ancora gli uomini tra italiani e immigrati, tra anziani e giovani e non avremo imparato che l’uomo è sempre uomo e la sua dignità va sempre tutelata a prescindere da dove venga e quale sia il colore della sua pelle, perché la malattia ci ricorda che siamo tutti uomini e questo basta per essere rispettati.
*#nonandràtuttobene* se passiamo ancora questo tempo di quarantena a riempire internet di motivi per ridere e notizie false e non alziamo lo sguardo per vedere e conoscere il volto di chi ci sta accanto e imparare l’arte difficile del dialogo.
*#nonandràtuttobene* se nel pericolo continueremo a pensare solo al si salvi chi può, se la logica del più forte e furbo sarà ancora il metro delle nostre scelte.
*#nonandràtuttobene* se penseremo ancora che Dio sia magia, che l’Eucaristia sia l’amuleto da portare in giro per ricevere la grazia. La fede non è assicurazione sulla vita, ma è strada per la vita, non è rimedio alla sofferenza, ma impego soprannaturale della sofferenza.
*#nonandràtuttobene* se in questi tempi non avremo imparato a trovare Dio nel nostro cuore, nella sua parola e negli altri che ci sono vicini e lontani.
*#nonandràtuttobene* se avremo sconfitto il covid19, ma non avremo imparato l’arte di essere fratelli legati l’uno all’altro.
Ma io spero che andrà tutto bene e che qualcosa sulla nostra pelle e nel nostro cuore rimanga che ci renda almeno un po’ più umani.
*Sacerdote ex Parroco di Antrosano