Condannato a morte l’orso che ha aggredito un uomo nel Trentino. Caporale di Animalisti Italiani: “Fiero di essere abruzzese: la mia terra li tutela. Ci opporremo con ogni mezzo legale”
TRENTO – “Ha un nome l’orso che ha aggredito in Trentino Alessandro Ciccolini il fratello del sindaco di Rabbi, uomo che ci teniamo a precisare si trova attualmente in buone condizioni di salute”, inizia così la nota degli Animalisti Italiani in relazione alla vicenda, di qualche giorno fa, dell’aggressione di un orso ad un uomo nel Trentino, la cui Provincia procederà alla cattura e poi all’abbattimento, perché viene ritenuto “problematico”.
“L’orso alla gogna si chiama MJ5 – prosegue la nota – un maschio di 18 anni nato nel 2005 da Maja e Joze, orsi sloveni che hanno dato avvio al progetto Life Ursus sulle Alpi negli anni Novanta.
L’esemplare già classificato nei database della Provincia autonoma di Trento, oggi è oggetto di cattura e di condanna a morte per volere del presidente Maurizio Fugatti”.
“Fiero di essere abruzzese: la mia terra tutela gli orsi e non li usa come birilli” dichiara il Presidente Walter Caporale Presidente degli Animalisti Italiani Onlus – “E chissà perché a scatenare le ire dell’assassino di orsi è il fratello del Sindaco, aggredito – a suo dire – dall’orso.
Caro Presidente Fugatti: quante persone sono state uccise da un orso in Italia?
Ti do una notizia esplosiva: 22 ITALIANI SONO STATI AMMAZZATI DAI CACCIATORI NELLA SOLA ULTIMA STAGIONE. Quindi ora che farai: aprirai anche la caccia al cacciatore?
Vergognati!”.
“L’Associazione Animalisti Italiani si opporrà con ogni mezzo legale per difendere l’orso – affermano con forza gli Animalisti -. Il plantigrado MJ5 ha vissuto per 18 anni in Trentino senza mai mostrare comportamenti negativi verso l’uomo: non ha mai fatto del male alle persone. Questo è il primo e unico incidente, la cui dinamica fa ascrivere l’evento ai casi di orsi che reagiscono in modalità difensiva, in quanto preso di sorpresa e spaventato ulteriormente dalla presenza del cane sciolto che accompagnava Alessandro Ciccolini.
Perché il Trentino parte dalla condanna a morte dell’animale, nonostante il piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle alpi centro-orientali preveda anche il radiocollare, senza arrivare alla soppressione?”, conclude la nota.