Micron. Fiom-Uilm: «Oggi sciopero in tutti i siti. A rischio l’intero gruppo». Si teme la chiusura dell’intero gruppo in Italia
AVEZZANO – Si è svolta oggi l’assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della Micron della Fiom-Cgil e della Uilm-UIl in sciopero, in tutti i siti in Italia, contro la decisione della multinazionale statunitense di chiudere il sito di Padova ricollocando 31 ingegneri e progettisti presso le sedi di Vimercate della provincia di Monza e della Brianza o di Avezzano.
Ciò che qualcuno ha pensato di indicare come un potenziamento per il sito di Avezzano, nasconderebbe, al contrario, il timore della totale dismissione della Micron in Italia.
D’altronde la letteratura insegna che tutti i tentativi di dividere portano sempre al prendere decisioni negative per tutti.
Questa la nota diffusa dai sindacati
«La multinazionale, che produce diverse tipologie di semiconduttori, con 548 dipendenti distribuiti in 4 sedi in Italia (Vimercate, Padova, Arzano e Avezzano), ha deciso infatti la riduzione del 20% delle spese sul personale nel Mondo giustificando l’operazione sulla base della necessità di un intervento strutturale.
Il sito di Padova non ha alcun motivo per essere chiuso. Si tratta di una realtà produttiva importante con la progettazione avanzata di chip di memoria Flash NAND che finiscono su qualsiasi dispositivo che memorizzi informazioni come tablet, smartphone o computer.
L’azienda a dicembre ha dichiarato di voler tagliare del 10-15% la propria forza lavoro e si teme che la chiusura di Padova possa essere solo il primo passo verso la dismissione della multinazionale sull’Italia.
Alla richiesta di presentare il piano industriale, l’azienda non ha risposto, a dimostrazione del fatto che la messa in sicurezza del gruppo non è scontata.
Per noi a rischio è il gruppo nella sua interezza, dal momento che non ci sono investimenti.
Mercoledì 22 marzo ci sarà un incontro con i vertici italiani della multinazionale e qualora non ci dovesse essere la revoca della chiusura della sede padovana seguiranno ulteriori azioni di protesta».