Traffici dalla Basilicata al mercato ortofrutticolo di Pescara. Organizzazione criminale smantellata da un’operazione della Guardia di Finanza
PESCARA – Erano riusciti a ramificare le loro attività criminali fin nel mercato ortofrutticolo di Pescara, ora la Guardia di Finanza e la Procura di Matera hanno messo fine al giro che vede coinvolte una decina di persone.
Al centro di tutto ci sarebbero gli interessi dell’imprenditore matese Aldo De Pascalis, già al centro di altre inchieste e processi.
Oggi, a conclusione di indagini coordinate dalla DDA presso la Procura di Potenza, e condotte dai Finanzieri della Compagnia di Policoro, è stata data esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Potenza, nei confronti di 9 indagati ritenuti gravemente indiziati dei delitti di associazione a delinquere, peculato, riciclaggio ed all’autoriciclaggio, fatti commessi nella provincia di Matera (Policoro e Scanzano Jonico) ed in numerose regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Abruzzo e Puglia).
Tra i soggetti sottoposti a misure cautelari, 4 sono stati associati presso diverse Case Circondariali ed altri 4 sono stati sottoposti agli arresti domiciliati; inoltre, nei confronti di 1 persona è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Risultano indagate ulteriori otto persone.
Le indagini coordinate dalla Procura, e sviluppate dai militari della Guardia di Finanza di Policoro, hanno portato a scoprire un complesso e strutturato meccanismo che, secondo l’ipotesi accusatoria, intendeva sottrarre alla futura confisca i proventi delle condotte delittuose già investigate dalla procura matese, nei confronti dei medesimi soggetti che ruotano intorno all’imprenditore agricolo DE PASCALIS Aldo.
L’uomo è stato già rinviato a giudizio per vicende connesse al reimpiego di denaro proveniente dalle attività delittuose poste in essere da soggetti facenti parte di un sodalizio criminale operante nell’area metapontina, per acquisire terreni, immobili e macchinari, ed acquistare “a nero” prodotti ortofrutticoli provenienti da produttori terzi, dissimulandone la reale provenienza ed indicando, quale fonte produttiva, i terreni intestati, o in uso, alla propria azienda agricola.
I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Potenza ed i destinatari dei provvedimenti sono i seguenti:
Ordinanza di custodia cautelare in carcere
- DE PASCALIS Aldo, nato il 12/01/1960 a Montalbano Jonico (MT) e residente in Scanzano Jonico (MT) via Patisi n. 23B, di fatto domiciliato in Bernalda (MT), contrada Pizzica s.n.c.;
- RIZZELLO Antonietta, nata il 07/04/1964 a Montalbano Jonico (MT) e residente in Scanzano Jonico (MT), via Parisi n. 23B;
- DE PASCALIS Rossana, nata’il 13/04/1987 a Policoto (MT) e residente in Scanzano Jonico (MT), via Parisi n. 23B;
- DE PASCALIS Leo, nato il 27/10/1994 a Policoro (MT) e residente in Scanzano Jonico (MT), via Agrin. 1.
Ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari
- MARSICO Maria Magdalena, nata il 18/03/1961 in Argentina (EE) e residente in Policoto (MT), via Penelope n. 110;
- DELL’OLIO Girolamo, nato il 09/08/1969 a Bisceglie (BA) e residente in Trezzano sul Naviglio (MI), via Leonardo Da Vinci n. 90G;
- D’ANGIÒ Patrizio, nato il 26/07/1977 a Formia (LT) e residente in Dresano (M), via Michelangelo Buonarroti n. 32;
- ALESSI Saverio, nato il 03/07/1984 a Ciriè (TO) ed ivi residente in via S. Maurizio n. 93.
Obbligo di dimora nel Comune di residenza
- COVIELLO Donato, nato il 22/07/1970 a Montalbano Jonico (MT) e residente in Scanzano Jonico (MT), via Monte Grappa n. 12C.
L’attività d’indagine si è sviluppata su tutto il territorio nazionale seguendo le tracce delle attività oggetto di attenzione investigativa e, tuttavia, il fulcro dell’interesse per le condotte delittuose in oggetto è quello della “fascia jonica lucana”, territorio ove il tessuto sociale ed economico è strettamente connesso alle attività produttive agricole di alta qualità, i cui prodotti sono esportati in tutto il territorio nazionale ed europeo.
In tale contesto, pregresse indagini avevano evidenziato l’infiltrazione di interessi criminali in grado d’inquinare il sistema economico legale attraverso l’utilizzo di capitali di provenienza illegale e senza la necessità proprio di tutti gli imprenditori onesti, di ricorrere al sistema bancario sostenendone i relativi costi.
In particolare, le indagini evidenziavano a livello di gravità indiziaria, come fossero in atto, nonostante pregressi provvedimenti di sequestro di compendi aziendali di Aldo De PASCALIS , condotte delittuose finalizzate all’avvenuta, persistente e sistematica spoliazione patrimoniale di tali aziende in danno dell’amministrazione giudiziaria incaricata della gestione dell’azienda agricola DE PASCALIS Aldo (già sottoposta a sequestro da parte del Tribunale di Potenza dal 12 maggio 2021, a seguito della pregressa attività investigativa, come sopra specificato).
Quanto detto è avvenuto sulla base delle indagini svolte (da verificate in sede dibattimentale) mediante le seguenti condotte:
- la distrazione di risorse finanziarie provenienti da erogazioni AGEÀ e di pertinenza della azienda agricola amministrata DE PASCALIS Aldo;
- la sistematica ingerenza nei processi decisionali afferenti la produzione, la commercializzazione e la gestione dell’azienda agricola amministrata, mediante condizionamenti operati dai DE PASCALIS nei confronti delle sue maestranze;
- la sottrazione di ingenti volumi di prodotto ortofrutticolo destinati ad illegittima commercializzazione, mediante il coinvolgimento attivo di maestranze “infedeli”;
- il trasferimento di utili di pertinenza della azienda agricola amministrata DE PASCALIS Aldo che, invece, venivano trasferiti alla “Società agricola Dea Frutta S.r.1”, società riconducibile alla coniuge di DE PASCALIS Aldo.
Questa pratica avveniva mediante il coinvolgimento di venditori/posteggianti compiacenti, operanti su numerosi mercati ortofrutticoli nazionali, fra cui Milano, Torino, Firenze, Guidonia Montecelio (RM) e Pescara, i quali sottraevano quote rilevanti di ricavi per incassarli con consegne di somme in contanti extra-conto, che i coinvolti denominavano “cagnotta”, da cui il nome dell’operazione realizzata oggi.
Tali condotte, perpetrate sino ad oggi, hanno cagionato il progressivo depauperamento del patrimonio dell’azienda agricola sottoposta ad amministrazione giudiziaria, esponendola concretamente ad un rischio di dissesto finanziario che l’avrebbe condotta al fallimento.
Per le condotte in parola è stato operato il sequestro dei compendi aziendali di due aziende agricole, ivi compresi terreni, fabbricati, beni mobili e disponibilità finanziarie riconducibili ai DE PASCALIS.