Un meraviglioso scrigno medievale di storia, cultura, natura incantata e letteratura. Ecco perché Pescina è candidata a Capitale Italiana della Cultura
NEC SINE PESCINA NE CONTRA PESCINA TRIUMPHARI POSSE. Vista la candidatura di Pescina, unica in Abruzzo, quale Capitale della Cultura Italiana, possiamo ben parafrasare l’antico motto romano riferito al popolo dei Marsi. Ma la nostra città, seppur piccola, ha una grande anima che si allarga fino a comprendere le grandi bellezze naturali che, suggestivamente, la contornano.
È incontestabile che Pescina, a 750 metri sul livello del mare, gode di una posizione di privilegio. Adagiata sulla riva sinistra del fiume Giovenco a cavallo tra il Parco Nazionale d’Abruzzo (che è uno tra i cinque più belli d’Europa) e il Parco Sirente-Velino. Il nome ricorda l’uso che facevano un tempo gli abitanti delle piscine naturali, colme dell’acqua del fiume Giovenco, per pescare le trote e cacciare le anatre.
Attorno a lei una natura suggestiva e quasi incontaminata. La sua storia di borgo antico racconta, attraverso la struttura urbana e artistica del suo centro storico, le vestigia di un medioevo che ancora pare vivo. La storia spunta tra i resti delle mura ciclopiche che ricordano gli insediamenti preistorici. La Torre che si erge dai resti del castello di “Rocca Secca” appartenuto alla antica famiglia Piccolomini e la Torre di Venere dei Marsi, risalente al XIII secolo sembrano come i due solitari di un gioiello contornato dal pavè di quei brillanti che sono le numerose chiese che costellano il centro storico.
LA NATURA
Facevo accenno alla pesca e infatti, unici in questa zona sono i gamberi d’acqua dolce, l’Alborella e la Trota Fario. Vale la pena ricordare che, altro vanto di Pescina, sono proprio i piatti tipici a base di questa particolare trota alla quale è dedicata una famosa sagra annuale. Ma se si vuole meglio immergersi nella natura cimentandosi col trekking o la mountain bike ecco alcuni percorsi da non perdere e dai nomi curiosamente fantasiosi:
Sentiero Ignazio Silone – Nei luoghi di Fonteamara.
Giro dei Grifoni.
Pescina e il sentiero del Grifone ingrifato.
Parco Eolico di Collarmele.
Grifoni sulle montagne russe.
La lupara Aschi Alto-Borgo Sperone-Gioia dei Marsi-Pescina.
M. Parasano dal museo Giulio Mazzarino.
Running Pescina.
GRANDI PERSONAGGI
Seppur piccolo, il borgo di Pescina ha dato i natali a personaggi di grande levatura della storia politica, religiosa e letteraria d’Italia e d’Europa e ha accolto tra le sue braccia grandi santi. Tanto per completezza ecco di seguito un piccolo elenco dei personaggi più illustri della città.
IGNAZIO SILONE
“Un cristiano senza chiesa, un socialista senza partito e un letterato senza letteratura“, così si definiva Ignazio Silone. Era di Pescina e qui riposa. La sua casa museo ne ravviva il ricordo assieme al Convento di San Francesco, dove ha sede il Centro Studi Silone con la sua biblioteca privata e il gruppo scultoreo di Cascella posto nel cortile interno.
IL CARDINALE MAZZARINO (E IL PRINCIPE DI MONACO)
L’italiano che guidò la Francia e illustre pescinese: il cardinale Giulio Mazzarino, primo ministro del Re di Francia Luigi XIV. Non tutti sanno che proprio grazie a questo illustre personaggio esiste una sorta di gemellaggio tra Pescina e il Principato di Monaco. Dovete sapere che sentendosi prossimo a lasciare questa vita, chiese e ottenne che il re di Francia erigesse un ducato con il suo nome. In assenza di eredi maschi doveva poter essere trasmesso anche per linea femminile. Nel 1777 Louise d’Aumont, discendente del cardinale ed ultima sua erede sposò, negli anni della Rivoluzione Francese, il Principe Onorato IV Grimaldi di Monaco e da allora quel titolo è passato al Principato dove, nel palazzo, esiste per l’appunto il “salone Mazzarino”.
SAN BERARDO
Fu vescovo dei Marsi nel XII secolo, venerato sia in vita che dopo la morte per i suoi miracoli, riposa nella Basilica concattedrale di Santa Maria delle Grazie.
SAN FRANCESCO
Il Poverello di Assisi era particolarmente legato a Pescina dove si fermò per quattro mesi facendo realizzare un convento accanto alla Chiesa di Sant’Antonio. Alla decorazione degli interni si dedicò Giovanni Artusi Canale, detto il Pescina, allievo prediletto del Bernini.
LA CANDIDATURA A CAPITALE DELLA CULTURA
Alcuni si sono stupiti per la candidatura, ma la nostra piccola città è uno splendido borgo, gioiello della corona marsicana. Bellezze naturali, chiese, palazzi, musei, immersi in una scenografia medievale la fanno entrare tra quei borghi pieni di angoli suggestivi e nel nostro caso, di cultura quale sede, tra l’altro, del premio letterario internazionale intitolato allo scrittore Ignazio Silone.
Ricca di luoghi di interesse, ospita il Santuario della Madonna del Buon Consiglio di Venere, meta di pellegrinaggi, che offre una splendida vista della distesa del Fucino. Edificato originariamente nel XVI secolo su un tempio romano, fu completamente ricostruito nel 1949 a causa dei danni del terremoto del 1915. Infine il tempio romano dedicato alla Venere Mirtea. Nella storia romana ebbe un peso importantissimo: suggellò la pace tra la popolazione dei Marsi e la Repubblica Romana che fu messa in serio pericolo proprio dalla fiera resistenza delle genti marsicane nelle guerre italiche.
PARCO DEL GIOVENCO
Per coloro che non la conoscessero, la Valle del Giovenco prende il nome dal fiume che la lambisce. Ai giorni nostri è ancora un territorio incontaminato e verdeggiante. Terra di faggete, qui trovano il loro habitat da sempre l’orso bruno marsicano, i lupi, i cervi, i camosci. Sopravvivono ancora un centinaio di varietà antiche di alberi da frutto. Costituisce uno dei parchi nazionali più antichi d’Italia la cui creazione risale al 1922.
Chi percorre il Parco si ritrova nella natura selvaggia e allo steso tempo avvolti dal calore degli abitanti dei paesi sparsi per le valli. Qui natura e uomo convivono in piena simbiosi. Si estende per 505 chilometri quadrati, dove ospita centinaia di specie antichissime, specie endemiche, alcune a rischio estinzione altre che se la passano benissimo. Al suo interno, oltre a 24 comuni, ospita 67 specie di mammiferi, 230 specie di uccelli, 14 di rettili, 12 di anfibi, 15 di pesci e 4.764 di insetti e per finire più di duemila specie vegetali.
LE PIANTE UNICHE
Il parco ci riserva molte sorprese come le piante che crescono solamente nel suo ambito. L’Iris marsica è una pianta talmente esclusiva del territorio che ne porta il nome. Ma qui vive anche la Scarpetta di Venere che, (lo credereste?) è un’ orchidea. Per entrambe le piante è in corso un progetto della Comunità europea il cui obbiettivo è la salvaguardia di queste specie. Una curiosità: quando l’iris fiorisce il parco si tinge di blu.
LE FAGGETE
Tutto è particolare nel parco. I boschi di faggio che avvolgono i pendii delle montagne, a seconda delle stagioni li colorano, suggestivamente, in modo diverso. Peculiarità di questi boschi, unici nel loro genere è la fauna composta da pipistrelli, picchi, orsi, martore, gatti selvatici, gufi che, al contrario di altre faggete, trovano albergo solo qui. Sono le piante più vecchie d’Europa, foreste antiche dove sono visibili tutte le fasi della crescita dei faggi, dalla piantina all’albero secolare. Qui l’intero ciclo biologico è rispettato: la pianta nasce, cresce e muore senza alcun intervento umano. Tanto importanti sono questi boschi di antichi faggi che sono stati dichiarati Patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco e fanno parte della Rete europea delle faggete vetuste che comprende i boschi di faggio di 18 paesi.
Ho il fiato grosso: raccontare di Pescina e del Parco del Giovenco non è cosa da poco e condensare in un pugno di righe tutta la bellezza espressa da questi luoghi è opera improba. Spero di esserci riuscito, altrimenti non me ne vogliate. Un saluto