Se n’è andato a 84 anni Gianni Minà il giornalista che raccontò lo sport e la vita umanizzando i miti e mitizzando gli ultimi e i diseredati tra gli uomini
AVEZZANO – Il giornalismo perde un pezzo importante e forse mai così necessario di questi tempi. A 84 anni, a causa di una breve malattia cardiaca, ci ha lasciato Gianni Minà.
“Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari.
Un ringraziamento speciale va al prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità”. Con questo messaggio condiviso sulla sue pagine social si annuncia la morte del grande giornalista, scrittore e conduttore televisivo che aveva 84 anni.
Per chi ha meno di 60 e 50 anni, forse Gianni Minà è solo il nome di un giornalista Rai, per chi lo ha conosciuto nella sua lunga carriera televisiva e non, Minà era anche giornalista di carta stampata e scrittore, ha potuto apprezzare il suo modo diverso, alternativo di fare informazione.
Minà era un giornalista che si è occupato di sport e di società, il suo pregio è stato quello di umanizzare quelli che erano considerati miti e mitizzare gli ultimi, i diseredati, i discriminati.
Memorabili i suoi reportage da Cuba e dai paesi africani fino ai paesi dell’America Latina o comunque in difficoltà di sviluppo, se non proprio al limite della sopravvivenza. Una denuncia sempre ferma ma elegante, fatta di fatti e senza clamori.
Indimenticabili le sue interviste a personaggi come Mohammad Alì, in arte Cassius Clay, il mitico pugile Usa degli anni ’60 e ’70, e quella, uno tra i pochissimi ad essersi riuscito, a Fidel Castro.
Insomma, un giornalista che faceva conoscere tutte le sfaccettature e le opinioni su questa terra, che sicuramente no ha amato il cosiddetto “Politicamente Corretto”. In buona sostanza, lo tengano presente coloro che si affacciano a questa professione, un giornalista, vero e libero che ha sempre pagato le sue scelte.