Un Cioccolatino Storico. Verso la Settimana Santa… La storia di Lazzaro di Betania
BETANIA– Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al consueto appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. Per qualche giorno sospendiamo i Cioccolatini Storici #flash per dedicarci ad un approccio storiografico, culturale e religioso che ci aiuti nel vivere bene la Settimana Santa.
Oggi inizieremo con un personaggio assai particolare, il suo nome è Lazzaro di Betania. Domenica scorsa è stato letto il vangelo inerente alla resurrezione di questo personaggio: e proprio in questo episodio Gesù compie una cosa propria dell’essere umano, piange. E piange per un suo carissimo amico! Ma ora andiamo oltre l’episodio evangelico e vediamo il dopo.
Egeria – una pellegrina del IV-V secolo d.C. – nel suo “Pellegrinaggio in Terra Santa” ci parla dei riti gerosolimitani in cui c’è la presenza di Lazzaro e delle sue due sorelle Marta e Maria.
Così scrisse: “Andando da Gerusalemme al Lazarium (Betania), a circa 500 passi da questo luogo, sorge lungo la strada una chiesa dove Marta, sorella di Lazzaro, andò incontro al Signore (39,4)”.
Viceversa – siamo in pieno Medioevo, nel XIII secolo precisamente – Jacopo da Voragine nella “Legenda aurea” raccontò di come Lazzaro andò a predicare in Francia con le sue sorelle e lì divenne il primo vescovo di Marsiglia.
In contrapposizione, la tradizione orientale ci parla di come Lazzaro sia diventato vescovo di Cizio (oggi Larnaca nell’isola di Cipro), e qui vi rimase per circa un trentennio dove fondó la chiesa omonima e dove morì. Questa versione è stata accertata dal rinvenimento (siamo nell’890 d.C.) di una lapide con l’iscrizione “Lazzaro, l’amico di Cristo”.
Pensate che nel 1972, sotto l’altare della chiesa di Larnaca, fu rinvenuta un’arca di marmo contenente resti umani, che si ritengono quelli di Lazzaro. Quindi secondo quest’ipotesi, il trasferimento delle reliquie a Costantinopoli fu di altre reliquie o soltanto parziale.
Noi ci fermiamo qui, dandovi appuntamento a domani, sperando che questa volta lo Zio Lazzaro ci dia la Mando.