Il parto indolore all’ospedale di Avezzano resta ancora solo un sogno. Lorenza Panei (Donne Dem): «In tre anni dalla Regione solo annunci»
AVEZZANO – La Conferenza regionale delle Democratiche raccoglie l’allarme di numerose partorienti per la mancata applicazione del servizio di parto-analgesia all’ospedale di Avezzano.
Nonostante i numerosi proclami del centrodestra, dell’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì e dei rappresentanti marsicani della Lega che nel 2020 annunciarono in pompa magna l’attivazione del tanto sperato servizio, le donne Dem abruzzesi fanno notare come ad oggi, dopo anni di proclami, all’Ospedale di Avezzano non esista la garanzia del diritto per le donne di decidere in quale modo vogliano vivere l’esperienza del parto.
«Il dolore durante il travaglio del parto è considerato uno dei dolori più forti che l’organismo possa percepire e la scelta di ricorrere alla parto-analgesia dovrebbe essere una certezza, rimuovendo gli ostacoli organizzativi che ancora oggi la rendono impossibile.
Si nominano i nuovi primari – si legge nella nota delle donne Dem – e non si adegua l’organico del loro staff. La parto-analgesia infatti richiede la presenza costante in sala parto di un anestesista che deve monitorare la futura mamma per l’intero travaglio.
L’Azienda Sanitaria e i Rappresentanti regionali – conclude la nota – dovrebbero considerarla appieno come livello essenziale di assistenza e quindi garantirne l’utilizzo a quante vogliano ricorrere al suo utilizzo».
«Le preoccupazioni di tante donne e degli addetti ai lavori sono anche le nostre – dichiara La Portavoce della Conferenza delle DEM Lorenza Panei -.
In Abruzzo si continua a penalizzare l’entroterra verso la costa. Quanti km deve fare una donna in gravidanza di Avezzano per avere il servizio di parto analgesia garantito? Un ospedale, quello, di Avezzano che nega a circa 800 donne l’anno la scelta di come partorire.
Ai nostri ospedali – conclude Lorenza Panei – vanno date garanzie di poter mantenere o organizzare la prestazione e di potenziarla, offrendo ancora più possibilità alle donne di partorire sotto anestesia, riducendo significativamente il dolore».