Protesta degli universitari “fuori sede” davanti al Consiglio regionale per le borse di studio. Il Coordinamento: «Nessuna risposta. La protesta va avanti»
L’AQUILA – Protesta degli universitari, ieri pomeriggio, a L’Aquila, davanti al Consiglio regionale, per chiedere che siano versate le borse di studio e consentire ai “fuori sede” di poter continuare a studiare.
Questa la nota diffusa dal Coordinamento degli studenti e dalle organizzazioni studentesche delle università abruzzesi.
«Ieri martedì 4 aprile, come Coordinamento Regionale UDU-360 Gradi, siamo stati davanti alla Regione a L’Aquila per denunciare nuovamente la mancata erogazione delle borse di studio e più in generale per riportare al centro delle agende politiche il diritto allo studio.
Abbiamo preteso che la commissione, che contestualmente stava svolgendo i lavori dentro il Consiglio regionale, ci audisse e ci desse delle risposte concrete alle nostre criticità.
Queste risposte però ancora una volta non sono arrivate, rimandando i problemi al futuro ed è per questo che nelle prossime settimane continueranno le nostre mobilitazioni.
Quello che chiediamo è semplice:
- Una copertura totale delle borse di studio per l’anno accademico 22/23, nonché quelle restanti del precedente anno per le studentesse e gli studenti di Chieti-Pescara;
- Un’organizzazione pretempo da parte della Regione, stanziando nel bilancio i fondi necessari per le coperture delle borse già a novembre, così che per dicembre (termine stabilito per LEGGE), tutti e tutte possano beneficiare del proprio diritto;
- Convocazione della CRU (Conferenza Regione-Università), così da riformare il Piano per il Diritto allo Studio regionale, ormai fermo al 2016 (anno dell’ultima convocazione del CRU), che contiene ancora troppe misure che generano disuguaglianze, come ad esempio la perdita automatica della borsa di studio qualora si effettui un cambio di corso o università;
- Abbiamo inoltre chiesto la risoluzione dell’assurdità della data di inizio del contratto per gli studenti che all’Aquila risiedono nella palazzina C della Campomizzi: non è possibile che studenti fuorisede, in gran parte provenienti addirittura da altri continenti, siano considerati IN SEDE con borsa di studio dimezzata e un solo pasto al giorno garantito.
Per questo e molto altro continueremo a scendere in piazza e farci sentire!».