Un Cioccolatino Storico. La Settimana Santa… Longino
LANCIANO– Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al quotidiano appuntamento con le storie del Cioccolatino Storico.
Venerdì Santo, giorno in cui facciamo memoria della Passione e Morte di Gesù e noi di Espressione24 vi vorremo raccontare la storia di un legionario romano – di chiara origine abruzzese – che con la sua lancia squarciò il costato di Cristo: stiamo parlando di Longino.
Il suo nome non compare mai nei vangeli canonici, bensì in un ciclo apocrifo dal titolo di “Atti di Pilato” (o Ciclo di Pilato) ed io vi ripeterò un frammento tratto dalla Lettera di Pilato ad Erode che dice:
“Mia moglie Procla, dando credito a sogni che le erano apparsi, mentre io per tua istigazione lo stavo mandando alla crocifissione, mi lasciò con dieci soldati e con il fedele centurione Longino per contemplare le sue sembianze come se si trattasse di un grande spettacolo.
E l’hanno visto seduto in un campo coltivato, circondato da una grande folla, mentre insegnava le grandezze del Padre, tanto che tutti rimasero fuori di sé dalla meraviglia (per il fatto che) colui che aveva sofferto ed era stato crocifisso, era risorto dai morti.
Mentre essi lo stavano osservando con molta attenzione, si diresse verso di loro e disse: “Siete ancora increduli verso di me, Procla e Longino? Non sei forse stato tu che hai fatto la guardia durante la mia passione e al mio sepolcro? E tu, donna, non hai forse mandato un messaggio a tuo marito a mio riguardo? il testamento di Dio disposto dal Padre. Per opera della mia morte che voi conoscete io, risorto dopo aver molto patito, vivificherò tutta la carne che si era perduta.
Or dunque sappiate che non perirà ogni carne che crede in Dio Padre e in me. Io ho, infatti, sciolto i dolori della morte e ho trafitto il drago dalle molte teste. Nella mia prossima venuta ognuno risusciterà con lo stesso corpo ed anima che ha adesso e benedirà il Padre mio, il Padre di colui che fu crocifisso sotto Ponzio Pilato”.
All’udire tali cose, tanto mia moglie Procla, quanto il fedele centurione Longino che aveva fatto la guardia durante la passione di Gesù, nonché i soldati che li avevano accompagnati, elevando grida e pieni di tristezza, vennero ad annunziarmi queste cose. Io, a mia volta, le annunziai ai miei grandi commissari e ai miei compagni di milizia; ed essi, pieni di tristezza, elevarono grida analizzando quotidianamente il male che era stato compiuto verso di lui, mentre io mi univo al dolore di mia moglie dormendo digiuno sulla nuda terra e giunto il Signore innalzò da terra sia me che mia moglie.
Osservatolo bene, vidi che il suo corpo aveva ancora le cicatrici. Egli posò le sue mani sopra i miei omeri dicendo: “Ti benediranno tutte le generazioni e i popoli perché, durante la tua epoca, il Figlio dell’uomo morì e risuscitò, salirà nei cieli e sederà nelle sublimità celesti. E tutte le stirpi della terra sapranno che io, nell’ultimo giorno, verrò a giudicare i vivi e i morti”.