Filosofia e Società: “Parità ed Eguaglianza, in fondo non sono sinonimi”
Quello tra parità ed eguaglianza è un problema non certo da poco!
Se lo è chiesto Nunzio Galantino sull’inserto “Domenica” del Sole 24 Ore (cfr. pag. X del n° 235) nell’editoriale “Abitare le Parole – il Diritto di Essere Differenti”.
Se analizziamo il termine, dice Galantino, “… non è facile imbattersi nella parola parità senza vederla accompagnata da qualche genitivo determinativo: di retribuzione, di genere, di diritti, di trattamento, etc…” e aggiunge poco più avanti che “…l’accostamento fra parità ed eguaglianza appare improprio del tutto…”
Allora, proviamo ad andare alla base di questi due termini. Parità e disparità sono parole legate alla aritmetica e alla matematica in genere: 1-3-5-7… sono numeri naturali dispari, mentre 2-4-6-8… son numeri naturali pari e 2 è l’unico numero naturale pari che sia anche numero primo e più solitario di così non si può certo!
C’è da dire che 2 e 4 siano pari, ovvero hanno una caratteristica di “parità” ma son “diversi” e quindi non son certo “eguali” e, dunque, parità sarebbe diverso da eguaglianza.
Esiste un altro termine che si presta ad una somiglianza, ovvero “omogeneità”, per pari e dispari sono omogenei perché appartengono allo stesso insieme dei numeri naturali che è omogeneo perché tutti i suoi elementi rispettano le stesse proprietà.
Ma costruire gruppi omogenei non comporta come conseguenza primaria la aprità o la eguaglianza, ma il verificarsi di queste due posizioni è condizionata al fatto che si faccia il con fronto fra due elementi che abbiano queste proprietà fra loro.
Le persone hanno eguali diritti, così come proviene dalla famosa dichiarazione, e la parità sarebbe nel riconoscimento del intrinseco valore dei singoli salbaguardando le differenze.
E ancora una volta parità ed eguaglianza, dunque, non coincidono!
C’è un altro fatto: ammesso che si uniscano 1 e 2, ovvero due che non sono pari fra loro e neanche eguali, si ottiene 3 che è ancora dispari e quindi ancora diseguale, pur essendo omogeneo agli altri due elementi!
Però 1=1 e 2=2 e 3=3, ma sono una proprietà riflessiva intrinseca e il fatto che 2>1 e 3>1 e 3>2 indicano che nella diseguaglianza esiste l’implicito valore della differenza…
Quindi parità e eguaglianza se usate male possono distruggere la diversità, la differenza e se applicato alle persone, conclude Galantino “…fa perdere il diritto di essere pienamente persone…” e, ditemi Voi: gli si può dar torto?