Uccisione dell’Orsa Amarena: al via le indagini. Avviso di garanzia a Andrea Leombruni, il 56enne che ha ferito mortalmente l’orsa. Lunedì autopsia e perizia balistica
AVEZZANO – Assassinio dell’Orsa Amarena, è arrivato il momento decisivo degli accertamenti peritali e delle indagini della magistratura di Avezzano dirette personalmente dal Procuratore Capo della Repubblica, Maurizio Maria Cerrato.
E non sarà un mero passaggio alle carte processuali. Sarà un mettere punti fermi nella dinamica dei fatti e, quindi, nel precisare intenzioni e responsabilità, al di là delle emozioni e dei sentimenti personali e collettivi.
Il Procuratore Cerrato, che ha emesso un avviso di garanzia nei confronti di Andrea Leombruni, ha già convocato per domani alle 11, negli uffici della Procura della Repubblica di Avezzano, l’anatomopatologo veterinario Rosario Fico e il perito balistico Paride Minervini, tenente colonnello in quiescenza dell’Esercito Italiano, che dovranno eseguire, rispettivamente, l’esame autoptico sul cadavere dell’Orsa Amarena e la perizia balistica sul bossolo e quant’altro rinvenuto sul luogo dell’uccisione.
Tutto servirà a dare una esatta ricostruzione della dinamica che ha portato al mortale ferimento dell’Orsa Amarena.
I due periti scelti, Fico e Minervini, sono due vere autorità nel loro campo e, nel 2014, hanno effettuato perizie su un altro clamoroso caso, quello dell’orso ucciso a Pettorano sul Gizio.
I fatti di Pettorano sono del 2014 quando un ex operaio Anas di 67 anni colpì e freddò, come stabilito dalla Corte di Cassazione con sentenza civile definitiva, un orso marsicano a colpi di fucile. L’uomo sparò perché l’orso era entrato nel suo pollaio.
Dopo tre gradi di giudizio, si accertò che la morte dell’orso avvenne per le ferite causata dai colpi di fucile e, seppur solo civile per una questione formale, ci fu il riconoscimento della responsabilità che costò al sessantasettenne il pagamento del risarcimento danni alle parti civili e le spese processuali.
La situazione di oggi, qualora le indagini dovessero acclarare la responsabilità del 56enne di San Benedetto dei Marsi, è del tutto simile.
La conclusione della vicenda processuale, però, potrebbe essere anche diversa, e più pesante, perché in questo caso interverrebbe anche l’aspetto della possibile condanna penale.
La difesa dell’indagato
L’indagato, intanto, ha nominato i suoi difensori, che sono gli avvocati Berardino terra e Stefano Guanciale del Foro di Avezzano.
I due legali, ovviamente, attendono di leggere tutte le carte dell’indagine e l’esito delle due perizie prima di decidere una linea e fare dichiarazioni ufficiali.
Unico passo, non ancora effettuato a dire il vero, è la possibilità di presentare una denuncia ai Carabinieri, contro ignoti, per le migliaia di minacce che stanno pervenendo da ogni dove al loro assistito.
Una scelta che potrebbe essere un deterrente per ulteriori minacce e la base, probabilmente, per chiedere un maggiore livello di protezione per l’indagato e la sua famiglia.
La sorte dei cuccioli di Amarena
L’operazione di salvataggio e messa in sicurezza dei due cuccioli di Amarena è andata avanti anche nella notte e prosegue ancora in queste ore.
I due cuccioli, dopo essersi avventurati nella zona della montagna vicino Venere, frazione di Pescina, sono tornati nell’abitato di San Benedetto. Al momento starebbero bene e non denuncerebbero, almeno a vista, problematicità esasperate.
Gli uomini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con i Carabinieri e le altre forze impegnate sul posto, con l’impiego di reti apposite e altri strumenti, stanno cercando di recuperarli per poi procedere alla loro gestione fino a quando potranno essere del tutto autonomi.