Al “Diamante Peperoncino Festival” Tony Esposito canta Napoli
DIAMANTE – Le melodie di Tony Esposito come sorelle delle variegate sonorità attinte dal Mondo, dal musicista partenopeo, miscelate sapientemente a cadenze tribali e suoni tipici della musica napoletana.
Un operato insolito ed originale, quello di Esposito, che viaggia e danza attraverso invenzioni uniche, come strumenti quali il “Tamborder”, il cui nome viene dal suono di uno dei suoi brani più conosciuti, “Kalimba de Luna”. Il sound ritmico – tribale della musica italiana anni ’70 ha un cuore (neanche troppo) segreto, quello di un percussionista di straordinario talento: Tony Esposito.
Amico storico di Pino Daniele, polistrumentista, 19 album pubblicati, anche eccellente cantautore e con qualche sortita in televisione (i pomeriggi della “Tv dei ragazzi”, sulla Rai, sempre nei mitici Settanta, lo videro “protagonista sonoro” in “Fantaghirò”), è famoso soprattutto per il brano Kalimba de Luna (di cui il Gruppo dei “Boney M.” pubblicò, in simultanea, una cover in inglese), ma anche per Papa Chico, Sinuè, As tu As.
Una curiosità: la kalimba (detta pure likembe), strumento musicale africano vecchio come la Terra, è composto da un numero intercambiabile di piccole lame di legno (in giunco o bambù) o di metallo, inserite, generalmente, su una zucca, che fa da cassa di risonanza.
E sonorità a base di kalimba, come di tamborder, non hanno fatto che riempire l’aria, profumata di cedro, in un clima di festosa sensualità, la sera dell’8 settembre, a Diamante, in provincia di Cosenza, in occasione del “Peperoncino Festival”, appuntamento internazionale, sezione “Azzurro Napoli”, dedicata alla magia partenopea.
Chi scrive ha avuto l’onore di presentare il concerto di Tony Esposito, musicista sesquipedale, dall’infinito calore e nobile d’umiltà, accogliente in un clima d’accoglienza (Diamante si è rivelata essere, già, di suo, una cittadina calda e generosa), che ha saputo innescare una magia “naturale” regalando, al pubblico entusiasta, la sua esibizione da star internazionale, venata da viscerale umanità. Indimenticabile, al culmine della serata, la fusione ideale con Diamante tutta, incarnata dall’abbraccio al “Re Peperoncino”, figura simbolo della Kermesse piccante, impersonata da un impareggiabile, frizzante, Gianni Pellegrino.
E come cornice di questo strascinante evento, la presenza di Paolo Mario Caiazzo, dell’Accademia Italiana del Peperoncino, come Enzo Monaco organizzatore dal 1992 del Festival, che ha donato a Tony Esposito con una delle “Cravatte Marinella”, cravatte pregiate arricchite dal simbolo del peperoncino.
E quando qualcuno stava cominciando, appena, a dondolarsi di stanchezza, un esplosivo, incredibile bis ha riportato in pista corpi subito rianimati da una folgore musicale dirompente, senza pari, senza tempo.
Di una grandezza assoluta
Vi lascio all’intervista.
Il bilancio di questa giornata, come inviata speciale e come presentatrice di un artista assolutamente straordinario, si chiude con le parole dell’assessore all’Ambiente Antonio Cauteruccio, stanco ma soddisfattissimo… come me!