Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila. La UilTemp pronta ad azioni legali contro Azienda sanitaria e Regione su aumenti e stabilizzazione dei precari
AVEZZANO – Come non bastassero le sempre presenti contestazioni sulla situazione della sanità nelle zone interne d’Abruzzo, tutte ricadenti nell’ambito della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. I forti mugugni pe runa piano di rete ospedaliera che ai più non piace, e alla ormai croniche carenze nel servizio sanitario pubblico nell’ambito marsosangropeligno, ora la UilTemp, sindacato confederale di categoria che rappresenta i lavoratori somministrati e a tempo determinato, scoperchia la pentola sulla questione precari.
Aumenti non pagati, internalizzazioni, o stabilizzazioni in alto mare, incertezze, qualche diritto non esattamente applicato alla lettera, ed ecco che il nuovo pastrocchio “Made in Asl1” è bello che impacchettato.
Ma vediamo nel dettaglio cosa denuncia la UilTemp Abruzzo.
«Quando è un ente pubblico a non garantire diritti, tutele e spettanze contrattuali, possiamo solo affermare che ad oggi il sistema lavoro ha falle più grandi di quanto ci si aspetta.
Dopo circa un anno, lavoratrici e lavoratori somministrati della ASL1 di Avezzano – Sulmona – L’Aquila attendono le autorizzazioni per il pagamento degli aumenti spettanti dal rinnovo contrattuale del ccnl sanità firmato a novembre 2022.
Interlocuzioni, comunicati, incontri davanti al Prefetto di L’Aquila non hanno convinto l’Ente e la Regione Abruzzo che il pagamento di tali spettanze, non solo doveva già essere avvenuto, ma doveva diventare una priorità.
A seguito di nostri pressanti solleciti, l’Agenzia Orienta questo mese di settembre, nonostante la mancata autorizzazione della ASL1, andrà ad anticipare parte del dovuto sostituendosi all’ente regionale.
Un segnale importante in risposta alle nostre richieste che tuttavia non ci soddisfa a pieno e porterà UILTemp Abruzzo ad attivare azioni legali di messa in mora della ASL1 e della Regione Abruzzo al fine di metterli davanti alle loro responsabilità.
Lavoratrici e lavoratori sono estenuati da questo continuo procrastinare. Ci leggiamo una volontà di voler portare gli animi allo sfinimento sperando ci sia un abbandono delle richieste. Tutto ciò non accadrà, ormai la misura è colma per lasciar correre qualsiasi minima défaillance.
Rinnovi contrattuali mensili comunicati all’ultimo minuto utile. Ciò comporta che lavoratrici e lavoratori debbano chiedersi se il turno che parte da lì a poche ore sia confermato.
Mancati rinnovi motivati con “bassa professionalità” a ridosso di un infortunio o di una sua ricaduta. Sembra quasi che ammalarsi o avere problemi fisici collegati al duro lavoro faccia improvvisamente perdere il rendimento e quindi il diritto di lavorare.
Professionisti del settore (lo si diventa dopo anni di lavoro) non riconosciuti come tali, ma considerati alla stregua dei beni accessori a cui sono contabilmente collegati.
Qualcuno li aveva definiti EROI! Passata l’emergenza, tutto si dimentica.
Non è più possibile accettare tali situazioni di mancate garanzie, di rispetto e di dignità che si stanno estendendo a macchia d’olio su ogni P.O. Abruzzese.
La denominazione dell’azienda che contrattualizza non può essere la discriminante che porta a disconoscere i principi cardine della nostra repubblica: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…(art. 1 Cost.)”, “…È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. (art.3 Cost.)”, “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto…(art.4 Cost.)” per citare i più conosciuti.
Torniamo a chiedere intervento concreto che possa allineare le discrasie create da cavilli burocratici e arrivare al totale riconoscimento del criterio basilare su cui si fonda il settore della somministrazione: “la parità di trattamento” normativa europea ripresa dall’ordinamento italiano e dal ccnl.
In quest’ultimo periodo risuonano i temi dell’internalizzazione e dei percorsi di stabilizzazione per queste lavoratrici e questi lavoratori. Sono anni che UILTemp Abruzzo ribadisce la necessità di prevedere criteri che possano premiare il lavoro svolto nei vari presidi ospedalieri.
Troviamo sempre paradossale che la categoria sindacale che tutela queste lavoratrici e questi lavoratori non sia convocata nei tavoli in cui affrontano tematiche riguardanti le tutele di un settore che ha mille sfaccettaure.
Da tempo chiediamo ad ASL, Regione e forze politiche di sfruttare gli spiragli che proprio la Legge Madia dà in riferimento alle professioni sanitarie utilizzate in deroga fino al 2020.
Oggi rincorriamo l’emergenza, oggi ci affrettiamo a trovare soluzioni ponte che portano peggioramenti contrattuali.
La richiesta è di fare riferimento al comma 10 dell’art. 20 del d.lgs. 75/2015 che include, nel percorso di stabilizzazione degli enti sanitari, anche la somministrazione come contratto flessibile.
La procedura di stabilizzazione avviata dalla Regione Abruzzo quest’anno è stata indetta ai sensi dell’art.1, comma 268 lett. b) L. 234/2021 (legge di bilancio per il 2022-2024) il quale richiama l’applicazione proprio dell’art. 20 del d.lgs. 75/2015.
In merito a questo percorso, che agevolerebbe i processi di inserimento diretto, invitiamo la rappresentanza politica Regionale a rendersi disponibile ad un incontro per poter dare nuovo slancio e la speranza che non ci siano più “lavoratori di serie B”, esclusi e lasciati ai margini solo per una questione di intestazione di busta paga, ma il riconoscimento dell’esperienza e della professionalità.
UILTemp Abruzzo fa appello a lavoratrici e lavoratori della sanità operanti attraverso la somministrazione di partecipare alle prossime mobilitazioni sindacali per dare più forza alle nostre richieste.
Adesso è il tempo di dimostrare in modo palese che la precarietà è creata proprio dall’utilizzo distorto che ne fa il sistema».