I cuccioli di Amarena stanno bene, giocano e mangiano: aggiornamento del Parco con i soliti spunti polemici. Ma perché non dovremmo preoccuparci anche noi?
PESCASSEROLI – Arriva una nuova nota del Parco sulle condizioni dei cuccioli di Amarena che ci rassicura sul fatto che i cuccioli stanno bene… al momento.
Nulla quaestio sulla capacità di coloro che stanno cercando di monitorare gli orsetti, anche se, come ammesso dallo stesso Ente Parco, si tratta di un territorio vastissimo e quindi non è operazione sicuramente facilissima. Addirittura ci viene notificato che si anche sono spostati dalle zone “incautamente citate su articoli di giornale e altre pagine social” (sic).
Francamente, soprattutto a noi giornalisti, questa continua reprimenda sugli articoli (non tutti hanno notificato la posizione degli orsetti tranne una “ testatina” di poco conto come il Corriere della Sera che sicuramente non ha parlato con il primo che passa) comincia un po’ a disturbarci.
La morte di Amarena e la sorte dei suoi cuccioli non è cosa solo del Parco, ma di una comunità intera che, giustamente, si preoccupa, vorrebbe saperli al sicuro. C’è qualcosa di male in tutto ciò?
E seppure ci si chieda tutti i giorni, attraverso i social, come stanno, il problema qual è?
E perché tacciare di incompetenza qualcuno, anche più che titolato, che non è d’accordo sulla gestione della situazione dei cuccioli orfani di Amarena, che si permette di suggerire soluzioni che derivano dalle proprie competenze?
Un nostro suggerimento: che si lavori insieme a tutti gli esperti del mondo, se questo serve a non creare un ulteriore danno incalcolabile, nel caso infausto che succeda qualcosa ai cuccioli.
Perché nessuno è infallibile e spesso si procede anche solo per buon senso.
Vi lasciamo all’ennesima, lunghissima nota del Parco Nazionale, d’Abruzzo e Molise:
“Continua il monitoraggio e il controllo delle aree frequentate dai giovani orsi figli di Amarena che, al momento, stanno bene, continuano ad alimentarsi, a muoversi, a giocare e sono stati avvistati, anche da cittadini del territorio, di notte e anche di mattina presto, in località anche diverse da quelle incautamente citate su articoli di giornale e altre pagine social.
Totalmente infondate le notizie sulla loro morte, esattamente come lo erano quelle sui loro “pianti” che erano stati ipotizzati nei giorni scorsi e che vengono strumentalmente diffusi in rete.
Vogliamo ancora ribadire che faremo tutto il possibile per darvi informazioni sulle condizioni dei due giovani orsi, che sono la nostra principale preoccupazione, ma questo non significa che ogni giorno ci deve essere per forza qualcosa di nuovo.
Non stiamo al Grande Fratello; usiamo questa espressione presa dal commento di una persona, sotto i nostri post, che ci sembra calzante per far comprendere che non siamo in un recinto ma in un’area vasta, dove loro sono liberi di muoversi e anche di nascondersi.
Ci sembra altrettanto importante, visti anche molti commenti, parlare di argomenti che al momento interessano molti nostri lettori e amanti degli orsi. Cosa succederà ai cuccioli quando arriverà l’inverno? Come faranno a mangiare? Come andranno in letargo? Queste sono solo alcune delle tante domande, fatte sui social o arrivate via mail e al telefono, in questi giorni.
𝗖𝗵𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝗱𝗲𝗿𝗮̀ 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝗮̀ 𝗹’𝗶𝗻𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼?
Fino ad autunno inoltrato è importante che continuino a muoversi, alimentarsi, giocare cercando di svolgere le attività vitali importanti in questo periodo della loro vita.
Nel caso ci accorgessimo che le loro attività quotidiane dovessero cambiare, e questo può incidere sulla salute, come abbiamo scritto più volte, siamo pronti a subentrare e ad aiutarli. Fino ad oggi l’istinto e la loro selvaticità li sta guidando anche se sono rimasti orfani e questo di per sé, ad ora, è un bene, perché la manipolazione umana, qualora dovesse esserci, non sarà sicuramente solo un aiuto, e potrebbe rivelarsi una criticità.
Quando arriverà l’inverno, se tutto sarà andato per il meglio, i giovani orsi troveranno un posto a loro comodo ed entreranno in tana in maniera istintiva. Una serie di cambiamenti fisiologici andranno di pari passo con la diminuzione del fotoperiodo (cioè del numero di ore di luce) tipico dell’inizio dell’inverno, dell’arrivo della neve, della diminuzione della temperatura, tutti fattori che porteranno i giovani orsi, in maniera del tutto naturale, ad entrare in ibernazione.
Tuttavia, non è possibile escludere che i piccoli rimangano attivi anche con il sopraggiungere dell’inverno. Questa non è un’eventualità così poco frequente, soprattutto nei nostri climi temperati. Infatti, in corrispondenza di inverni poco nevosi e con alcune fonti di cibo (tipo ghiande) che rimangono accessibili, alcuni individui possono rimanere anche svegli. Questo accade più frequentemente proprio nel caso di giovani orsi e femmine con piccoli che hanno un metabolismo più alto e che potrebbero trovare conveniente continuare a muoversi sul territorio.
𝗖𝗮𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮𝗿𝗹𝗶 𝗲 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗹𝗶 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮̀ 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝗱𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗼𝗱𝗼 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗲?
Innanzitutto, torniamo a ripetere che esperienze e studi internazionali indicano che a partire dai 6 mesi di età le probabilità che i cuccioli orfani sopravvivano sono significativamente simili a quelle di cuccioli ancora accompagnati dalla madre. I cuccioli dai 5-6 mesi (e quelli di Amarena ne hanno circa infatti non dipendono più strettamente dal latte materno e, seppur ancora vulnerabili, hanno meno probabilità di subire aggressioni mortali da parte dei maschi adulti e di altri predatori.
𝗤𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶, 𝘀𝗲 𝗰𝗮𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮̀ 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝗱𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗼𝗱𝗼 𝘂𝗻 𝗼𝗿𝗳𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝟱 𝗺𝗲𝘀𝗶 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮𝘃𝘃𝗶𝘃𝗲𝗻𝘇𝗮, 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝘃𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝘂𝗰𝗰𝗶𝗼𝗹𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗶, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗶 𝗱𝘂𝗲 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗔𝗺𝗮𝗿𝗲𝗻𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗮 𝟴 𝗺𝗲𝘀𝗶.
Allevare i cuccioli di Amarena per un breve periodo, portandoli a un peso che sia nettamente superiore ai cuccioli della loro stessa età, in natura, potrebbe probabilmente aiutarli a difendersi meglio da eventuali predatori, ma, come sempre, la scelta su come gestire un animale selvatico deve basarsi su un rapporto tra rischi e benefici.
Le esperienze internazionali di allevamento di cuccioli orfani in cattività finalizzato al rilascio, ci dicono che esistono dei rischi di assuefazione all’essere umano durante la fase di allevamento. Questi rischi possono essere sì minimizzati seguendo attenti protocolli, ma non eliminati del tutto.
Nella nostra popolazione a rischio di estinzione, evitare che un animale diventi confidente, perché è stato messo in cattività anche per poco, rappresenta la priorità. Non dimentichiamoci, e quello che è successo lo conferma, che un animale confidente rischia più degli altri di morire per cause antropiche.
Questo è un rischio che non riteniamo sia opportuno correre, soprattutto in questa situazione in cui i cuccioli di Amarena hanno buone possibilità di sopravvivere con le loro forze e di “partecipare” con il loro patrimonio genetico alla sopravvivenza della specie”.