Roccacaramanico, il borgo del sogno, della meraviglia e dei record: solo 3 abitanti e 10 metri di neve nel 1929. Ma ora meta di turisti e attività

Quante volte avete letto i miei articoli sui borghi abruzzesi abbandonati? Ebbene questa volta ve ne presento uno che proprio abbandonato non è: ha tre abitanti! Il luogo dovrebbe assurgere a simbolo della voglia abruzzese di non essere dimenticati, di esistere ed essere vivi: il borgo non vuole morire!

Si chiama Roccacaramanico e questo piccolo comune si stende sotto la Majella. Nel 2012 fu insignito del titolo di “meraviglia italiana”, conferito ad altri 500 luoghi in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia e mai titolo fu più azzeccato.

I RECORD

Paese da record veramente: oltre al record di minor numero di abitanti, ve ne sono solo tre, detiene quello della più grande nevicata mai avvenuta in Italia: 10 metri della bianca coltre lo ammantò nel 1929. Nel 1961 altro record: 365 cm di neve in 24 ore.

È un posticino freddo situato a 1.080 metri di altezza, non si trova in Siberia ma a due passi dal comune di Sant’Eufemia a Maiella di cui è frazione. Chi ama sciare o andare in giro ciaspole ai piedi qui trova il suo paradiso.

LA STORIA DEGLI ULTIMI ANNI

Non vi racconterò la storia antica del borgo anche perchè, se andiamo a vedere, di posti con una storia alle spalle, specialmente in Abruzzo, ce ne sono a iosa. Farò cenno alla sua storia più recente. Nel 1981, nel borgo viveva la sola Angiolina Del Papa, estate e inverno. Successivamente, piano piano, qualcuno ha notato la bellezza del posto dando inizio a una presenza periodica durante i fine settimana, i periodi festivi e le ferie.

Il numero aumentò considerevolmente a partire dagli anni Novanta: la gente arrivata, comprò case vecchie e ruderi rimettendoli a nuovo, regalandosi, così, una seconda abitazione in montagna. Tanto è amato e rispettato il borgo che un cartello vi accoglie appena giunti: “Il paese è piccolo, l’auto inquina, se vuoi visitarlo, scendi e cammina”.

GENTE CHE HA CAPITO

La chiesa che ride

Spesso ho insistito sulla conversione dei borghi in hotel distribuiti dove, restaurate le case, il turista poteva godere dell’ Abruzzo. Come accennato, a Roccacaramanico, non solo cominciarono ad arrivare nel paese vacanzieri da ogni parte della regione, soprattutto da Pescara e Chieti, ma anche persone con l’intenzione di sviluppare il luogo (chiamali micchi…).

Così, mentre per tutti, ormai, il borgo, era dato per abbandonato e abitato da qualche vecchio, i nuovi “villeggianti” fondarono una organizzazione finalizzata alla rinascita del paese. Nel 1981 fu legalmente costituita l'”Associazione Roccacaramanico”.

IL PAESE “FISARMONICA”

Avete presente il diffusissimo strumento musicale di Castelfidardo? Di dimensioni non eccezionali, quando è suonato, espande il suo mantice fino a fargli raddoppiare o triplicare le dimensioni. Ebbene questo capita a Roccacaramanico. Da quando furono scoperte le bellezze del paese i suoi abitanti aumentano esponenzialmente di numero durante il fine settimana o meglio, nel periodo estivo, fino ad arrivare al numero di duemila persone.

Inutile dire che anche il lavoro è arrivato: piccoli alberghi, con ristorantini, B&B, e tante attività turistiche. Una nota: sebbene ufficialmente Roccacaramanico non è abitata, molte persone trascorrono qui fino a sei mesi di seguito l’anno.

IL MAGGIOCIONDOLO

(Foto Antonio La Civita)

Per gli appassionati di esoterismo, nel borgo vegeta, in una piazzetta, un bell’alberello di Maggiociondolo. Cosa è volete saperlo? Le streghe lo usavano per preparare delle bevande psicotrope. Insomma, senza scomodare Castaneda, non c’era bisogno di recarsi alla ricerca del pejote in Sudamerica, qualcosa con simil effetti, qui, ve lo ritrovate sotto casa. Attenzione: le streghe locali per viaggiare non cavalcavano la scopa bensì un bastone ricavato dalla nostra pianta. Tanto è famosa che lo scrittore J.R.R. Tolkien si ispirò a lei per creare il personaggio di Laurelin, uno dei due alberi de Il Silmarillon.

IL RECUPERO

Il movimento di interesse che gira attorno al Borgo ha fatto si che il comune di Sant’Eufemia a Maiella ha avviato degli interventi di recupero. Santa Maria delle Grazie, la cinquecentesca chiesa è ritornata al suo splendore. La chiesa di Sant’Antonio Abate è diventata sede del Museo Etnografico “Marcello M. de Giovanni”, aperto tutto il mese di agosto. Altri lavori hanno fatto seguito, quali, ad esempio, il restauro della gradinata panoramica che parte da piazza Maiella e prosegue fino alla Rupe. Questo è il punto più alto del borgo dal quale si dispiega lo splendido panorama dell massiccio e tutta la vallata. Non sapendo come meglio descrivere il borgo vi propongo una passeggiata virtuale: non vi affaticherà ma rende l’idea.

LE INIZIATIVE

In estate il paese prende vita. Ad agosto, sin dal 2011, ha luogo il Festival di Roccacaramanico: la Notte Bianca. Durante lo svolgimento del lungo evento si svolgono concerti con artisti nazionali, convegni, dibattiti e cabaret in un susseguirsi di eventi. Facevo cenno all’Associazione, ebbene è il portavoce di una proposta: avanzare la richiesta all’Unesco per inserire gli eremi celestiniani della Majella e del Morrone nella lista dei Patrimoni dell’Umanità.

Mi permetto un suggerimento: andate a ritemprarvi a Roccacaramanico quando potete, godetevi un paese che nella sua storia fu cancellato, ma che esiste e che stupisce con la bellezza della natura che lo circonda.

Ritorno, in ultimo, ad un mio vecchio argomento forte dei risultati ottenuti con la sua diuturna insistenza da Catone il Censore. L’oratore era solito terminare i propri discorsi in senato con la frase: “Ceterum censeo Carthaginem esse delendam” (“Inoltre ritengo che Cartagine debba essere distrutta“). Dalli oggi e dalli domani ottenne quel che voleva. Se ci riuscì lui, magari, nel mio piccolo, riuscirò anche io nell’ intento di spingere la Regione a coordinarsi onde mostrare al mondo quei tesori di borghi che le appartengono. Volete sapere come? Con l’impegno e la volontà di agire, agire, agire.

Un Saluto