Presentata nel Municipio di Avezzano la terza edizione del Dossier Statistico Immigrazione 2023
AVEZZANO – Nello spazio rappresentativo per eccellenza della Città di Avezzano – la sala consiliare – si è tenuta la presentazione della 3^ edizione del DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2023, curata dal CSV Abruzzo, finanziato dal Centro Studi Idos, dal Centro Studi Confronti, dall’ Istituto di Studi Politici Pio V e dall’ 8permille della Chiesa Valdese, al quale hanno lavorato ben 100 studiosi esperti della dimensione immigratoria. Degna di nota l’iniziativa, che vede lo stesso dossier presentato in contemporanea in tutte le Regioni d’Italia.
È stato Gino Milano, presidente dell’Associazione Rindertimi, ad aprire la sessione di presentazione alla quale hanno partecipato: il vicepresidente della Regione Abruzzo Roberto Sant’Angelo, il l’assessore Pierluigi Di Stefano, Carlo Di Bonaventura per il CSV Abruzzo e per le autorità militari il Capitano. della Compagnia Carabinieri Avezzano Luigi Strianese, per la Compagnia della Guardia di Finanza di Avezzano, il Tenente Francesco Mattiace nonché i rappresentanti di associazioni che operano sul territorio, Croce Rossa, Pro Loco e altre.
L’assessore Pierluigi Di Stefano, ha portato il saluto del sindaco rivolgendosi, oltre che ai presenti, anche alle innumerevoli associazioni che a diverso titolo sono parte dell’auspicata migliore soluzione al “problema” immigrazione.
Il dossier si compone di 5 sezioni che trattano, nell’ ordine: la dimensione internazionale ed europea della mobilità umana, le caratteristiche strutturali della presenza straniera e i flussi d ingresso in Italia, i processi di integrazione e di inserimento sociale dei migranti, il contributo dei migranti all’ economia nazionale e il loro inserimento occupazionale.
Questa edizione, dettagliata, articolata, aggiornata – riportando anche i dati ogni singola regione e provincia d’ Italia – è finalizzata ad elevare il grado di conoscenza e consapevolezza che non nasconda la realtà ma neanche la mistifichi né la demonizzi, che non voglia per ‘l altro’ integrazione ma inserimento nel rispetto delle sue necessità e modi di essere e vivere insomma, un vero e proprio processo di inclusione i cui artefici, dalle istituzioni al mondo del volontariato, dalle forze dell’ordine al mondo del lavoro, superando posizioni preconcette e visioni ideologiche, si predispongano a promuovere politiche in grado di migliorare la vita e il futuro di tutte le persone che vivono in Italia.
Tutti gli interventi, dal vice sindaco al pastore metodista valdese Hiltrud Stalhberger al presidente del CSV Casto Di Bonaventura, da Augusto Di Bastiano del Centro Giuridico del Cittadino a Ilio Leonio presidente regionale UNICEF, hanno riportato, ognuno per il proprio settore, le loro idee richiamando Papa Francesco, convenzioni, Bibbia, intese e, con esse, il loro sentire, cercando nel cuore e nella testa le migliori ragioni (e sono tante) per continuare a fornire accoglienza e hanno posto l’accento sulla necessaria azione di avvicinare per conoscere e poter accogliere; per avvicinarsi c’è bisogno di rinnovata fiducia nell’altro e perdere quella resistenza che, per diverse ragioni irrigidisce e chiude all’altro, limitando o impedendo il rapporto.
Esiste però una tensione, umana e umanitaria, che spinge verso chi ha bisogno di ri-conoscimento e accoglienza, che guida a ammettere il dolore degli altri anche se, come cantava De Andrè, il dolore degli altri è dolore a metà e quindi, per quanto sembra essere difficile riuscire ad entrare totalmente in empatia per comprendere, pure si può operare per adoperarsi nella costruzione di un sistema societario innovativo all’interno del quale sia di prassi la con-vivenza nel pieno rispetto di tutti. E in terra marsicana e aquilana di buone prassi ce n’è una ricca varietà che spesso vengono messe in campo ben prima di sapere chi e come arriverà.
La testimonianza della prof.ssa Di Cioccio – Istituto comprensivo Collodi Marini che ospita il 30% di alunni stranieri – ha messo in risalto la trincea lungo la quale si trova ad operare la scuola; da una parte accoglie e include minori stranieri anche non accompagnati, dall’altra si trova a dover affrontare la resistenza che viene da genitori italiani, vittime di pregiudizi che oppongono riluttanze all’inclusione.
Ha poi ribadito le buone prassi poste in essere dalla scuola per accogliere nel migliore dei modi: insieme alle regolari lezioni, si tengono corsi di arabo o rumeno perché i bambini non dimentichino la lingua madre e corsi di italiano per la madri, feste per incontrarsi e conoscere usanze e tradizioni, giochi sportivi per favorire lo stare insieme e giocare in armonia. Eppure, in altre realtà scolastiche queste azioni non sembrano essere la regola, piuttosto si preferisce eludere il confronto e rimandando la soluzione del problema.
Il vicepresidente della Regione Roberto Santangelo ha concluso la serata di presentazione ricordando una sua esperienza in Afghanistan e, toccando a 360° ogni aspetto del problema dai terribili viaggi all’arrivo in terra straniera, dalle estenuanti attese nei centri di accoglienza, alla necessità di alloggi e di lavoro, dalle difficoltà con la lingua all’affievolirsi delle proprie usanze e tradizioni… ha poi insistito – ricordando gli innumerevoli focolai di guerra, alcuni dei quali fortemente attivi, altri più assopiti ma pur sempre presenti – sulla necessità di lavorare in prima istanza per la pace, l’unica dimensione dell’umanità che, costruendo tolleranza e pacifica convivenza, conduce al riconoscimento pieno e totale dei diritti di tutti e di ciascuno.