Due anni di Bottega d’Arte di Mimmo Emanuele: una piccola luce in fondo al tunnel dei nostri tempi bui
L’AQUILA – Da due anni a L’Aquila, in pieno centro, si è accesa una lucina d’arte, luminosa e potente, che vuole essere un messaggio di speranza in questi tempi bui e preoccupanti.
Parliamo della Bottega d’Arte di Mimmo Emanuele che raccoglie le sue opere e quelle di tanti altri e d è diventato un punto di riferimento per studenti, giovani, appassionati d’arte e del bello.
Due anni che meglio non potevano essere celebrati se non con un lavoro contrassegnato dalla solidarietà, in questo caso con chi affronta l’esperienza più difficile e dolora che la vita possa mettere davanti: la malattia grave.
A parlarci di Mimmo Emanuele, di questo progetto e della speranza che questa esperienza porta con sé per aprirsi agli altri, è un altro artista aquilano, noto e celebrato, come Antonio Zenadocchio.
«Non c’è un evento che possa dare la migliore immagine dell’attività e degli scopi della Bottega d’Arte di Mimmo Emanuele come l’arredamento della foresteria “Il rifugio dell’Aquila accogliente” per i malati oncologici, realizzato con l’Associazione “L’Aquila per la vita”.
A ottobre 2023 oltre 50 artisti hanno donato le loro opere per rendere più bella la foresteria e alleviare un po’ la sofferenza delle persone che ospiterà.
Più di due anni fa Mimmo sentì il bisogno di dedicarsi alla sua città per riportare a L’Aquila decenni di esperienze artistiche vissute in gran parte del mondo. Bottega d’Arte doveva significare “fare” arte, come era nel Rinascimento.
L’intenzione era di creare un momento aggregativo per gli artisti e la cittadinanza e partecipare alla vita della città, una città che trabocca di arte e di storia come poche e che ancora non ha rimarginato una grande ferita.
L’arte è lo specchio della società e riflette in modi del tutto originali, e spesso poco evidenti, ciò che sotto la pelle ha già sostanza e cerca di darsi una forma chiara per tutti.
È stato così che la Bottega è diventata uno strumento per avvicinare i bambini alle arti visive, per far esprimere i meno fortunati, per dare spazio agli artisti emergenti, per fare progetti di ampio respiro, anche oltre la città, per raccogliere gli artisti intorno a progetti di importanza sociale, per fare cultura.
Oggi l’arte si trova davanti a un bivio. O riesce ad andare in mezzo alla gente, capirla e farsi comprendere, oppure è destinata e chiudersi in una torre d’avorio, diventando un vecchio circolo radical chic.
Il mondo sta vivendo trasformazioni molto profonde con lacerazioni dolorose. Le certezze sono svanite ed è subentrato un senso di precarietà che soffoca. Non è più il tempo dell’artista contestatore, eccentrico, solitario e incomprensibile che si piange addosso.
Ora è il tempo del coraggio, il tempo in cui la sensibilità dell’artista deve essere anche al servizio degli altri, per guardare lontano e nel profondo dell’anima. Non solo della sua.
Per indicare quella piccola luce che c’è, nonostante tutto, in fondo a questo interminabile tunnel. O ci salviamo tutti, o non si salva nessuno e l’arte sa esprimere la bellezza che può salvare il mondo. Non la bellezza estetica, ma dell’anima che si dona. Anche con l’arte. Dopo due anni di attività, alla Bottega d’arte di Mimmo Emanuele c’è ancora molto da fare e l’agenda è piena, ma la strada è sicuramente quella giusta».