Direzione Santiago de Compostela…e Finisterre, pellegrini di ieri e di oggi: le valutazioni del Commendatore Valentino Pisegna
L’interesse suscitato dalla città di Compostela, dal latino Campus Stellae, nacque nell’anno 813 quando incominciò a circolare la notizia del rinvenimento, in questa località, della tomba dell’apostolo Giacomo il Maggiore, giunto in Galizia dalla Palestina ad annunciare il Vangelo.
La notizia venne appresa e subito confermata e diffusa a tutto il mondo conosciuto direttamente dal Re delle Asturie Alfonso II il Casto, che fece edificare sul luogo della miracolosa scoperta una chiesa, ancora oggi luogo di peregrinazioni religiose di devoti provenienti da tutto il mondo. Prese vita in tal modo un fenomeno con conseguenze determinanti per la formazione della civiltà occidentale.
“Il vero e proprio sviluppo del pellegrinaggio religioso, spiega il Commendatore Decano della Fondazione spagnola Orden del Camino de Santiago Cav. O.M.R.I. dott. Valentino PISEGNA, cominciò nel secolo XI e si basava principalmente su una scelta volontaria per ottenere le indulgenze per loro stessi, per una persona ammalata, oppure come conseguenza di una pena da scontare”, e aggiunge: “Il Cammino di Santiago, primo itinerario culturale europeo e patrimonio mondiale dell’UNESCO, è una delle vie di peregrinazioni più importanti della storia e ha segnato per secoli la strada del progresso umano con effetti reali sulla politica, sulla economia e sulla nostra identità europea. Un esempio lampante dell’aspetto interculturale della società, presente già nel Medioevo, a tal punto che lo stesso Dante Alighieri coniò il termine pellegrino per definire i viandanti che si recavano alla città di Santiago. Nel Medioevo la maggior parte dei pellegrini viaggiava a piedi per cui mettersi in cammino verso la città di Santiago era una grande impresa, alla fatica fisica bisognava aggiungere la pericolosità del viaggio che iniziava e terminava nel luogo di abituale residenza.Dopo il viaggio a Santiago, i pellegrini si spingevano oltre, nel finisterre, laddove finiva il mondo conosciuto. I pellegrini, oltre a disfarsi degli abiti oramai consunti, si nutrivano del prezioso e saporito frutto del mare conservavano la conchiglia come prova dell’avvenuto pellegrinaggio. Oltre al monarca asturiano-galiziano Alfonso II il Casto, altri personaggi illustri si recarono in visita a Santiago: San Francesco di Assisi nell’anno 1214 e i regnanti di Spagna Isabella e Ferdinando, che viaggiarono verso la tomba dell’Apostolo nel 1486”.
Nel mondo moderno, sottolinea Pisegna, “molte persone corrono dietro a qualcuno o a qualcosa facendo spesso a gara a chi percorre questo o quel Cammino in minor tempo possibile, pensando di aver stabilito chissà quale record, dimenticando che il pellegrinaggio non è una impresa sportiva ma una esperienza unica per arricchirsi spiritualmente. L’ossessione del tempo e della prestazione sono fenomeni che riflettono il profondo cambiamento dei valori socio-culturali, portato dalla modernità, riscontrabile soprattutto lungo il Cammino cosiddetto Francese, quello più famoso, frequentato sempre più da pellegrini-atleti”. Per questo motivo, specifica, “negli ultimi anni sempre più pellegrini preferiscono il Cammino Portoghese che si snoda da sud verso nord per oltre 600 chilometri e collega Lisbona a Santiago de Compostela. In Portogallo come in Spagna i Cammini per raggiungere Santiago sono più di uno.Ci sono le varianti che partono da Porto: Caminho do Interior, Caminho da Costa e Senda litoral. Da Pontevedra invece parte la Variante Espiritual, che si ricongiunge al Camino Central a Pontecesures, poco prima di Padròn, località romana (Iria Flavia) presso la quale giunsero in barca da Gerusalemme le spoglie dell’apostolo Santiago”.
Ciò che unisce i pellegrini moderni a quelli di ieri, conclude il Commendatore, “è la consapevolezza che il Cammino rappresenta l’invito ad andare oltre (ultreya) e molti di loro, ancora oggi, dopo l’abbraccio all’Apostolo nella Cattedrale di Santiago si dirigono a contemplare l’Oceano per toccare simbolicamente il Finisterre”.