Per l’H-Covid di Pescara 13 milioni e tempi record. Ospedali minori al palo. Cliniche chiuse. Marsica non più emergenza?
PESCARA – E’ fissato per le ore 18 di oggi l’iter di apertura delle buste contenenti le offerte delle ditte che hanno partecipato alla gara di affidamento per la realizzazione del Progetto Covid Hospital Pescara. Il presidio sanitario per l’emergenza sarà pronto in 30 giorni è verrà allestito nella palazzina rossa del complesso ospedaliero del capoluogo adriatico.
Il Covid Hospital avrà un costo di 11 milioni di euro e doterà la Regione Abruzzo di un Presidio dedicato all’urgenza Covid19 con 58 posti letto di degenza, destinati a diventare 174, e 70 posti di Terapia Intensiva. Soddisfazione espressa da tutti i vertici regionali, ma sono tanti coloro che manifestano non poche titubanze e si interrogano sulla scelta fatta dalla Giunta Marsilio.
Negli anni si sono susseguiti tagli fino a giungere ad una progressiva chiusura dei “piccoli ospedali” , ai danni delle piccole comunità in particolare quelle delle aree interne. L’organizzazione del sistema sanitario regionale è stata argomento delicato ed i recenti commissariamenti ne sono testimonianza. Alla luce di questo la priorità dei Governi e delle ASL doveva, ed è, proprio quella di riconvertire questi presidi sanitari rendendoli nosocomi specializzati per determinate prestazioni; la riconversione di queste strutture durante l’emergenza Covid19 poteva rappresentare un importante e decisivo contributo utile a garantire una rete ospedaliera ancora più efficace ed in grado di assicurare prestazioni elevate.
Non è questione di ingiustizie, piuttosto sembra essere a tutti gli effetti una situazione in cui si penalizzano le strutture ospedaliere periferiche attive con tutte le carte in regola per poter collaborare alla riorganizzazione della sanità regionale.
Ad ogni modo in soli 3 giorni, con la firma del Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, di sabato scorso (vigilia di Pasqua), sono state attivate tutte le procedure ordinarie e straordinarie che entro oggi permetteranno ai tecnici regionali di assegnare i lavori.
Soddisfazione nella maggioranza di centro destra. I commenti di Sospiri e Testa
“Ritengo che superata anche questa emergenza, da cui l’Abruzzo saprà risollevarsi, sarà questo il modus operandi che continuerà a caratterizzare il nostro Governo regionale di centrodestra, grazie anche al perfetto coordinamento di una macchina tecnico-amministrativa che ha funzionato senza sbavature -ha commento del Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri- L’individuazione dell’operatore economico che si occuperà della realizzazione del Covid Hospital a Pescara è uno straordinario esempio di collaborazione istituzionale, un’attività in cui si è sperimentata l’interazione di più soggetti istituzionalmente competenti”.
Il presidente del Consiglio Regionale sottolinea inoltre l’iter scelto dalla giunta Marsilio che avrebbe anche potuto procedere con un affidamento diretto e invece ha preferito una procedura che rispettasse i principi codicistici di trasparenza, segretezza e riservatezza delle offerte presentate avendo costruito, in tempi record, un’apposita piattaforma informatica, creata dal Sir-Servizio Informatica Regionale.
Soddisfatto anche il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Guerrino Testa, che dichiara: “Oltre agli abruzzesi, chi ama criticare in pantofole parlando di lentezza del governo regionale può assistere, dal suo comodo divano di casa, alla concretizzazione del progetto di riconversione del cosiddetto palazzo rosso, ex sede Ivap, nel piccolo Spallanzani d’Abruzzo. Quella di Marsilio è, senza timore di smentita, la prima classe politica che ha deciso di agire su una struttura strategica perché esistente in un’area adiacente l’ospedale civile pescarese, dotando la Asl di un efficiente impianto permanente. Non sono certo i plausi quelli che cerchiamo, ma la strada più celere ed adeguata per affrontare l’emergenza”.
L’opposizione contesta strategia, metodo e cifre. L’analisi del consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci
Non è dello stesso avviso il consigliere regionale del Pd, area L’Aquila, Pierpaolo Pietrucci: «Meditate su quello che vuole fare la giunta della Regione Abruzzo. Un ospedale nuovo a Pescara COVID da 13 mln di euro (intanto abbiamo Ospedale di Pescina vuoto, cliniche vuote e personale in cassa integrazione) che poi magari diventa il presupposto per avere il DEA di secondo livello. Leggo una destra locale, evidentemente imbarazzata, giustificare la giunta regionale con le consuete riprese de ju lattaro!! Vorrei ricordare che i soldi per il Delta Medico ci sono già (non per concessione ma per diritto) perché previsti per la ricostruzione del San Salvatore, mentre la centrale unica del 118 è già finanziata da anni, grazie alla donazione della Regione Emilia Romagna da 6,5 milioni di euro. Ergo non ci stanno regalando niente; non è prevista nessuna misura compensativa rispetto ai soldi che vengono “buttati” per costituire a Pescara un ospedale nuovo ( dovrebbe essere pronto per Luglio quando si spera e si presume per altro che siamo fuori dall’emergenza). Questa cosa presuppone una definitiva riorganizzazione della rete ospedaliera dell’emergenza (a oggi il modello vincente contro il COVID è la diagnosi preventiva con i tamponi e la medicina territoriale con i medici di base). Rafforza l’ospedale unico del DEA di II livello su Pescara senza discussione e senza dibattito regionale alcuno. Fermate per favore questo sperpero di denaro pubblico che pagheranno i cittadini Abruzzesi».
“Piccoli” ospedali a parte, che poi tanto piccoli non appaiono visto il contributo che ora avrebbero potuto dare anche per l’ordinaria amministrazione alleggerendo il carico dei… fratelli maggiori, viene da chiedersi che fine abbiano fatto le preoccupazioni del Presidente Marsilio per la sanità Marsicana. In campagna elettorale, se non ricordiamo male, fu lui a dichiarare che c’era da affrontare subito il problema dell’ospedale di Avezzano che, così come si trova, rappresentava un pericolo. Marsilio, e gli altri suoi colleghi presidenti di Regione, ad eccezione dell’emiliano-romagnolo Bonaccini che questa cosa l’ha già trovata e potenziata, debbono comprendere che la sanità deve essere una rete dove piccole e grandi strutture debbono essere collegate e interconnesse fra loro. Altro che megastrutture centrali la cui utilità è tutta da dimostrare e alberghi di montagna dove ricoverare pazienti… scomodi.