Taglio della Riserva del Borsacchio. C’è chi dice sì. Plauso alla Regione dall’Associazione Agricoltori, Proprietari e Residenti di Roseto degli Abruzzi
ROSETO DEGLI ABRUZZI – È passato, in Consiglio regionale Abruzzo, un emendamento che riforma la Riserva Borsacchio a Cologna, Roseto. Viene tutelata con un forte vincolo di riserva naturale tutta la fascia sulla costa, tra la ferrovia e la spiaggia.
Tante le voci contrarie, tanto da avviare una raccolta di firme online per fermare il disegno della Regione che avrebbe tagliato una parte consistente della riserva stessa.
Ma c’è chi, al contrario, espone le motivazioni opposte, e ringrazia la Regione Abruzzo per quanto fatto. Si tratta dell’Associazione Agricoltori, Proprietari e Residenti Roseto zona Borsacchio, che afferma come la zona tagliata non abbia nulla di naturalistico da tutelare, a loro parere, e che il perdurare della riserva su quell’area abbia prodotto danni a chi in quella zona lavora e abita.
Questa la nota dell’Associazione, a firma di Pierpaolo Mori, agricoltore della zona e da sempre contrario all’istituzione e alla riperimetrazione della Riserva del Borsacchio.
«La razionalizzazione della Riserva a Cologna (Riserva Borsacchio) è una richiesta che portiamo avanti da tempo come Associazione agricoltori, proprietari e residenti. RINGRAZIAMO il Consiglio regionale Abruzzo per aver attuato la riforma della Riserva.
Noi agricoltori siamo i primi a voler tutelare come riserva la parte sul mare. C’è una particolare valenza naturalistica, l’uccelletto fratino, una volta una tartaruga.
Ma che senso aveva la riserva naturale sulla strada statale? Tutela la naturalità dei benzinai? Però impone vincoli fortissimi e ingiustificati a chi ci vive e lavora.
Vietato brecciare un piazzaletto per parcheggiare il trattore, un agricoltore che pota magari un po’ forte gli ulivi si può addirittura trovare una denuncia penale perché sulla strada statale è riserva e potare in modo drastico un ulivo può essere considerato un crimine punito con minimo 3.000 euro di sanzione e massimo 18 mesi di carcere per deterioramento e devastazione di habitat di parco naturale.
Ad un agricoltore è capitato, poi invece della denuncia gli hanno fatto “solo” 15.000 euro di multa. Ed anche le lungaggini amministrative, in 18 anni non è ancora stato approvato il piano di regole della riserva, per cui è stato tutto congelato, è stato impossibile ristrutturare in modo efficiente un casale, avere un’agricoltura moderna ed economica.
Senza poter avere strutture di servizio, cantine, stalle, laboratori, si è condannata tutta l’area ad un’agricoltura di seminativi, povera. Le famiglie di agricoltori non hanno potuto avere una crescita professionale, con i seminativi ci vogliono vaste aree per avere l’economicità.
Si è condannato il territorio ad una agricoltura minima, a bassa redditività, per viverci con l’agricoltura povera occorrono vaste estensioni. Le famiglie sono state costrette ad abbandonare le attività agricole, i casali non sono stati recuperati, non si è potuto costruire niente, chi si sposava doveva andarsene e il territorio si è desertificato.
Mancando il controllo del territorio da parte della popolazione sono arrivati gli scostumati ad abbandonare immondizie da ogni zona. Quel territorio che doveva essere una riserva naturale è diventata un’immensa discarica.
Ora con la riforma della riserva operata dalla Regione, sul mare ci sarà una giusta, fortissima, tutela, e la riserva diventerà finalmente presto operativa, ci sarà anche un potenziale turistico.
L’agricoltura potrà svilupparsi normalmente come nel resto della provincia. Le colline avranno la tutela del piano paesaggistico, non sarà possibile nessuna speculazione, però l’agricoltura e il turismo potranno vivere senza il blocco totale di questi 18 anni.
Inoltre, c’era ormai timore in tutti gli agricoltori abruzzesi e chi ha casa o vive in campagna che come 18 anni fa era stata fatta a Roseto una riserva ingiustificata, sulla strada statale, in ogni posto in Abruzzo poteva nascere dall’oggi al domani una riserva senza nessuna motivazione naturalistica ma solo per avere stipendi, massacrando però la popolazione rurale.
18 anni fa era stata proposta una riserva che nella relazione accompagnatoria prevedeva la fascia sul mare, disabitata e con valore naturalistico, una trentina di ettari, poi all’ultimo momento era stata portata a 1.100 ettari assoggettando a riserva la strada statale e le colline, tutte aree abitate e dove si lavora e non c’era nessuna motivazione naturalistica per fare una riserva. In questo modo però arrivavano all’Ente della riserva tanti soldi pubblici.
Una decina di stipendiati e tantissimo potere. Così si è massacrata la popolazione degli agricoltori e di chi vive o a casa in campagna.
Il Consiglio regionale Abruzzo ha rettificato, ha corretto, il pasticcio di 18 anni fa. Ci sarà la riserva sul mare e finalmente partirà la riserva, dove serve ed è giusto che ci sia.
Noi ringraziamo il Consiglio regionale che ha avuto la sensibilità di difendere e tranquillizzare gli agricoltori e le famiglie che vivono o hanno casa in campagna in Abruzzo».