La notte più lunga di Collelongo: da quattro secoli consecutivi fra il 16 e 17 gennaio si rinnovano i riti e la festa in onore di Sant’Antonio
AVEZZANO – Si rinnoveranno, come ormai da ben quattro secoli a questa parte, i riti e le feste in onore di Sant’Antonio a Collelongo dove questa festa è, senza dubbio, l’evento principale del paese marsicano e che lo ha reso noto praticamente in tutto il mondo.
Non tutti sanno, però, che la notte fra il 16 e il 17 gennaio, con i fuochi e le cottore, è solo il culmine di una celebrazione che, in realtà, ha inizio nove giorni prima.
Le prime tracce storiche sul culto di Sant’Antonio Abate a Collelongo risalgono al 1600, periodo in cui verosimilmente venne eretto l’Altare dedicato al Santo nella chiesa di Santa Maria Nuova.
Dalla prima metà del XVII secolo iniziarono a comparire le registrazioni dei nati, dei morti e dei matrimoni dell’arcipretura di Santa Maria Nuova, Chiesa Parrocchiale del paese.
In un documento del 1640, l’arciprete, Don Andrea Floridi, registrò il decesso di un uomo che fu sepolto sotto il pilastro di Sant’Antonio, pilastro, con molta probabilità, sarebbe relativo all’altare su cui è eretta la statua lapidea del Santo.
Sul piedistallo di questa si conserva ancora oggi l’incisione di un restauro avvenuto in occasione della visita del Vescovo Corradini nel 1692.
Sant’Antonio Abate nacque in Egitto, a Coma, una località sulla riva sinistra del Nilo, intorno all’anno 250, figlio di una famiglia agiata ma sin da subito si distanziò da lusso e vita pubblica, preferendo lavoro e meditazione. Alla morte dei genitori distribuì tutti i suoi averi ai poveri e si ritirò nel deserto e li cominciò la sua vita di penitente.
Trascorse molti anni vivendo in un’antica tomba scavata nella roccia, lottando contro le tentazioni del demonio. Morì a 105 anni, il 17 gennaio del 355, nel suo eremo sul monte Qolzoum.
A Sant’Antonio sono legate le immagini della luce e degli animali, simboli di rinascita, e da questo prende origine il rito dei falò e della benedizione di stalle e animali.
Il “torcione”, caratteristica unica di Collelongo, si legge nel sito dedicato collelongo-go.it, una volta era ricavato da un unico esemplare di quercia che abili maestri d’ascia provvedevano a lavorare fino a dargli la caratteristica forma.
Questo successivamente veniva “inzeppato” con “stangoni” ed altra legna ed infine issato nelle piazze principali del paese. Particolarmente suggestivo era “I favòre”, falò che i pastori accendevano in località S. Antonio.
Da questo punto è possibile vedere sia il paese che gli stazzi di Amplero e la tradizione vuole che al più vecchio ed al più giovane tra i pastori, che tornavano dagli stazzi a far festa, fosse dato l’onore di accendere il “favòre”.
Menzione meritano le “torcette”, le particolari torce che i bambini di Collelongo utilizzano nella processione del 16 sera.
A differenza delle normali torce che si usano altrove quelle di Collelongo sono realizzate “torcendo” ovvero avvolgendo su se stesso (da qui il nome) un virgulto di roverella, cerro o carpine. Questa operazione sfibra il legno permettendo alle abili mani del torcettaro di ricavarne un prodotto unico per la gioia dei tanti bambini, i nuovi devoti alla festa di Sant’Antonio Abate.
Cuore della festa della notte fra il 16 e il 17 gennaio, però, sono le “cuttore”. La “cuttora”, però, non è solo il grosso pentolone dove si cuoce il granoturco che deve diventare “cicerocche”.
La “Cuttora” indica in realtà il locale dove si svolge la festa per l’intera notte, dove si ospitano i pellegrini e le bande di suonatori che girano tutta la notte intonando i versi della classica canzone.
La “cuttora” viene allestita all’interno di abitazioni private ubicate in diverse contrade del paese. Alcune di queste sono residenze storiche delle famiglie più altolocate, facultate-obbligate alla preparazione, altre sono abitazioni caratteristiche del paese ricavate dal banco roccioso, molte sono invece modeste abitazioni che vengono riqualificate e spesso restaurate per l’occasione.
La “cuttora” era prerogativa, un tempo, del patriarca di una famiglia che invitava a parteciparvi i parenti più prossimi, i quali contribuivano con “coppe” di granturco, vino, farina o salsicce. La festa dentro la “cuttora” proseguiva per tutta la notte ed era anche il momento in cui venivano pianificate la semina e le altre attività agresti della famiglia.
Alla presenza del Santo erano vietate liti e, pertanto, il momento era propizio per arrivare ad accordi. Nella “cuttora” erano ben accetti i viandanti o i pellegrini ai quali veniva offerto ciò che la “cuttora” aveva, ovvero la “panetta”, qualche ciambella, un bicchiere di vino e, soprattutto i “cicerocche” conditi grossolanamente con un pò di lardo (chi se lo poteva permettere).
I “cicerocche” la mattina venivano poi offerti fuori la chiesa come cibo sacrale per gli animali.
Altri elementi importanti della Festa di Collelongo sono le Conche Rescagnate, le “Panette” e le “Paste”. La conca “rescagnata”, ovvero addobbata, viene portata intesta dalle ragazze del apese, nella filata del mattino, con la quale si dirigono verso la chiesa madre dove sfileranno per decretare la conca meglio realizzata ed il vestito più bello.
“Panette” e “Paste” sono i cibi che vengono distribuiti già prima del giorno della festa. Nato come rito di ringraziamento ai religiosi che officiavano i riti di Sant’Antonio, poi è diventata l’usanza che si può vedere oggi.
Le “panette” sono panini fatti con farina gialla e anice, mentre le “paste” sono minestre locali che prendono le mosse dai “cicerocche” cotti nella notte.
Il Programma della Festa di Sant’Antonio a Collelongo 2024
Martedì 16 gennaio 2024
- Ore 16 – Apertura della Festa con lancio di petardi. Accensione Cuttore
- Ore 17 – Santa Messa, Chiesa Santa Maria Nuova.
- Ore 19 – Accensione Torcioni, Piazza della Chiesa e Piazza Ara dei Santi
- Ore 21 – Spettacolo pirotecnico di piazza. Accensione torcette. Processione e benedizione delle Cuttore. Piazza della Chiesa
Mercoledì 17 gennaio 2024
- Ore 5 – Distribuzione Cicerocchi, Piazza della Chiesa
- Ore 6 – Sfilata delle Conche Rescagnate, Piazza della Chiesa
- Ore 7 – Santa Messa, Chiesa Santa Maria Nuova
- Ore 15 – Benedizioni degli animali. Giochi Popolari. Piazza Ara dei Santi.