J’accuse in Senato del senatore del Pd Michele Fina sulla sanità pubblica: «Il Governo Meloni aumenta divari. Massacrata la sanità abruzzese»

AVEZZANO – Durissimo “J’accuse” del senatore Democratico della Marsica, Michele Fina, questo pomeriggio a Palazzo Madama nel corso del suo intervento in replica ad una sua interrogazione.

Oggetto del pesante atto di accusa sono state le politiche del Governo di Giorgia Meloni in materia di Sanità Pubblica, e specialmente del massacro in atto in Abruzzo.

Questo l’intervento integrale del senatore del Pd Michele Fina oggi in Senato.

«La fondazione Gimbe ha evidenziato le inaccettabili diseguaglianze che caratterizzano il sistema sanitario nazionale. Una vera e propria frattura strutturale Nord-Sud che con l’attuazione delle maggiori autonomie in sanità verrà legittimata normativamente.

Purtroppo, di fronte all’oggettività dei numeri il Governo risponde con giustificazioni di comodo, nonostante in gioco ci siano la salute e la vita delle persone. Dopo un anno e mezzo chiediamo al Governo risposte e una assunzione di responsabilità.

Una richiesta che facciamo con ancora maggiore forza e indignazione in Abruzzo, dove la destra governa da 5 anni. Proprio oggi centinaia di persone, esasperate, hanno occupato la ASL dell’Aquila, contro lo sfascio della sanità pubblica.

La Regione ha perso moltissimi reparti d’eccellenza e paga 108 milioni di mobilità passiva obbligando migliaia di persone a farsi curare in altre regioni, alle quali gli abruzzesi pagano servizi e personale.

Negli ospedali abruzzesi mancano presidi sanitari fondamentali, mentre i pronto soccorso sono in continua emergenza e gli operatori sanitari esausti. Le liste d’attesa sono ormai infinite tanto che il 7% dei cittadini e delle cittadine rinunciano alle cure.

Il collasso in atto, tra l’altro, fa sì che il personale non solo sia insufficiente ma venga spinto ad abbandonare la nostra regione verso sanità ben più accoglienti. Chiara conseguenza del blocco ai tetti di spesa che la destra non ha voluto affrontare.

Mentre manca anche l’essenziale si annunciano progetti per i nuovi ospedali, strutture che sarebbero comunque inutili senza nuovo personale. Un disastro insomma.

Un disastro che il Governatore Marsilio conosce bene, visto che si è guardato bene dal farsi curare dalla sanità che amministra, vivendo a Roma.

L’autonomia differenziata per l’Abruzzo significherà perdere almeno 400 milioni di euro di trasferimenti, il regalo dei patrioti secessionisti. È ormai più che evidente che il governo e le destre stanno cercando di uccidere la Sanità pubblica: noi lo impediremo».