Riapre i battenti il bar del carcere di Sulmona per personale e visitatori. Nardella (Uil-Pa): «Una nota di speranza per gli operatori penitenziari»
SULMONA – Non è vero che nulla si muove nelle carceri italiane, soprattutto in tema di miglioramento dei servizi. Forse si muove lentamente, ma alla fine si muove.
È il caso del carcere di Sulmona dove, dopo due lustri, ha rivisto la luce, completamente rinnovato, il bar interno del carcere del capoluogo peligno.
Una notizia che ha rallegrato il personale, a partire dagli agenti della Penitenziaria, e che, nonostante tutto, fa ben sperare per il futuro.
Sull’evento interviene Mauro Nardella, segretario provinciale e Consigliere Regionale Uil-Pubblica Amministrazione.
«Non si contavano più gli anni dalla sua chiusura, forse 10, mese più, mese meno. Di sicuro però con la sua dismissione era venuto a mancare un centro di aggregazione essenziale per chi vive una professione così delicata e stressogena come quella svolta dagli operatori penitenziari.
Da qualche giorno a questa parte, dopo adeguati lavori di restauro e grazie all’interessamento del Direttore del carcere peligno, Dr. Stefano Liberatore – afferma il sindacalista -, il Bar è stato restituito al suo antico uso rivisto e molto bene impostato dal punto di vista sia visivo che meramente organizzativo e, udite, udite…con lavori fatti in economia.
Entrare per farci colazione o per prendere un caffè post-prandiale dopo ore di lavoro, accompagnati dalla motivata vena di un bravissimo gestore e da due addetti dei quali un agente e un detenuto autentico esempio di come si possa guarire dal male della criminalità, ti riempie di energia positiva.
Il quadro di un carcere, si sa, non è tra i più belli. Tuttavia, riuscire a metterci una bella cornice, così come si sta facendo in piazzale Vittime del Dovere, aiuta e non poco a renderlo meno brutto e soprattutto meno brutale.
Certo, il benessere del personale lo si raggiunge soprattutto garantendo diritti soggettivi e con servizi impostati su standard più consoni alle aspettative di tutti, cosa impossibile da pensare con 18.000 poliziotti in meno in generale ( tanti se ne contano in Italia) – segnala Mauro Nardella – e con un deficit di -61 unità di baschi blu nella sola Sulmona in particolare (pari ad una carenza del 31% rispetto ad una pianta organica deliberata dal Ministero della Giustizia e non dalle organizzazioni sindacali per le quali il deficit arriverebbe a superare il 45%).
In tutti i modi, quel che ci sentiamo di dire è che pensare al benessere del personale, iniziando dalla rivisitazione della logistica e dei centri di aggregazione – prosegue il segretario della Uil-Pa -, così come si sta facendo nella casa di reclusione di Sulmona, nelle more che i nostri governanti si sveglino e capiscano che sarà bene alimentare il motore delle assunzioni e non limitarsi a fare fantasmagoriche propagande, è dalla Uil apprezzato e condiviso.
Noi della Uil ciò che di buono è stato fatto in seno all’opera di restauro (e non ci riferiamo solo al ribattezzato bar visto che il bel ritocco è stato fatto anche per molti altri locali) lo vediamo come un bene augurante inizio.
Bene, brava la Direzione quindi, visto che sta facendo bene la sua parte – conclude Nardella -. Ora però tocca agli organismi superiori far vedere cosa sono capaci di fare».