Spazio Nobelperlapace accoglie “Re Lear è morto a Mosca” di Cesar Brie
Un compleanno importante quello che festeggia l’Associazione Culturale Arti e Spettacolo che trenta anni fa vedeva la luce grazie all’impegno di Giancarlo Gentilucci, Tiziana Irti, Paolo Tella, Antonietta Centofanti e Carla Mastropietro e che oggi si riuniscono per riconsiderare il percorso fin qui fatto e, ancora insieme, guardare avanti e lontano per proporre tanti e tanti appuntamenti, eventi, iniziative per parlare di un futuro possibile.
Prossimo appuntamento del trentennale è il nuovo spettacolo di César Brie “Re Lear è morto a Mosca” che verrà presentato il 20 e 21 aprile allo Spazio Nobelperlapace.
Il primo, è stato il debutto, in apertura della 16^ Edizione della Rassegna Strade, della dell’ultima produzione “I Giganti e Noi”, che è il risultato artistico del lavoro svolto in questi anni con alcune delle persone che hanno seguito i corsi proposti dall’associazione e si sono appassionate al teatro.
Giancarlo Gentilucci, direttore artistico, nel presentare lo spettacolo, ricorda che “conosciamo César dalla fine degli anni ottanta e collaboriamo con lui dai tempi del suo teatro in Bolivia, dai primi allestimenti con la compagnia del Teatro de Los Andes. Da allora è stato sempre ospite del nostro teatro con i suoi spettacoli e con le residenze artistiche”.
L’invito a tornare a San Demetrio ne’ Vestini con questo suo nuovo spettacolo, è manifestazione di affetto e stima, per giunta con un lavoro realizzato con otto attori che, dopo due seminari nella Scuola Galante Garrone di Bologna, hanno scelto di seguire Brie in questa produzione. Nel settore, Cesar Brie e lo spettacolo che porta sono ben noti tanti che le due repliche hanno già fatto registrare il sold out, con prenotazioni pervenute da tutta la regione.
Per Gentilucci, le tappe del trentennale “diventano un’opportunità di incontro con altre persone e altre realtà, per contaminarci reciprocamente e per creare un percorso comune che faccia comprendere come i temi legati alla cultura siano un volano necessario per questi luoghi periferici”; l’intento e la volontà sono quelli di “parlare di un futuro possibile, anche attraverso i ricordi e la memoria che i luoghi e le persone ci propongono”. I podcast preparati sui borghi dell’Abruzzo interno vanno chiaramente in quella direzione nella speranza di “elaborare nuove possibilità per il futuro”.
Durante queste produzioni costanti sono i rapporti con la popolazione e con gli operatori culturali locali, con i quali l’associazione collabora così come “collaboriamo con alcune scuole di teatro italiane che permettono ai loro migliori talenti di misurarsi con il lavoro reale, proprio nella nostra sede, con residenze artistiche e messa in scena delle loro creazioni.
Trent’anni non son pochi e il lavoro profuso nelle numerosissime attività è stato, con pensiero lungimirante, conservato, raccolto e custodito in un patrimonio documentale, ora un importante archivio, che può essere condiviso per ricordare e, insieme con esso, “anche Antonietta e Carla, che sono state due preziose compagne di viaggio, per la loro intelligenza e per il loro impegno sociale” come rammenta Gentilucci, rivolgendo loro un commosso pensiero; e ancora in chiusura, ribadisce che la cultura può e deve essere “uno stimolo e uno dei motori per una ripresa e una rivitalizzazione dei piccoli luoghi”.