Pietro Smargiassi su Ospedale di Vasto e su sanità abruzzese

Negli ospedali difficoltà per le attività ordinarie. Come sarà il futuro degli ospedali in Abruzzo?
Smargiassi per Espressione24: ” Vuol sapere se andrà meglio? Certo. Peggio non può andare. “

Vasto. Pietro Smargiassi, Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle,
torna ad occuparsi della situazione del personale sanitario presso l’Ospedale San Pio di Vasto, preoccupato in modo particolare sulle carenze numeriche di medici e operatori sanitari, figure essenziali, e soprattutto sulla mancanza degli anestesisti.

“Sono seriamente preoccupato per le
sorti di alcuni reparti che svolgono attività nevralgiche per
qualsiasi nosocomio, figurasi per il San Pio di Vasto che ormai da
troppo tempo è vittima delle decisioni assunte dai Governi di destra e
sinistra che si sono alternati in Abruzzo.
Mi riferisco in particolare all’anestesia e rianimazione che in ogni ospedale rappresentano il fulcro, la stella polare, affinché ogni attività possa essere esercitata in sicurezza.
Per quel che mi è dato sapere, risultano chiusi la terapia antalgica e la day surgery. Il numero di anestesisti in servizio continua ad essere troppo ridotto rispetto alle necessità extra Covid che un normale nosocomio dovrebbe garantire. Visto che a pensar male si fa peccato ma a volte ci si
azzecca, non vorrei che il numero esiguo di anestesisti venga preso
come scusa per chiudere anche la rianimazione”.

Consigliere Smargiassi, quale la situazione degli ospedali abruzzesi? I cittadini devono preoccuparsi per il futuro? E’ un problema, quello della carenza di personale, sorto con il Coronavirus o c’è sempre stato?

” Ciò che è mancato alla Sanità in Abruzzo è certamente una visione d’insieme e una programmazione a lungo termine.
I continui tagli a reparti, ospedali, servizi e personale hanno mostrato tutto ad un tratto la loro follia.
Se è pur vero che il Covid19 è arrivato come uno tsunami improvviso è altrettanto vero che il personale (vedi il caso degli anestesisti di Vasto) era un problema noto da anni. Da me più volte denunciato.

I medici e i primari di alcuni reparti strategici per alcuni ospedali (e penso ad Ortona) che tutti sapevano essere arrivati all’età pensionabile o in carriera diretti verso Roma o altri più appetibili nosocomi non erano certo improvvisi ma ben noti. 
Una guida oculata avrebbe dovuto pensare alla loro sostituzione invece la scelta ben più semplice e più fruttuosa in termini di consenso elettorale è stata la loro sostituzione con personale interno e primari facente funzione. Riducendo di fatto l’organico a disposizione oltre che gli “operativi” in reparto.”

Smargiassi ha ricordato come l’attività ordinaria presso il San Pio
risulti pressoché in stand by, nell’ottica di far fronte all’emergenza
Covid19, circostanza questa che però, a parere del Consigliere 5
stelle, non può e non deve essere utilizzata per ridurre ulteriormente
i servizi al paziente.

La crisi sanitaria che stiamo vivendo e che
spero presto ci metteremo alle spalle, dovrà servirci da lezione e
ricordarci quanto sia importante il servizio sanitario pubblico,
soprattutto quello di prossimità.
Proprio in tal senso, voglio chiedere al Direttore Schael ed all’Assessore Verí se per il San Pio c’è una programmazione per quello che sarà il futuro e se, soprattutto, questa programmazione contempli il mantenimento e magari il potenziamento di servizi come la rianimazione a servizio della sala operatoria.

Spiace dover lanciare questi interrogativi durante momenti così drammatici, ma purtroppo gli appelli accorati del passato dal sottoscritto sono rimasti, ad oggi, inascoltati.
Vasto ed il vastese non sono territori che possono permettersi ulteriori tagli di strutture e personale in campo sanitario”.

A suo avviso torneremo ad una sanità “pre-covid”? O peggio?

Pregando Dio mi auguro proprio di NO. Spero migliore e con una più attenta ridistribuzione di servizi e offerta sanitaria sul territorio. Un approvvigionamento di materiale fatto a tempo debito. Un reintegro del personale congedato. Una rivisitazione della medicina del territorio che mai come oggi si è mostrata utile, se non fondamentale, nella risposta al paziente nel suo domicilio. Una spesa sanitaria più oculata e migliorare l ’informatizzazione dei servizi:qui per prenotare una visita serve ancora andare di persona al CUP, prendere il numerino come dal salumiere, prenotare a 6/12 mesi, aspettare sperando di sopravvivere alla lista d’attesa, fare la visita portandosi carte, lastre, diagnosi, per poi tornare dal medico per la cura. Alcuni di questi passaggi potrebbero essere fatti in modo telematico. Carte, lastre, diagnosi, potrebbero muoversi sulla rete e non su 4 gomme.
La programmazione sanitaria va rifatta? Certo che sì. Non dimentichiamo che la programmazione di questo centro destra è stato più volte bocciato ai tavoli ministeriali, mai discussa in Consiglio, mai approdata in una Commissione sanità in Regione. 
Ad un anno dal suo insediamento questo centro destra in Regione non ha mostrato alcuna visione della nostra Sanità. Vuol sapere se andrà meglio? Certo. Peggio non può andare.

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